Torino, Auditorium RAI “A.Toscanini”, Concerti d’autunno 2021.
Orchestra Sinfonica Nazionale RAI
Direttore Tomáš Netopil
Violoncello Nicolas Altstaedt
Zdeněk Fibich: “Bouře” (La Tempesta) ouverture atto lll; Ernest Bloch: “Schelomo”, rapsodia ebraica per violoncello e orchestra; Antonin Dvořák: Sinfonia n.8 in Sol maggiore op.88
Torino, 2 dicembre 2021
6° concerto della stagione d’autunno con la direzione di Tomáš Netopil, attuale portabandiera della gloriosa tradizione ceka dei Talich, Ančerl, Kubelik e Neumann. In programma l’Ouverture all’atto lll di un’opera tratta dalla shakespeariana Tempesta, musicata dal boemo Fibich, autore di fine 800, a nostra memoria, mai da noi eseguito. Netopil è convinto del suo valore e ne auspica la conoscenza. Il pezzo di 10 minuti di durata, mette in azione l’intera orchestra, e dovrebbe suggerire, come mini-poema sinfonico, fatti e sentimenti del lavoro teatrale. È musica di facile impatto, gradevole, che si ricollega a modelli weberiani e wagneriani e che l’orchestra RAI esprime al meglio. Si dubita però che questi 10 minuti, per quanto apprezzabili, ed apprezzati dallo scarso, purtroppo, pubblico presente, possano dare una svolta decisiva alla diffusione da noi dell’opera di Fibich; Netopil dovrà perseverare e reiterare la proposta. Il concerto prosegue con Schelomo di Ernest Bloch: una composizione per violoncello ed orchestra nella quale lo strumento solista va a rappresentare la voce di Salomone (Schelomo) che, in modo dialogico con l’orchestra, “canta”, interpreta, suggerisce quanto nella Bibbia si trova nel Qoèlet e nel Cantico dei Cantici. I toni vanno dal suadente, al minaccioso al gioioso. Tutta questa gamma di “umori” è ben espressa dal formidabile Nicolas Altstaedt, strumentista dalla straordinaria bellezza e intensità di suono, e dal brillantissimo talento. L’orchestra si rapporta con il violoncello favorendone e supportandone il percorso. Il pezzo non è nella forma di un tradizionale concerto ma, come già in alcuni noti brani di Richard Strausss, qui il violoncello, con piena libertà formale, interpreta efficacemente il protagonista del poema sinfonico. Festeggiato e richiamato più volte sul palco, Nicolas Altstaedt ha stretto finalmente tra le ginocchia il suo formidabile Guadagnini del 1749, e ha meravigliosamente intonato la Sarabanda dalla 1° suite di Bach. Ultima proposta della serata: la sinfonia n.8. L’accoppiata Netopil-Dvořák è idiomatica, musica ed interprete si valorizzano a vicenda. L’orchestra Sinfonica Nazionale RAI ne diventa il formidabile tramite per la perfetta riuscita della serata. Impressionano: la compattezza di suono che rinsalda la struttura dell’Allegro con spirito, 1°tempo, la malinconia, venata di silenzi, dei legni nell’Adagio, 2°tempo, la lucentezza dei violini nel walzer dell’Allegro grazioso, 3°tempo, la vellutata morbidezza degli archi gravi dell’Allegro ma non troppo, 4°tempo. Netopil, in questa che è la più boema e meno brahmsiana delle sinfonie di Dvořák, preferisce tenere a freno il prorompente melodismo valorizzando la struttura, senza trascurare la meravigliosa cantabilità dei temi. L’ottimismo travolgente del finale trascina l’entusiasmo dell’uditorio che decreta un incondizionato successo a musica ed esecutori. Foto Marco Borggreve