Margherita Rinaldi (Torino, 12 gennaio 1935)
All’inizio della sua carriera fu interprete di opere di Cimarosa, Paisiello, Piccinni, Mozart (una delle migliori interpretazioni della Rinaldi è stata Ilia nell’Idomeneo) per poi affrontare parti non esattamente protagonistiche (come Micaela o Musetta) per arricchirsi poi con Don Pasquale, L’elisir d’amore, Linda di Chamounix, Figlia del reggimento, Caterina Cornaro, Lucia di Lammermoor di Donizetti, I Capuleti e i Montecchi, La Sonnambula di Bellini, Rigoletto, La Traviata, Falstaff, Un giorno di regno (Bregenz, 1974) di Verdi. Una ulteriore prova importante nella carriera della Rinaldi si è avuta quando ha interpretato Amenaide nel Tancredi di Rossini all’Opera di Roma (1977-78). In quell’occasione pubblico e critica hanno in un certo senso riscoperto le qualità di questa preziosa interprete: l’omogeneità del timbro, l’uguaglianza dei registri, l’estensione agevole e nitida fino al “mi” bemolle sopracuto, il fraseggio gentile, pudico, senza melodrammismi di dubbio gusto; e non meno rivelante era il bagaglio tecnico della Rinaldi che brillava nella freschezza della coloratura e la intima ritegnosità del porgere. E la voce, col tempo, acquistò incisività più risonante e vibrata, l’espressione trovò la naturale via di ingrandimento del repertorio (le Lucie, Violetta, ecc.). Di certo, la Rinaldi, avrebbe meritato una carriera di maggior rilievo.