L’Associazione Italiana per la Ricerca sulla Danza (AIRDanza), in collaborazione con il Cesal (Centro Studi sull’America Latina) e l’Università di Napoli “L’Orientale” organizzano una giornata di studi dedicata alla figura di Joan Turner Jara giovedì 28 ottobre (Palazzo Corigliano, ore 16.00 – modalità mista).
Joan Turner è una ballerina britannico-cilena, attivista e vedova del cantante, attore e regista teatrale cileno Victor Jara. Nata in Inghilterra il 20 luglio 1927 è stata allieva e danzatrice dell’anima rivoluzionaria e militante della danza d’espressione tedesca, Kurt Jooss. Giunge in Cile agli inizi degli anni Cinquanta insieme al marito Patricio Bunster (danzatore e coreografo del Ballet di Kurt Jooss, nonché icona della storia della coreografia cilena e profondo sostenitore del potere trasformativo della danza all’interno della società). Insieme aprono una scuola di danza, oggi sede del Balletto Nazionale Cileno, all’interno della quale propongono il frutto delle loro esperienze maturate all’interno della compagnia di Kurt Jooss. La loro scuola diviene così l’anima pulsante della cultura coreica cilena nonché il luogo dell’incontro tra Joan e Victor Jara, che, all’epoca, lavora come compositore in una produzione coreografica di Patricio Bunster. Da quel momento la biografia di Joan si intreccia inesorabilmente con la drammatica storia del Cile. Victor trascrive i canti della tradizione popolare cilena, usa i fine settimana per andare nelle campagne a incontrare i contadini e, tra una chitarra e un vino, lavora alle sue ricerche. È la metà degli anni ’50, Pablo Neruda sostiene la necessità di ricostruire l’identità culturale cilena cancellata dalle mode straniere. Ci si buttano in molti in quell’impresa: nasce la Nuova Canzone Cilena. La madre è Violeta Parra, la quale ha un influsso fortissimo su Victor. Musicisti, poeti, attori della Nuova Canzone Cilena sostengono il candidato Salvador Allende nel 1964 e poi nella vittoria del 1970. Allende e gli artisti hanno obiettivi comuni: la lotta anti imperialista, la democratizzazione del paese, la giustizia sociale. Victor dedica le sue canzoni alla povera gente ammassata nelle poblaciones, case costruite con materiali di fortuna in terreni occupati. Dopo l’assassinio di Victor, avvenuto durante il colpo di stato dei generali del 1973, Joan è costretta all’esilio. Quando rientra in Cile, assieme all’ex marito Patricio Bunster fonda il Centro de Danza Espiral (due volte bombardato e raso al suolo) che si occupa dell’educazione coreutica dei giovani delle classi sociali più umili, oggi sede del Balletto Nazionale Cileno.
La storia della vita di Joan sembra paradigmatica di un modo di intendere il mezzo artistico e lo studio della danza come modo di operare attivamente nella società. Joan ha usato la danza forse nella sua accezione più nobile: come mezzo per educare e per aiutare i giovani a capire il corpo per “capire” il mondo.
La storia di Joan è una storia di passione: per una terra, per la danza, per l’insegnamento, la passione che l’ha legata negli intenti e nella vita a due uomini che hanno fatto dell’arte uno strumento di resistenza e di intervento operoso nella società. Patricio Bunster, attraverso la danza, e Victor Jara, attraverso il teatro e la musica, hanno dedicato le proprie esistenze alla trasmissione della cultura alle classi sociali più emarginate, hanno acceso menti e infiammato cuori attraverso le proprie passioni e Joan è stata la compagna instancabile di questi percorsi. Dalla morte di Victor, si è dedicata a perpetuare la memoria di lui, del suo lavoro e dei suoi valori. Ha pubblicato An Unfinished Song: The Life of Victor Jara nel 1984, e dirige la Fondazione Víctor Jara con sede a Santiago.
Ancora oggi, attraverso la Fondazione, l’impegno di Joan è significativo e commovente.
In questo momento di forte individualismo e di reflusso culturale e umano, proporre il racconto di questa storia esemplare di una vita che cerca un senso nell’impegno sociale e nella ricerca della giustizia, potrebbe ricordarci qual è il valore più vero e profondo dell’arte, e ricondurci ad esso. L’incontro proposto ha l’obiettivo di fornire uno spaccato del contesto artistico, storico, politico e sociale nel quale si sviluppa la vicenda di Joan. Restituire uno spaccato di un periodo del Novecento che non va dimenticato ma anzi riletto e attualizzato. Su tale vicenda, i responsabili del progetto, Maria Virginia Marchesano e Francesco Petti, stanno attualmente lavorando per produrre uno spettacolo teatrale da far circolare in ambito scolastico, ma non solo.
Link per seguire l’evento da remoto: https://us02web.zoom.us/j/89913874197?pwd=NEJ1bC9nN3RuSlhhMVNSRkxneUl2QT09
Programma:
Saluti del Direttore dell’Accademia Nazionale di Danza Enrica Palmieri
Interventi di
Elisa Guzzo Vaccarino (Critica e Storica di danza), Turner, Bunster, Jara. La danza moderna di lotta latino-americana
Raffaele Nocera (Professore di Storia dell’America Latina presso l’Università l’Orientale di Napoli), Il Cile di Victor Jara
Maura Morales Bergman (direttore della fotografia del documentario Santiago Italia di Nanni Moretti), Santiago, Italia
Filomena Zamboli (Dirigente scolastica liceo coreutico “E. Pascal”, Pompei), Il liceo coreutico: capire il corpo per capire il mondo
Francesco Petti (attore e regista), Joan e Victor. Un progetto teatrale
Stefano Gavagnin (Phd in Musica e Spettacolo, Università di Roma, La Sapienza), “Siempre será canción nueva”: Víctor Jara e la canzone cilena
Moderano:
Roberta Albano (Docente di Storia della Danza – Accademia Nazionale di Danza) e Maria Virginia Marchesano (Docente di Tecnica classica e Storia della Danza, Liceo Coreutico “E. Pascal”, Pompei)
info@ airdanza.it; mvirginia.marchesano@gmail.com