Convegno Internazionale di Studi Dante Performatico: Letture in diffrazione tra letteratura e performing arts.
Le performing arts attivano una serie di meccanismi emozionali, percettivi e cognitivi che permettono ai soggetti coinvolti di sperimentare un’esperienza unica e irripetibile. L’indagine alla base del Convegno internazionale di Studi, unico nel suo genere, intende mettere in relazione la letteratura e le performing arts.
Il 24 e il 25 maggio, con un collegamento da remoto che sarà possibile seguire live sul Canale Youtube dell’Accademia Nazionale di Danza, Dante performatico. Letture in diffrazione tra letteratura e performing arts, un convegno che nasce dalla volontà di sondare il rapporto tra letteratura e arti perfomartive, a partire dalla figura del Sommo Poeta. Gli studiosi presenti, provenienti da Università italiane e straniere, proporranno interventi rivolti a declinare il binomio letteratura-performing arts muovendo da generali questioni di carattere poetico, estetico e metodologico, approfondendo soprattutto le relazioni tra musica, danza, teatro e questioni dantesche. Troveranno così posto visioni panoramiche sulle reinterpretazioni coreografiche, musicali e teatrali dei testi di Dante, nel passato e nella contemporaneità, nonché studi su particolari motivi danteschi rivisitati in chiave performativa. Nell’incontro fra queste diverse pratiche culturali si configura una rete complessa di prestiti, rimandi e travisamenti, grazie alla quale pensare “per diffrazioni” il divenire sotteso alla vita, e alla vitalità, dell’arte
Il convegno Internazionale di Studi Dante performatico. Letture in diffrazione tra letteratura e performing arts si apre lunedì 24 maggio con i saluti istituzionali della Presidente dell’Accademia nazionale di Danza, prof.ssa Lucia Chiappetta Cajola, e del Direttore dell’AND, prof.ssa Maria Enrica Palmieri, ideatrice e coordinatrice del progetto Scene di un Inferno nel XXI secolo. A chiudere i saluti istituzionali l’introduzione di Sandra Fuciarelli, docente dell’AND, che ripercorrerà la tappa romana del Cammino dell’Eccesso soffermandosi sulle esperienze performative dei giovani danzatori dell’Accademia.
Il primo approfondimento, NIHIL ALIUD … QUAM ACTIO COMPLETA. Le fonti performatiche delle materie narrative, poetiche, letterarie, è di Fabrizio Deriu dell’Università degli Studi di Teramo. La prima sessione, coordinata dalla prof.ssa Lucia Chiappetta Cajola nel ruolo di CHAIR, prosegue con Elena Cervellati (Alma Mater Studiorum Università di Bologna) con La “poesia delle braccia e delle gambe”, ovvero dell’irriducibilità della danza, e poi con Roberto Fratini che, in collegamento dal Centre de Cultura Contemporània de Barcelona, porta il suo contributo dal titolo Vacabimus. Appunti per una kinesiologia dantesca. La mattinata si chiude con Dante nei libretti di danza, uno studio di Stefano Tomassini, docente dell’Università IUAV di Venezia.
>Sempre da Venezia, ma dall’Università Ca’ Foscari, porta il proprio contributo agli studi tra arti perfomative e il Sommo Poeta, Pier Mario Vescovo con un intervento dal titolo Dante e il genus dragmaticum. In questa seconda sessione coordinata da Francesco Deriu, il panorama partenopeo è la materia di indagine di Francesco Cotticelli (Università degli Studi di Napoli “Federico II”) con Dante e la scena napoletana. Appunti per una ricezione, e di Maria Venuso (Istituto Suor Orsola Benincasa di Napoli) con Dante e il ballo teatrale a Napoli nell’Ottocento.
L’ultimo approfondimento della giornata (h 17:00), che vede Elena Cervellati nelle vesti di Chair, si apre con Laura Sciortino che, dall’Accademia Nazionale di Danza, porta uno studio dal titolo Jia Ruskaja tra arti performative e letteratura: il caso Dante nei «Numeri Unici» dell’AND. Il ciclo di interventi continua con Giulia Taddeo (Università degli Studi di Genova) e la Trilogia del Tricolore: Comoedia di Mauro Bigonzetti, e con Philippe Goudard (Université Paul-Valéry Montpellier III), che chiude la prima giornata di Studi con Entre enfer et paradis, les cercles du cirque.
Martedì 25 maggio, la mattinata inizia con uno studio a quattro mani dal titolo Risonavan per l’aere sanza stelle a cura di Giulia Addazi e Christian Raimo, per Treccani, Associazione Ludens; si prosegue con Dante antiromantico. Polifonia vocale dantesca alla fine dell’Ottocento di Antonio Rostagno da La Sapienza Università di Roma e poi, ancora dall’Accademia Nazionale di Danza, Gianluca Bocchino, presenta l’intervento La Ballata di Dante di Paolo Fresu: suggestioni musicali dantesche nel XXI secolo. La prima sessione prosegue con un altro tandem, quello di Gianluca Alfonso Gucciardo e Francesco Mecorio che, dall’Université Paul-Valéry Montpellier III, presentano lo studio Dante nel musical. Un tentativo di approccio analitico alla luce della medicina delle arti peformative. La prima sessione si chiude con “A riveder le Albe”: la chiamata dantesca di Marco Martinelli a cura di Roberto Cuppone dell’Università degli Studi di Genova.
Giulia Taddeo ci conduce nel secondo blocco di interventi che si aprono, ancora dall’AND, con Roberta Albano e il suo The Dante’s project Ades/McGregor: un’ipotesi di lettura.
Drammaturgie sonore dell’Inferno, invece, è titolo dell’intervento a cura di Mauro Petruzziello docente dell’Università degli Studi della Tuscia Viterbo, penultimo approfondimento della sessione che si chiude con Il viaggio di Durante, lo spazio, la geografia del Tau tramite San Francesco d’Assisi riscoprendo le radici noachite, a cura di un altro docente dell’Accademia Nazionale di Danza, Marco Schaufelberger.
L’ultima sessione di studi, condotta da Roberta Albano, vede coinvolti Leonardo Mancini (Università degli Studi di Verona) con I “genieri scelti” di Carmelo Bene e la Lectura Dantis di Bologna (1981). In memoria di Rino Maenza, Paologiovanni Maione (in collaborazione con il Dipartimento di Musica Elettronica Conservatorio di Musica Statale “San Pietro a Majella” di Napoli) con Bene “canta” Dante e Monica Marziota della Società Dante Alighieri Avana – Cuba con un intervento dal titolo Per una storia della ricezione dantesca e le arti performative all’Avana.