Jesi, Teatro “G.B.Pergolesi”: “Notte per me luminosa”

Jesi, Teatro “G.B. Pergolesi”, Stagione lirica 2020 /21
“NOTTE PER ME LUMINOSA”
Scene liriche da personaggi dell‘Orlando furioso di Ludovico Ariosto. Soggetto e testo di Dario Olivieri.
Musica di Marco Betta
Orlando / Pastore GIACOMO MEDICI
Medoro / Astolfo  ALOISA AISEMBERG
Angelica  MARGHERITA HIBEL
Voce recitante  MICHELE BANDINI
FORM Orchestra Filarmonica Marchigiana
Direttore Marco Attura
Regia, costumi  Matteo Mazzoni
Scene Ginevra Fusari, Alice Gentili (Corso di Scenotecnica, Accademia di Belle Arti di Macerata)
Light designer Ludovico Gobbi
Video designer Luca Attili
Nuova produzione. Commissione Fondazione Teatro Comunale di Modena, Teatro dell’Opera Giocosa di Savona, Fondazione Teatri di Piacenza
Jesi, 29 maggio 2021
Il Teatro Pergolesi ci riprova e dopo l’ennesima “pausa forzata” dovuta alla pandemia, si riaccendono le luci sulla stagione lirica. Il  direttore artistico Cristian Carrara ha ringraziato il pubblico presente per poi dedicare  un minuto di silenzio a tutti i personaggi del mondo dello spettacolo  scomparsi nell’ultimo anno. Si parte recuperando ” Notte per me luminosa”, lo spettacolo previsto per il  novembre 2020. Un atto unico, un ampio “madrigale” a più voci,  scritto tra la primavera e l’estate del 2016 da Dario Olivieri  – ispirato agli  ultimi istanti di vita di Ludovico Ariosto in una notte d’inizio  estate del 1533 –  e messo in musica da Marco Betta. Il titolo tratto  da un’elegia di Sesto Proverzio  celebra il ricordo di una passione amorosa attraverso l’immagine paradossale di una notte che per l’amante è luminosa più del giorno. Dopo il preludio, la prima scena ci presenta Ludovico Ariosto che, in una sorta di  dormiveglia, inizia a ricordare la sua sua vita  e la stesura dell’Orlando Furioso, attorno a lui, da lontano,  risuonano due voci che cantano il Madrigale l°  costruito sui primi quattro versi di un poemetto di Jorge Luis Borges (Ariosto y los Arabes del 1060). Nella scena successiva compare Angelica,  poi  incatenata e spinta nel precipizio. È notte piena. Ariosto riprende la sua narrazione, mentre  risuona il  Madrigale ll° che cita un passaggio del capitolo XIX,  dell‘Elogio alla follia di Erasmo da Rotterdam (1511). La scena terza è imperniata sull’amore tra Angelica e Medoro  –  su testi tratti dall’Orlando furioso: un sincero lirismo musicale esprime il sentimento amoroso che unisce i due giovani. La scena rappresenta le volte di un’antica cattedrale. La voce lontana di un pastorello contiene una citazione dal Tristano e Isotta di Wagner. Ritroviamo quindi la follia di Orlando (Scena IV), Astolfo nel suo viaggio sulla luna (Scena V). Si arriva alla scena finale (VI) che vede i  personaggi di Angelica, Astolfo e Orlando raccogliersi intorno al poeta.

Il lavoro di scrittura di Olivieri è efficace, è un’opera sul mistero della creazione artistica e sul potere della letteratura, che si alimenta, come abbiamo citato,  di altre fonti poetiche e musicali.  Marco Betta (che ha dedicato questo lavoro alla memoria del direttore d’orchestra Massimo De Bernart) afferma : “è un’opera di osservazioni del testo e di come da esse si genera il suono naturale che poi diventa canto e strumento”. Una musica  che raccoglie memorie e mescola l’eredità delle antiche culture mediterranee con la grande tradizione classica e con la musica del nostro tempo.
La narrazione ha un
 taglio cinematografico che va a creare un  flusso sonoro e visivo continuo.La direzione di Marco Attura, a capo di  un’ensemble strumentale dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana (flauto, sassofono, violino, viola, violoncello, vibrafono, percussioni e pianoforte) è stata accurata, sensibile nel valorizzare al massimo i colori della partitura. Lo stesso discorso lo si può applicare alla regia di Matteo Mazzoni (che ha anche curato gli eleganti e ricercati costumi). Di bell’impatto visivo  l’allestimento scenico curato dalle giovani Ginevra Fusari e Alice Gentili, sicuramente valorizzato dal  gioco luci di Ludovico Gobbi e delle suggestive proiezioni video di Luca Attili, che creano profondità e bellezza alla scena. Il cast vede l’attore Michele Bandini impersonare con passione il ruolo di Ludovico Ariosto.  Accanto a lui ha primeggiato  Giacomo Medici  (Orlando /un pastore)  baritono di bel bel timbro e di solida emissione vocale. Ha inoltre profuso ottime capacità attoriali.  Valido l’apporto vocale e interpretativo del soprano Margherita Hibel (Angelica) e del mezzosoprano Aloisa Aisemberg (Medoro e Astolfo).  Il pubblico presente, “contingentato”, con molti giovani ha applaudito calorosamente.  Applausi “liberatori”  che salutano il  ritorno, si spera, alla normalità.