Giacomo Meyerbeer (1791 – 1864): La Musica Sacra

 Sacred Works nella trascrizione di Dario Salvi: Jephtas Gelübde (‘Jephtha’s Vow’) (1812); Zwei Religiöse Gedichte von Jakob Neus (‘Two Religious Poems by Jakob Neus’) (1841); Hymne An Gott (‘Hymn to God’) (1813); Prélude (1863) et Cantique tiré de l’imitation de Jésus-Christ (‘Canticle from the Imitation of Jesus Christ’) (1859); Psalm 124: Wenn der Herr nicht bei uns wär (‘If the Lord had not been with us’) (1807); Psalm 86: Lehre, Ewiger, lehre mich deine Wege (‘Teach me, O Lord, teach me Your ways’) (1807); Pater noster (1857); Gott und die Natur (‘God and Nature’) (1811); Gottergebenheit (‘The Divine Condition’) (1841). Andrea Chudak (soprano). Jakub Sawicki (pianoforte e organo). Neue Preussische Philharmonie. Dario Salvi (direttore). Registrazione: 12-14 marzo 2018 presso l’Andreaskirche, Berlin-Wannsee, Germania. T. Time: 66’04” 1 CD Naxos 8.573907
Famoso per i suoi Grand-Opéra, Giacomo Meyerbeer fu autore di una produzione sacra di grande interesse tanto più che la sua fede ebraica avrebbe potuto limitare la sua fonte d’ispirazione solo all’Antico Testamento escludendo i testi Cristiani. In realtà la sua apertura mentale lo portò  ad utilizzare come fonte d’ispirazione non solo testi di mistici del Medioevo cristiano, ma anche temi della tradizione cattolica. Meno conosciuta e oggetto di nuove interessanti scoperte, la produzione sacra di Meyerbeer è protagonista di due proposte discografiche rispettivamente della Naxos e dalla CPO.
Il programma di quella della Naxos appare abbastanza vario e, per certi aspetti, originale, dal momento che propone l’ascolto di passi di oratori insieme con lavori destinati anche alle celebrazioni liturgiche in trascrizioni per pianoforte o organo e archi realizzate da Dario Salvi che, in questo modo, prosegue una tradizione di arrangiamenti e potpourri di lavori di Meyerbeer che ha avuto in Chopin, Liszt e Rossini illustri predecessori. Si parte, infatti, con l’ascolto della trascrizione per il suddetto organico dell’ouverture e dell’aria per soprano Ich will mein junges Leben, tratte dall’oratorio Jephtas Gelübde (Il voto di Iefte), lavoro giovanile composto nel 1812 su libretto di Aloys Schreiber, autore del testo anche dell’altro oratorio Gott und die Natur (Dio e Natura) risalente al 1811 e del quale è possibile ascoltare l’aria Es geht aus seinem Strahlentor. Destinate alle celebrazioni sono Zwei Religiöse Gedichte (Due liriche religiose), composte nel 1841 su un testo di Jakob Neus per un organico originariamente costituito dall’organo, due soprani e contralto. Lavoro giovanile è, invece, Hymne An Gott che Meyerbeer compose, originariamente per quattro voci miste, nel 1813 su un testo del poeta Friedrich Wilhelm Gubitz, assiduo frequentatore del salotto tenuto a Berlino dalla madre del compositore, Amalie Beer. D’ispirazione cattolica e, in particolare, della mistica medievale è il tardo Prélude  et Cantique tiré de l’imitation de Jésus-Christ che trae spunto dall’Imitazione di Cristo, attribuito a Tommaso da Kempis. Completano il programma i Salmi 124 e 86, lavori giovanili risalenti al 1807 facenti parte di una raccolta di 12 Salni scritti per coro misto e orchestra, il Pater noster, composto nel 1857 per coro a cappella, e la lirica Gottergebenheit (La divina condizione) del 1841.

Come si diceva, tutti questi lavori nei quali Meyerbeer rivela il suo senso del teatro, ma anche della melodia, sono trascritti per organo o pianoforte, archi e soprano da Dario Salvi che li interpreta alla guida della Neue Preussische Philharmonie, scegliendo dei tempi e delle sonorità adeguati. In queste trascrizioni questi lavori di Meyerbeer guadagnano, però, un aspetto operistico, ma perdono qualcosa sul piano di quell’austerità che caratterizza la musica sacra. L’operazione, per quanto legittimata da una lunga tradizione, il cui scopo consisteva nell’Ottocento nella volontà di diffondere la musica anche dove non era possibile fruirne,
desta qualche perplessità in quanto la produzione discografica e internet hanno fatto venire meno le ragioni di quelle di trascrizioni. Quest’operazione, dunque, a giudizio dello scrivente, non appare completamente riuscita in quanto restituisce all’ascolto dei lavori poco fedeli agli originali dei quali non sempre si percepisce con chiarezza il tessuto polifonico per non parlare del fatto che la riscoperta di titoli rari dovrebbe essere guidata dalla volontà di farli conoscere nella loro genuinità
Ad interpretare questi lavori è il soprano Andrea Chudak, che,  affronta con una certa sicurezza e con partecipazione questi brani, anche se il fraseggio non appare sempre vario e scolpito soprattutto nell’aria tratta dall’oratorio Gott und die Natur. Ottimo, infine, il contributo di Jakub Sawicki all’organo e al pianoforte.
Giacomo Meyerbeer (1791–1864).
Hallelujah. The Choral Works: Hallelujah; Der 91. Psalm; Cantique; Pater Noster; Sieben geistliche Gesänge; An Mozart. Rheinische Kantorei. Hermann Max (maestro del coro). Christoph Lehmann (organo). Registrazione: 5-7 ottobre 2012 presso la Chiesa di St. Martinus. T. Time: 58’05”. 1 CD CPO LC 8492
Più omogenea e più fedele all’orginale rispetto a quella della Naxos  è certamente la proposta discografica della CPO nella quale si possono acoltare alcuni brani sacri di Meyerbeer per coro a cappella o accompagnato dall’organo, veste certamente più adatta alla destinazione religiosa, in quanto meno operistica e, inoltre, più consona a far gustare la scrittura polifonica del compositore tedesco. Nella proposta della CPO trovano la loro veste originaria alcuni brani come il Cantique tiré de l’imitation de Jésus-Christ e il Pater Noster, che, in quella della Naxos, erano presentati nella trascrizione, un po’ più “operistica” di Salvi. Oltre ai brani citati i
l programma del CD prevede un’Alleluja del 1815 per coro e organo, il Salmo 91 che, composto nel 1853, rivela l’ispirazione palestriniana, i Sieben geistliche Gesänge (I sette canti sacri), composti nel 1812 su testi di Friedrich Gottlieb Klopstock e rivisti nel 1841, e, infine, An Mozart su testo di Ludwig Rellstab.
Questi lavori sono splendidamente eseguiti dalla Rheinische Kantorei ben preparata e diretta da Hermann Max, attento a far emergere la scrittura polifonica di Meyerbeer. Negli episodi solistici emergono le voci  del soprano Veronika Winter, del contralto Anne Bierwirth, dei tenori Rüdiger Ballhorn, Immo Schröder e Bernhard Scheffel e dei bassi Gregor Finke, Markus Flaig, Patricio Ramos-Pereira e Matthias Vieweg.