Beverly Sills pseudonimo di Belle Miriam Silverman (New York, 25 maggio 1929 – New York, 2 luglio 2007)
L’influenza di Beverly Sills sulla consapevolezza americana non può essere e probabilmente non sarà mai del tutto misurata. Ciò accadde durante un periodo di quattordici anni, prima del quale la Sills era stata soltanto un’altra cantante americana che arrancava qua e là per avere una parte. Fece parte per anni fece parte della compagnia della New York City Opera, dove aveva avuto più di una mezza dozzina di audizioni prima di essere finalmente accettata per debuttare come Rosalinde nel Fledermaus. Ma poi giunse quella favolosa notte quando fece scintille come Cleopatra nel Giulio Cesare di handel e il mondo dell’Opera, come il destino di Beverly Sills cambiarono per sempre. Seguirono una serie di nuove produzioni. In quel teatro apparve in Manon, Le Coq d’Or, Lucia di Lammermoor, Roberto Devereux, I Puritani, Maria Stuarda, Anna Bolena, Faust… Ebbe anche inizio la sua carriera internazionale che culminò con il debutto alla Scala di Milano nell‘Assedio di Corinto di Rossini. Nell’ottobre 1980 fece scendere sipario su tutto ciò con una serata di gala, quasi 25 anni dal giorno del suo debutto all’Opera di New York.
Il soprano aveva sempre dichiarato che preferivo avere dieci anni eccitanti sulla scena piuttosto che venti poco stimolanti, e così fece in quell’esplosione del dopo Cesare. La Sills passò quindi ad essere la nuova direttrice di quella compagnia. La cantante possedeva una personalità difficile da definire. Esternamente tutta luce, buonumore, gioia, sorrisi con un modo di trovare il tocco giusto di leggerezza per trattare ogni cosa. Era anche una donna che ha avuto potere, ambizione e posizione sociale; esattamente conscia di essere ciò che era. Ambiva che le cosse fossero sempre lisce, senza controversie, armoniose almeno in superficie. “Non è nel mio stile essere uno contro l’altro”. Dichiarava con convinzione. Così come era una convinta lavoratrice. Beverly Sills ha diretto la sua compagnia a tempo pieno: nell’amministrazione, nell’assegnazione delle parti, nelle trattative con i sindacati, nelle audizioni, raccolte di fondi, come guida e incoraggiamento. Nel 1975, al tempo del suo debutto al Metropolitan nell’Assedio di Corinto già affermva che le sarebbe piaciuto avere a che fare con una direzione di una compagnia. “Ho passato gran parte della mia vita in una di esse, ne conosco la gestione e potrei essere d’aiuto.” Sotto la sua guida la compagnia è cresciuta dalla “cosa da poco “degli anni ’50 ad una che ha trovato una sua posizione internazionale. Beverly Sills, se va indietro col pensiero alla carriera, ed alle settanta parti che ha messo insieme con gli anni, ha dichiarato apertamente: “Non c’è dubbio, ho forzato la mia voce. Il Devereux ha accorciato la mia carriera di almeno tre o quattro anni e lo sapevo quando scelsi quella parte, non era stata fatta e per me, ma Elisabetta l’ho creata io stessa “. Resta una notte particolare nella memoria? “Tutti aspettano che io parli della mia Cleopatra e, invece no, alla prima del Devereux, dopo l’uscita in proscenio alla fine del secondo atto, il pubblico si alza in piedi, quando uscìì per ricevere i saluti. Era accaduto alla fine di una rappresentazione, ma non nel mezzo“. Beverly Sills infranse tutte le regole e rimane una creazione americana unica. (Estratto da “Gente dell’Opera” di Robert M.Jacobson, New York, 1982)