Paolo Silveri (Ofena, 28 dicembre 1913 – Roma, 3 luglio 2001)
Dopo gli studi musicali a Roma, prese parte a numerosi spettacoli presso il Teatro dell’Opera in qualità di basso, dal 1940 al 1943, anno in cui esordì come baritono in Traviata, nello stesso teatro, assumendo gradualmente una posizione di spicco nel panorama dell’epoca, coronato da una brillante carriera internazionale.
Baritono “cantante”, dal colore morbido, un po’ disuguale, non bellissimo nel senso convenzionale del termine, ma accattivante, se non addirittura fascinoso, Silveri, si mise in luce comunque per l’ottima impostazione, la sincera nobiltà della linea di canto in un periodo di predominante vocalità “veristeggiante” . Nonostante il repertorio assai vasto (affrontò anche opere come Il principe Igor di Borodin, La fiamma di Respighi) il sigillo della sua carriera porta il nome di Verdi, di cui è stato uno dei dei più grandi interpreti della sua generazione. La fluenza vocale presentava una facilità di prim’ordine, l’estensione era completa delle due ottave, lo ricordiamo in modo particolare nel Simon Boccanegra, di cui Silveri ha resuscitato (anche in una felice incisione discografica) la corda dolente, ossia l’estrosa contraddizione, di cui quest’opera vivere, fra eroismo infranto e cupa malinconia senile, con vera autorevolezza d’accento e sensibile intuito storico-stilistico.