Venezia, Teatro La Fenice, Stagione Sinfonica 2021-2022
Orchestra del Teatro La Fenice
Direttore Markus Stenz
Richard Wagner:”Die Meistersinger von Nürnberg”: ouverture; “The Ring”, un’avventura orchestrale arrangiata da Henk de Wlieger
Venezia, 21 maggio 2022
Era una serata tutta wagneriana quella che si è svolta recentemente alla Fenice, con in programma dei brani – come il Preludio dei Meistersinger von Nürnberg e The Ring, un’avventura orchestrale arrangiata da Henk de Wlieger –, che non è così facile ascoltare in un concerto, nonostante tale esperienza sia davvero interessante e piacevole. Lo ha potuto constatare anche il pubblico del teatro veneziano, che avuto piena conferma – se ce n’era bisogno – di quanto la musica del Maestro di Lipsia si regga perfettamente anche da sola, con la sua sontuosa dimensione sinfonica. Sul podio dell’orchestra era il Maestro Markus Stenz.
La genesi dei Meistersinger fu abbastanza lunga. Wagner nel 1852, a Zurigo, conosce Otto Wesendonck ricco uomo d’affari, che offre a lui e alla moglie Minna sostegno economico e alloggio in un Cottage nei pressi della sua villa. Il Maestro di Lipsia stava scrivendo in quegli anni il primo atto della Walküre e aveva in mente un dramma sulla leggenda di Tristan und Isolde, un progetto, cui peraltro diede impulso l’amore nato tra il compositore e la colta Mathilde, moglie di Otto, appassionata di musica e letteratura. Durante un successivo periodo, trascorso insieme ai Wesendonck a Venezia, nel 1861 – che segnò la fine alla storia d’amore con Mathilde – Wagner pensò ad Hans Sachs, che nei Meistersinger rinuncia all’amore per Eva. Sempre a Venezia, affascinato dall’Assunta di Tiziano, riprese in mano il vecchio progetto dei Meistersinger, abbozzato fin dal 1845. Ultimato il libretto nel 1862, compone tra il ’62 e il ’67 la partitura. Il Preludio al primo atto – confessa lo stesso Wagner – gli comparve nella mente, in tutte le sue parti, nell’aprile del 1862, mentre, a Magonza, contemplava dal balcone la splendida città d’oro, lambita dal Reno. L’interpretazione di Stenz ci ha restituito in tutta la sua varietà di forme questa pagina, che utilizza il Corale e la Fuga, non disdegnando i numeri chiusi dell’opera italiana. L’orchestra ha seguito con competenza e sensibilità il ridondante gesto direttoriale – che ha battuto tempi piuttosto spediti – ripercorrendo i principali temi del dramma. Tutto è iniziato con la pomposa marcia, eseguita con turgide e brillanti sonorità dall’intera orchestra (il sussiegoso Tema dei Maestri). Poi si sono avvicendati: il soave Tema di Walter, il poeta del nuovo, del prevalere del sentimento sulle regole, intonato con grazia, in successione, da clarinetto, oboe e corno; il paludato Tema dell’Emblema, sigla ufficiale della corporazione; il melodioso e appassionato Tema dell’Inquietudine; il palpitante Tema dell’Amore tra Walter ed Eva, dolcemente cantato dai violini; il Tema della Primavera, che corrisponde al canto di prova di Walter. Ma l’atmosfera è cambiata rapidamente con la comparsa, in forma caricaturale, del Tema dei Maestri, eseguito dall’oboe, e del burlesco Tema del Popolo, affidato ai violoncelli. Nel prosieguo ha preso di nuovo il sopravvento il Tema dei Maestri, prima da solo, poi sovrapposto al Tema dell’Emblema, con uno sfolgorante effetto orchestrale. Anche il Tema del Popolo è ricomparso esultante e maestoso, prima che il Tema dei Maestri, prorompesse in tutto il suo splendore a conclusione del Preludio.
Quanto al secondo titolo in programma, è noto che la composizione del Ring si svolse tra il 1848 e il 1876 e che la prima assoluta ebbe luogo al Festspielhaus di Bayreuth tra il 13 e il 17 agosto del 1876. In questo grande ciclo Wagner usa in modo sistematico i Leitmotive: non una serie di semplici contrassegni musicali – ad indicare personaggi, idee, oggetti –, bensì gli elementi costitutivi di un preciso percorso drammaturgico, sotteso alla parte cantata, che rappresenta una trama secondaria dal carattere compiutamente sinfonico. Ne consegue che alcuni ebbero l’idea di utilizzare questo materiale per comporre un grande pezzo da concerto. Nel 1987 Lorin Maazel ottenne un grande successo con il suo Ring ohne Worte, un affresco sinfonico, da lui composto in un’unica grande campata, che inizia con la prima nota del Rheingold e si chiude con l’ultimo accordo della Götterdammerung. Nel 1991 vide la luce una nuova sintesi sinfonica del Ring, firmata dal compositore olandese Henk de Wlieger, che ha utilizzato celebri brani orchestrali della Tetralogia, mantenendo la linea narrativa principale e indicando i titoli dei vari episodi. De Wlieger, inoltre, ha cercato di rispettare l’orchestrazione originale, introducendo solo occasionalmente nuove parti strumentali, in sostituzione di quelle vocali, o qualche frase, per collegare i vari episodi di questa grande sinfonia, in cui si possono individuare quattro movimenti. Anche in questa, che si può considerare una vera e propria maratona musicale, l’orchestra si è dimostrata all’altezza del compito davvero oneroso, cui doveva far fronte, rispondendo con padronanza tecnica e sensibilità alle sollecitazioni del direttore, che ci ha restituito un Wagner, di volta in volta, romanticamente passionale, nobilmente metafisico, già decadente ed espressionistico. Per quanto riguarda il Rheingold, si è apprezzato il metafisico Preludio, oltre all’avventurosa Discesa a Nibelheim e allo ieratico l’Ingresso degli dei nel Walhalla. Quanto alla Walküre carica di pathos epico-romantico è risuonata la Cavalcata, mentre impressionistico e simbolico, ad un tempo, si è rivelato l’Incantesimo del fuoco. Analogamente – passando al Siegfried – simbolismo e impressionismo convivevano nel Mormorio della foresta, seguito dall’Impresa di Siegfried, che uccide il Drago, e dall’estatico Risveglio di Brünhilde. Concludendo con la Götterdammerung, particolarmente appassionata è risultata la scena con Siegfried e Brünhilde prima che l’eroe parta per nuove imprese, magicamente evocativo il Viaggio di Siegried sul Reno, espressionistiche la Morte di Siegfried e la successiva Musica funebre in onore dell’eroe, prima dell’Olocasusto di Brünhilde, sublime sintesi dell’intero ciclo, suggellato dal tema struggente della Redenzione tramite l’amore. Il pubblico ha espresso inequivocabilmente il proprio gradimento per il direttore e le varie sezioni dell’orchestra, dagli archi ai fiati, con particolare riguardo agli ottoni, che hanno ben retto alla fatica, intonando con energica partecipazione i temi eroici, loro affidati, non ultimi i corni, cui compete lo squillante, baldanzoso Tema del Corno di Siegfried.