Torino, Auditorium RAI “A.Toscanini”, Concerto di Natale 2021.
Orchestra Sinfonica Nazionale RAI
Direttore Robert Trevino
Pëtr Il’ič Čajkovskij: Lo Schiaccianoci. Selezione dalle musiche del balletto in due atti, op.71
Torino, 22 dicembre 2021
Torna il Natale e con esso, all’Auditorium RAI “A. Toscanini” di Torino, oltre alle rosse decorazioni floreali del palco, i rossi cotillons sul capo di alcuni orchestrali, lo sfavillante Schiaccianoci.
La partitura presentata è quella del balletto e non la suite elaborata dall’autore per l’esecuzione concertistica. Per rispettare le tempistiche imposte dalla pandemia, 70 minuti massimi e niente intervallo, se ne è eseguita una selezione che ha sacrificato, avendone però mantenuto l’ouverture, i primi 5 numeri del balletto. Quindi niente albero di Natale e sua decorazione, niente festa con gli invitati e distribuzione dei regali. Si inizia con gli invitati che se ne vanno, con la notte e lo Schiaccianoci che animato combatte e vince i terribili topastri. Il colpo di moschetto e il fragore dei piatti fanno sobbalzare e attizzano l’attenzione e la curiosità del pubblico cosicché non si sente eccessivamente la mancanza di coreografie e danzatori. Lo spettacolo, un hollywoodiano cinemascope in technicolor, lo creano il texano maestro Robert Trevino e l’OSN Rai, che trasformano l’ineffabile partitura in una fantasmagoria di timbri e di suoni. La conduzione dell’orchestra è precisissima, scrupolosa e attenta, nulla viene trascurato e tutto è coinvolgete. Se nel balletto è sulle scene, le coreografie e le ballerine e i danzatori che si concentra l’attenzione qui è sui suoni, sul loro impasto, sulle loro sfumature e su chi li genera. L’ OSN Rai è un vero insieme di validissimi solisti e con questa partitura che evidenzia l’inarrivabile abilità di orchestratore dell’autore, ognuno di essi è protagonista.
Seguendo settimanalmente quest’orchestra, negli apprezzamenti c’è il rischio di ripetersi, per cui si danno per scontate la compattezza e la precisione dei violini, la bellezza del suono di viole e violoncelli, il fondamentale sostegno dei contrabbassi. Nella partitura hanno un impegno solistico i legni, compreso il corno inglese, gli ottoni, di cui il quartetto dei corni assicura allo spettacolo la giusta atmosfera di favola meravigliosa. Le percussioni, dal penetrante triangolo all’assordante grancassa agli strepitanti piatti, aiutano a esemplificare i vari momenti della storia che si racconta. Infine, come raccordo tra l’ipotetico palcoscenico calcato dalle scarpine della danza e la fossa strumentale, meritano una citazione speciale la celesta e le arpe che qui assumono un peso come in pochissime altre composizioni; il loro timbro e il liquido snocciolare di note anticipano, accompagnano e poi riprendono le movenze che si svolgerebbero sulla scena, se il balletto ci fosse: note affascinanti che riecheggiano l’affascinante ticchettare delle scarpine delle danzatrici.
Non crediamo che questa partitura, normalmente asservita alle esigenze dei tempi e degli sforzi richiesti dalla pratica della danza, possa avere un esito strettamente musicale più soddisfacente di quanto ascoltato questa sera. Il pubblico che stipava ogni ordine di posti, ne è stato conquistato tanto da applaudire ad ogni chiusura di numero musicale. Il consenso ottenuto, ha felicemente costretto l’orchestra ad un bis: la Danza Russa (Trepak) eseguita ad una velocità che ai soli cartoons di Walt Disney sarebbe stata possibile accompagnare. Ovazioni finali reiterate per Trevino e per ogni singolo orchestrale. Una vera festa di Natale collettiva.
Si può riascoltare il concerto su Raiplay Sound e rivedere sul sito di Raicultura.