98° Arena di Verona Opera Festival 2021
Orchestra dell’Arena di Verona
Direttore Jochen Rieder
Tenore Jonas Kaufmann
Soprano Martina Serafin
Baritono Nicolò Ceriani
Musiche di Richard Wagner, Giuseppe Verdi, Umberto Giordano, Giacomo Puccini, Franz Lehar…
Verona, 17 agosto 2021
Un’Arena pressoché sold-out per salutare l’attesissimo debutto veronese del tenore Jonas Kaufmann nella serata di Gala a lui dedicata. Particolarmente numerosi erano gli appassionati tedeschi che nel tenore bavarese identificano un certo orgoglio nazionalistico che va a spezzare l’egemonia tenorile italiana; in particolare sul cantante bavarese gravavano le aspettative del cimento wagneriano, ormai di rarissimo ascolto a Verona. Con lui ha condiviso il palcoscenico e la serata il soprano Martina Serafin, dal cognome veneto ma nata e naturalizzata austriaca, la quale si è dimostrata un’ottima spalla per un evento che sulla carta si presentava come un doppio passaporto musicale. Il concerto si è aperto dunque nel nome di Wagner con il preludio e l’intera scena finale del primo atto di Die Walküre; e proprio qui si è ascoltata la parte migliore di Kaufmann a cui, per evidenza di impostazione vocale e di carattere, il repertorio tardoromantico e la configurazione eroica del personaggio risultano particolarmente congeniali. Gli accenti ora fieri, ora di toccante tenerezza di Sigmund e Sieglinde dall’estrazione della spada all’appassionato abbraccio nella notte sono stati particolarmente suggestivi con efficace gioco di chiaroscuri vocali particolarmente graditi dal pubblico nostrano non abituato all’opera tedesca e perciò predisposto ad un riverente quanto sacrale silenzio.
La seconda parte, tutta italiana, ha visto Kaufmann cimentarsi con le celebri La vita è inferno all’infelice … O tu, che in seno agli angeli da La forza del destino e Un dì, all’azzurro spazio da Andrea Chénier: qui purtroppo, dove il canto è più spiegato che eroico risultano evidenti alcune disomogeneità tra un registro vocale allargato nei bassi e la zona acuta (comunque posseduta generosamente) che tende quasi a sbiancare, complice anche l’eccessivo ricorso a mezzevoci forse di richiamo più liederistico che lirico e verista. In ogni caso non è mancata la generosità da parte sua e non si può certo dire che si sia risparmiato; del resto è pur sempre l’idolo del momento. Martina Serafin, già nota al pubblico areniano, è voce di bel carattere e temperamento, dimostrati nell’ assai impegnativo Nel dì della vittoria … Vieni! T’affretta dal Macbeth ed ancora da La mamma morta da Andrea Chénier. Dallo stesso lavoro di Giordano ha poi duettato con Kaufmann nel vibrante finale Vicino a te s’acqueta con accenti drammatici di un certo impatto emotivo. Il carceriere Schmidt, per un brevissimo cameo, era interpretato dal baritono Nicolò Ceriani. Sul podio, guida abbastanza sicura, era il direttore Jochen Rieder che ha accompagnato con buona pregnanza musicale le voci: l’orchestra della Fondazione, poco avvezza al sinfonismo wagneriano è risultata comunque convincente già dal preludio al terzo atto del Lohengrin e nel successivo preludio da Die Walküre con la sezione ottoni sugli scudi. Di ordinaria amministrazione, invece la sinfonia da La forza del destino e l’Intermezzo di Manon Lescaut. A sorpresa, dai due cantanti sono venuti ben sette bis, offerti con simpatica spontaneità ad un pubblico particolarmente caloroso: Nessun dorma, E lucean le stelle, Mattinata di Leoncavallo, Meine Lippen (Lehàr, Giuditta), Non ti scordar di me, Lippen Schweigen (Lehàr, Die lustige Witwe) per concludere con il bellissimo e delicato Ombra di nume del compositore e sacerdote Licinio Refice. Come già sottolineato, pubblico particolarmente caloroso ed entusiasta per una serata che rimarrà di sicuro nella memoria dei melomani più appassionati. Foto Ennevi per Fondazione Arena