Ludwig van Beethoven (Bonn 1770 – Vienna 1827): Trio per violino, violoncello e pianoforte in do maggiore (arrangiamento di Carl Reinecke dal Triplo Concerto, op. 56). Fryderyk Chopin (Zelazowa Wola, Varsavia, 1810 – Parigi 1849): Trio in sol minore op. 8.
Gidon Kremer (violino), Giedrè Dirvanauskaité (violoncello), Georgijs Osokins (pianoforte). Registrazione: Maggio 2019 presso la Karol Szymanowski Academy of Music Concert Hall, Katowice. T. Time: 67′ 19″ 1CD Accentus ACC30529
Due Trii, entrambi originali anche se per diverse ragioni, costituiscono il programma di un’interessante proposta discografica dell’etichetta Accentus. Si tratta, infatti, del Trio per violino, violoncello e pianoforte in do maggiore op. 56, in realtà un arrangiamento realizzato dal compositore, pianista e direttore d’orchestra tedesco Carl Reinecke (Altona 1824 – Berlino 1910), del Triplo concerto di Beethoven, e del Trio in sol minore op. 8, lavoro giovanile di Chopin, la cui produzione cameristica, nella quale non manca mai il pianoforte, appare piuttosto esigua. In questa produzione, insieme all’amato pianoforte, eccezion fatta per le Variazioni in mi maggiore su un tema della Cenerentola di Rossini per flauto e pianoforte, troviamo il violoncello. Quali furono le ragioni di questa predilezione? Molto probabilmente esse vanno ricercate nell’amicizia che il compositore polacco intrattenne a Varsavia con il principe Antoni Radziwill, dilettante di canto, di composizione e di violoncello appunto, e con il famoso violoncellista francese Auguste Franchomme a Parigi. Proprio ad Antoni Radziwill è del resto dedicato questo Trio, composto tra il 1828 e il 1829 e completato probabilmente durante un soggiorno nella residenza estiva del principe. Anche in questo lavoro la parte preponderante è sostenuta dal pianoforte come si può vedere già nel primo dei quattro movimenti di cui è costituito. Come si diceva in precedenza, il Trio di Beethoven è in realtà una trascrizione del Concerto triplo op. 56 realizzata da Carl Reinecke che, in questo suo arrangiamento, ha regalato al celebre lavoro sinfonico un carattere intimistico che si adatta bene al carattere concertante dell’opera di Beethoven.
Ad eseguire questi due lavori sono Gidon Kremer (violino), Giedrè Dirvanauskaité (violoncello), Georgijs Osokins (pianoforte) che mostrano uno straordinario affiatamento. I tre strumenti si integrano perfettamente dialogando tra di loro in una perfetta intesa che non è mai minacciata dal pianoforte. Osokins, nonostante sostenga la parte preponderante in entrambi i lavori, non soverchia mai gli altri artisti, ma sceglie bene i momenti in cui ritirarsi per accompagnare e quelli, invece, in cui deve partecipare al dialogo con gli altri strumenti. Si tratta, in definitiva, di un CD di ottima fattura che regala un’ora di piacevolissimo ascolto.