Verona, Teatro Filarmonico, Stagione Lirica 2021
“COSÌ FAN TUTTE”
Dramma giocoso in due atti su libretto di Lorenzo Da Ponte
Musica di Wolfgang Amadeus Mozart
Fiordiligi VITTORIA YEO
Dorabella CHIARA TIROTTA
Guglielmo ALESSANDRO LUONGO
Ferrando MARCO CIAPONI
Despina ENKELEDA KAMANI
Don Alfonso ALFONSO ANTONIOZZI
Orchestra e Coro della Fondazione Arena di Verona
Direttore Francesco Ommassini
Maestro del Coro Vito Lombardi
Regia Yamal das Irmich
Scene Angelo Finamore
Costumi Silvia Bonetti
Luci Paolo Mazzon
Nuovo allestimento della Fondazione Arena di Verona
Verona, 31 ottobre 2021
Così fan tutte, terzo ed ultimo capolavoro frutto della collaborazione tra Mozart e Da Ponte, è tornato al Filarmonico di Verona dopo gli allestimenti del 1976 (regìa di Ladislav Stros), 1989 (Luca Ronconi), 2004 (Carlo Battistoni) e 2006 (Daniele Abbado). Opera di un certo impegno, circa tre ore complessive di musica, pure consacrata alla discografia nonostante non vi sia una vera e propria edizione di riferimento; fa eccezione tuttavia il live della leggendaria produzione alla Piccola Scala, per il bicentenario mozartiano, che nel 1956 riunì le voci della Schwarzkopf, Merriman, Sciutti, Alva e Panerai con Guido Cantelli sul podio pochi mesi prima che una sciagura aerea ci privasse, a soli 36 anni, di uno dei più grandi direttori d’orchestra del Novecento. Questa edizione veronese si avvale di un cast vocale giovane, su cui svetta il solido mestiere di Alfonso Antoniozzi nei panni dell’omonimo filosofo autore della scommessa che muove tutta la vicenda; già presente in questo ruolo nell’edizione 2006, il suo Don Alfonso ha i tratti della consumata esperienza di chi conosce bene i meccanismi della vita e di come funziona il mondo; convincente nella linea vocale, riesce ad essere un autentico perno attorno al quale ruota il resto della compagnia di canto risultando determinante nelle scene d’insieme. Fiordiligi era Vittoria Yeo, bene inserita in questo ruolo anche se abbastanza prudente nella celebre Come scoglio immoto resta; accanto a lei la Dorabella di Chiara Tirotta perfettamente a suo agio grazie ad un bel colore di voce che le consente di risolvere il canto spiegato quanto le agilità. Di particolare interesse il tenore Marco Ciaponi, un Ferrando nobile e raffinato, la cui vocalità richiama quella di altri tempi: nella sua Un’aura amorosa ha sfoggiato una invidiabile linea di canto che ha strappato applausi a scena aperta. Il suo commilitone (e vittima anch’egli della scommessa) Guglielmo era reso con convincente sicurezza da Alessandro Luongo, baritono dotato di un buon colore capace di inserirsi appropriatamente nella complicata trama vocale mozartiana. A completare la compagnia la godibilissima Despina di Enkeleda Kamani, giovane soprano albanese di bella presenza, dotata di spiccata musicalità e di notevole abilità scenica. Come già sottolineato, tutta la compagnia di canto ha saputo tenere con singolare efficacia le cospicue scene d’insieme. Dal podio Francesco Ommassini tiene con sufficiente sicurezza, ma non con pregnante presenza, la pur difficile quadratura tra orchestra e palcoscenico; la sua è comunque una lettura interpretativa ben funzionale alle esigenze musicali combinate all’azione scenica. Ottima la prestazione dell’Orchestra della Fondazione Arena, posizionata felicemente scoperta e a livello della platea, capace di spiegare sempre un bel suono. Anche il coro della fondazione, diretto da Vito Lombardi, seppur ridotto negli interventi ha condotto dignitosamente in porto la sua prestazione. Venendo alla parte visiva, la regìa era firmata dal giovane Yamal Das Irmich che ha ambientato l’azione negli anni ’50 assimilandola ad una sorta di film commedia hollywoodiana. In questo è stato ampiamente agevolato dalle scenografie di Angelo Finamore (efficaci i rapidi cambi ottenuti con scene rotanti), dai costumi di Silvia Bonetti e dalle luci di Paolo Mazzon; il risultato è stato uno spettacolo visivamente leggero e godibile. Un pubblico scarso (meno della metà della platea occupata) ma pur prodigo di applausi ha decretato il successo di questo nuovo allestimento della Fondazione Arena. Foto Ennevi per Fondazione Arena