Pisa, Teatro “Verdi, stagione lirica 2021/22
“GIULIO CESARE”
Opera in tre atti su libretto di Nicola Francesco Haym da Giacomo Francesco Bussani
Musica di Georg Friderich Haendel
Giulio Cesare MARCO BUSSI
Cleopatra SILVIA DALLA BENETTA
Tolomeo SONIA PRINA
Cornelia MAGDALENA URBANOWICZ
Sesto Pompeo FEDERICO FIORIO
Achilla ROCCO LIA
Curio PATRIZIO LA PLACA
Nireno ANTONELLO DORIGO
Orchestra Auser Musici
Direttore Carlo Ipata
Regia Matteo Mazzoni
Scene Giacomo Callari
Costumi Arianna Sartoria
Light Designer Michele della Mea
Video Artist Luca Attilii
Coreografie Daniela Maccari
Pisa, 27 febbraio 2022
Il “Giulio Cesare”È considerata uno dei capolavori del compositore, sia da un punto di vista orchestrale che dalla cura nella scrittura vocale con un numero assai copioso di arie recitativi che danno vita ad un intreccio armonioso tra amore, gelosia, eroismo, politica, vendetta e gloria. Per questo nuovo allestimento del Teatro di Pisa è stato scelto il testo del 1724 che è la versione rivista e corretta da Handel e presentata il 20 Febbraio dello stesso anno presso il King’s Theatre di Londra e proposto qui pressochè integralmente. La scelta di mettere in scena tale opera è stata fortemente voluta dal direttore artistico Enrico Stinchelli e si può dire che la scommessa è stata vinta. La regia dello spettacolo è stata affidata a Matteo Mazzoni (chiamato a sostituire il previsto Enrico Stinchelli). Una impostazione visiva sobria, tradizionale, che ha puntato su efficaci proiezioni e un sapiente gioco di luci che hanno ricreato i colori dell’antico Egitto, nel quale si sono mossi in totale sintonia gli artisti.
Veniamo al cast. Dal punto di vista vocale si è voluto seguire la prassi del primo novecento , quando in mancanza di cantanti in grado di sostenere credibilmente il ruolo di Cesare nel registro di contralto lo si affidava ad una voce di baritono. Qui nei panni del condottiero romano troviamo qui Marco Bussi. Dopo un inizio un po’ sottotono, nel corso dell’opera, il cantante ha cercato di realizzare un buon equilibrio scenico e vocale (apprezzabile l’esecuzione dell’aria “Se in fiorito”, ben incesellata con la trama orchestrale). Nel ruolo di Cleopatra ha voluto cimentarsi (per la prima volta) il soprano Silvia Dalla Benetta che, almeno sul piano teatrale, ha mostrato una certa disinvoltura nel passare dalla sensualità alla disperazione. Dal punto di vista prettamente vocale le cose funzionano molto meno, sono emerse non poche incertezze musicali e di gestione della linea di canto. Sonia Prina (Tolomeo) mostra ancora una volta la sua solida professionalità. La dizione è perfetta, la padronanza dell’organo vocale da manuale e la presenza scenica infiamma gli spettatori.
Il mezzosoprano Magdalena Urbanowicz delinea una delicata Cornelia. Il colore vocale non è privo di interesse, sicuramente dovrà acquisire una maggiore sicurezza e corpo. Federico Fiorio (Sesto Pompeo), è un sopranista dalla vocalità omogenea e molto ben proiettata, dalla sua prima apparizione sono volati ” bravo” dal pubblico che lo ha omaggiato ad ogni sua aria decretandone un più che meritato successo personale. Molto buona anche la voce del basso Rocco Lia (Achilla). Abbiamo anche apprezzato gli interventi di Patrizio La Placa (Curio) e di Antonello Dorigo (Nireno). A capo del valdio ensamble strumentale Auser Musici, il Maestro Carlo Ipata, specialista nel repertorio antico, ha saputo creare e risaltare gamme di colori di rara bellezza tra le voci e gli strumenti, tenendo sempre ben saldo ed equilibrato il rapporto tra orchestra e palcoscenico. Alla fine successo calorosissimo da parte di un pubblico partecipe che ha seguito con attenzione il lungo spettacolo (quasi quattro ore!).