Rita Streich (Barnaul, 18 dicembre 1920 – Vienna 20 marzo 1987)
Dopo gli studi di canto a Berlino con la Ivogün, la Berger e Domgraf Fassbänder, ha esordito nel 1943 in Boemia, cui ha fatto seguito un triennio di formazione professionale fino a che non le si è offerta l’occasione di un’esibizione all’Opera di Stato berlinese in due opere di rilevante impegno, “I racconti di Hoffmann” (Olympia) e “il ratto del serraglio” (Blondchen). Si precisavano così le sue caratteristiche di virtuosa del genere coloratura, che poi le avrebbero consentito di affrontare ogni parte repertorio leggero in particolare di quello austro-tedesco, affermandosi nei più grandi centri operistici internazionali, da Vienna a New York, a Salisburgo. Le sue apparizioni per fortunate sono rimaste comunque quelle mozartiane Pamina e Regina della notte in “Flauto Magico”, Blondchen nel “ratto dal serraglio”, Susanna ne “Le nozze di Figaro”) e straussiane ( Sofia nel “Cavaliere della rosa”), in cui ha fatto valere estensione rilevante e di astrale precisione, non disgiunte da una certa morbidezza (in particolare nella Sofia del Cavaliere straussiano), di una polpa vocale, se non ampiezza, non del giusticante le sue molteplici escursioni anche nel repertorio italiano (“Rigoletto”, “Traviata”) e francese (“Romeo et Juliette”). “Soubrette” briosa, fra le maggiori del teatro tedesco del dopoguerra, ha avuto molti apprezzamenti anche in tutto il genere operittistico, da Offenbach a Johann Strausse Franz Lehar, così come in quello cameristico (da Schubert a Wolf a Debussy, da Mozart a Ravel).