Il battement développé è un movimento lineare dell’arto libero e letteralmente si traduce con “battuta sviluppata”. Si può realizzare in tutte le direzioni con la pianta a terra, sulla mezza punta, in punta, combinato con plié, relevé e en tournant. Diverse sono le sue evoluzioni nel metodo Vaganova: battement développé passé, battement développé ballotté, battement développé balancé, battement tombé, développé soffice, per citare quelle elencate da Kostrovickaja e Pisarev in La scuola russa di danza classica. Metodo Vaganova.
Si tratta di un movimento caratteristico di adagio; il tempo lento è una sua saliente peculiarità così come l’accompagnamento musicale che deve essere legato e melodico.
Partendo dalla quinta posizione dei piedi, l’arto libero effettua un battement retiré davanti se la direzione del movimento è en avant o à la seconde, dietro se invece la direzione è en arrière. Nella fase di impostazione solitamente il movimento si fa cominciare dalla prima posizione utilizzando il coud-de-pied abbracciato. La posizione massima del retiré va raggiunta senza indugiare durante il percorso, pur rispettando il carattere morbido e legato del movimento e avendo avuto cura, in precedenza, di ramasser (raccogliere) le dita del piede dell’arto libero verso l’arto portante.
Nel capitolo dedicato allo studio delle gambe, Carlo Blasis nel suo Traité élémentaire théorique et pratique de l’Art de la Danse, afferma che i movimenti del danzatore devono essere subordinati ai tempi e ai movimenti della musica. Secondo il maestro napoletano, trascinare più del dovuto l’incipit del movimento, ovvero indugiare troppo nell’incipit del movimento, avrà come conseguenza una secchezza e una durezza fastidiose nell’esecuzione, tanto da rendere il movimento sgradevole.
L’attenzione prestata nella presa della posizione di sur le coud-de- pied attraverso il ramasser assicura di liberare l’arto libero dal peso del corpo, oltre che rendere più fascinoso e seduttivo l’avvio del movimento.
Contemporaneamente la gamba portante si tende al massimo trasformandosi in una sorta di cordone teso tra il pavimento e il soffitto, due dimensioni in costante dialogo nella danza: il basso e l’alto. L’effetto straordinario della controspinta del piede portante sul pavimento restituisce il corpo del danzatore come una sorta di edificio costituito e costruito da più piani sovrapposti. Tra un piano e l’altro del corpo, in questo modo, è come se si realizzassero dei corridoi articolari pieni d’aria. Questa sospensione distanzia i diversi piani dell’architettura del corpo del danzatore, contribuendo ad alleggerire il bacino e a liberare delle fasce d’aria tra le gambe ed esso, e poi ancora tra il bacino e il centro, tra il centro e la parte superiore. Questo ammaliante sistema di leve comunicanti consente di mettere costantemente in relazione le varie parti del corpo durante la realizzazione di qualsiasi movimento: non c’è nella tecnica classica nessuna libertà d’azione della gamba libera senza la responsabilità e una severa disciplina della gamba portante. Una buona riuscita del battement développé, dunque, sarà inevitabilmente collegata all’azione della gamba opposta, l’arto portante. Se questa saprà nutrirsi della linfa necessaria raccolta dal pavimento, allora la gamba libera potrà fiorire con luminosità verso qualsiasi altezza. È come dire che non ci sono vere altezze senza solide basi. Una volta raggiunta la posizione sul ginocchio, l’arto libero può finalmente svilupparsi e porgersi in tutte le direzioni e fin dove la personale libertà articolare dell’esecutore consente. Sembra che il danzatore a realizzare il battement développé per la prima volta all’altezza di 90 gradi dal pavimento sia stato Louis Dupré, icona della danza maschile del XVIII secolo.
Di grande effetto scenico il battement développé riesce a prolungare verso l’infinito la proiezione della gamba libera, quasi come se la gamba diventasse l’estensione di un pensiero, di una parola, di un moto del cuore. Sicuramente nella tecnica classica è all’uso delle braccia che si conferisce la responsabilità espressiva e comunicativa, ma se le gambe vengono utilizzate come prolungamento del centro del corpo, allora ecco che si materializza l’alchimia: utilizzare gli arti inferiori come una galleria energetica tra il fisico e lo spirituale.
Perché questo avvenga, il movimento di battement développé deve essere pensato come un gesto centralizzato che viene amministrato da quella zona del corpo che si colloca nella muscolatura profonda, in particolare nei paravertebrali e nel trasverso dell’addome: il centro. Questo è una zona remota, votata all’equilibrio e difficile da percepire; essendo ricca di propriocettori è accessibile alla coscienza mentale solo attraverso un suo intenso coinvolgimento.
Quando i movimenti sono correttamente gestiti e “sentiti” dal centro allora il gesto sarà sicuramente pregno di grazia, leggerezza e ‘onestà comunicativa’.
Se si osserva il momento di adagio di un pas-de-deux del balletto di repertorio, emergerà come i battement développé in alcuni casi trasformino le gambe in qualcosa che assomiglia ad un ago pungente o ad una lama tagliente, altre volte in vere e proprie “appendici del cuore”. Basti pensare all’uso graffiante e sferzante che ne fa il personaggio di Gamzatti in La Bayadère o l’uso che ne fa il personaggio della principessa Odile ne Il lago dei cigni che trasforma l’intero corpo in uno strumento magnetico di seduzione, inganno e sortilegio. In altri casi invece i battement développé è quasi come se trasformassero le gambe in braccia: in alcuni adagi sembra che l’arto libero dell’eroina quasi avvolga e abbracci il corpo del proprio partner o che, attraverso i battement développé, la danzatrice voglia prendere dal centro del suo corpo e dalla sua anima la propria passione, il proprio amore e offrirlo al proprio amato.
Quando una passione viene attraversata in profondità fagocita in maniera totale un corpo, fino a rendere quest’ultimo quasi incapace di contenerla. Ed è in quel momento che si verifica la meraviglia. Se il corpo non può bastare a contenere un’emozione, allora deve rilasciarla, portarla oltre se stesso, donarla. Da qui l’idea che i battement développé possano essere strumento di offerta di una passione, di un amore. Osservando i pas-de deux di Marguerite e Armand, gli amanti tormentati de La dame aux camélias , si percepisce chiaramente la funzione catartica di un développé se è al servizio del danzatore- interprete.
Magistrali interpreti di questi pas-de-deux sono stati la coppia Marcia Haidée e Ivan Liska, che in maniera commovente, ardente e totale usano i loro corpi per raccontare la storia di un amore resa impossibile dalle convenzioni sociali.
Oggi, con l’evoluzione delle capacità individuali che vedono aumentate incredibilmente le disponibilità articolari dei danzatori, spesso i battement développé diventano un modo per dimostrare un’abilità ginnica. Ma la danza non è semplicemente un’abilità fisica. Essa può essere considerata un’abilità fisica, a cui più o meno attraverso studio e predisposizione anatomica si può giungere, ma al tempo stesso è una disciplina che usa il corpo al servizio di un’abilità che nessun “allenamento” può insegnare: la necessità di comunicare e di instaurare una silente simpatia cinetica tra chi danza e chi osserva.
Non si può danzare mentendo. Non si può danzare per mostrarsi. Si danza per rivelarsi.