Ernest Chausson (Parigi, 21 gennaio 1855 – Limay, 10 giugno 1899): Concerto per violino, pianoforte e quartetto d’archi in re maggiore op. 21 (Decidé-Calme-Animé; Sicilienne; Grave; Très Anomé). Chanson perpetuelle op. 37. Simon Gollo (violino). John Novacek (pianoforte). Benjamin Sung, Ingrid Gerling (violini), Randolph Kelly (viola), Maki Kubota (violoncello). Registrazione: Auditorio Manuel de Falla (Granada) 13-16 gennaio 2019. T. Time: 50′ 15″. 1 CD IBS Classical IBS62020
Personalità dai molteplici interessi che andavano, per restare nell’ambito artistico, dalla pittura alla musica e alla poesia, Ernest Chausson (Parigi, 21 gennaio 1855 – Limay, 10 giugno 1899) fu autore di una cospicua produzione, soprattutto se considerata la sua prematura morte avvenuta a 44 anni in seguito ad un incidente avuto con la sua bicicletta. All’interno della sua produzione, oltre al celebre Poème per violino e orchestra entrato stabilmente nel repertorio sinfonico, rivestono una certa importanza il Concerto per violino, pianoforte e quartetto d’archi in re maggiore op. 21 e la Chanson perpetuelle op. 37, che costituiscono il programma della presente interessante proposta discografica dell’Ibs Classical. Il primo, scritto per un organico assimilabile a un sestetto, essendo costituito da un pianoforte e da un violino solista a cui si aggiunge un quartetto d’archi, è un lavoro nel quale la forma del doppio concerto (per violino e pianoforte), a cui fa riferimento il titolo, è “contaminata” da quella del sestetto. Eseguito per la prima volta a Bruxelles il 4 marzo 1892 con il violinista Eugene Ysaye, al quale è dedicato, in qualità di solista, il Concerto è costituito da quattro movimenti. Il primo, in forma-sonata, vive del contrasto tra il primo tema, basato su un motto iniziale esposto dal pianoforte, e il dolce secondo tema, mentre il secondo movimento è una malinconica, Siciliana. All’intenso e meditabondo terzo movimento, Grave, segue il Finale dalla struttura rapsodica. Composta nel 1898 su un testo di Charles Cros per il soprano Jeanne Raunay,che la eseguì per la prima volta un mese dopo, il 28 gennaio 1899, Chanson perpetuelle del quale Chausson fece tre versioni, per voce e pianoforte, per voce e orchestra e per voce e quartetto d’archi, è una pagina malinconica di intenso lirismo
Ottima l’esecuzione di entrambi i brani con il quartetto d’archi, formato da Benjamin Sung e Ingrid Gerling (violini), Randolph Kelly (viola) e Maki Kubota (violoncello) che accompagnano sempre con discrezione i solisti Simon Gollo (violino) e John Novacek (pianoforte) nel Concerto e il soprano Mariola Cantarero nella Chanson, con i quali si integra alla perfezione dialogando. Molto belle e dense risultano, infatti, le sonorità ed estremamente equilibrate tra i vari strumenti. La prova Simon Gollo, in particolare, si segnala per una cavata veramente espressiva e un’ottima tecnica. Nella Chanson, Mariola Cantarero mostra una particolare attenzione al fraseggio e alle emozioni suscitate dal testo che riesce a rendere in modo convincente.