Commedia in un atto di Antoine-Gabriel Jars. Prima rappresentazione: Parigi, Opéra-Comique, 12 marzo 1805
“Julie, ovvero il vaso di fiori” è una Commedia in un atto, in prosa mêlée de chants, come è indicato nella partitura. La parte recitata ha uno sviluppo molto ampio; quella musicale comprende una overture e otto numeri musicali. Pagine che si sovrappongono allo svolgimento dell’intreccio senza determinarlo, cosicchè questo ben poco risentirebbe da una loro ipotetica soppressione. Composta a Parigi nel 1805 ci porta ad analizzare l’inquadramento che di Spontini è possibile fare attraverso le sue maggiori opere drammatiche (e specialmente dalla Vestale ): perché Spontini, pur essendo formato a Napoli alla scuola d Cimarosa, appartiene a quei musicisti “napoleonici” che trovarono in Francia e Germania il terreno propizio per la loro attività di operisti, inserendosi con l’autorità in un costume che amava più rifarsi a Gluck che non hai metodi del melodramma “italiano”. L’idea di Spontini che, proprio negli anni in cui sta per affermarsi come drammaturgo di prestigio europeo, accetti di musicare gli otto pezzi della commedia in un atto di un certo Jars, può forse sconvolgere il ritratto consueto di un musicista estremamente “serio”, senza dubbio più propenso alle forme drammatiche, per una innata attitudine al “grandioso “, che non alle commedie di spirito francese, spesso di futile leggerezza.
Eppure anche in Julie emerge musicalità di Gaspare Spontini, e ne rivela – accanto ad una bravura artigianale fuori discussione – un tratto patetico, quasi di nostalgia settecentesca, proprio come se facessero forze su di lui, già avviato verso ben altre conquiste del teatro musicale europeo, le suggestioni giovanili dell’ opera napoletana. Ma passando attraverso un Mozart, più che ripetendo l’insegnamento di Cimarosa.
La trama di questo breve lavoro rientra in un canovaccio del tutto normale: c’è una ragazza Julie (soprano) che lo zio Mondour (basso) vuole maritare Verseuil (basso), un suo amico non più giovanissimo. Ma la ragazza è innamorata di un giovane ufficiale Valcour (tenore). Credendo che l’amato stia per partire per la guerra, cerca di farsi notare sporgendosi dalla finestra: così facendo lo colpisce con un vaso di fiori che cade in strada. Salito in casa per chiarire quanto successo, Valcour scopre dei progetti nuziali su Julie. Da qui tutta una serie di situazioni equivoche, tipiche delle commedie di questo tipo (scambio di persona, astuzie di donna, ecc.) che ovviamente portano a vincere le resistenze dello zio e Julie può sposare l’uomo che ama.
Julie, rappresentata per la prima volta la sera del 21 ventoso dell’anno 13 (corrispondente al 12 marzo 1805) fu in seguito sommersa da commedie più fortunate; ma ancora oggi sprigiona un profumo di un ambiente, e rivela la notevole attitudine del musicista a cogliere il senso delle situazioni drammatiche e tradurlo in melodie e in insiemi tutt’altro che di seconda mano, anche quando non sempre riesce a togliersi di dosso una certa ridondanza.