Wolfgang Amadeus Mozart (Salisburgo 1756 – Vienna 1791)
Sinfonia n. 35 “Haffner” in re maggiore K. 385
Allegro con spirito-Andante-Menuetto-Finale (Presto)
Composta nel mese di luglio del 1782, la Sinfonia n. 35 “Haffner”, similmente ad altri lavori sinfonici di Mozart, è un adattamento di una precedente serenata scritta per un’occasione particolare, la concessione di un titolo nobiliare a Sigmund Haffner, figlio del defunto borgomastro di Salisburgo. Trasferitosi da un anno a Vienna, Mozart, ormai del tutto libero dall’opprimente vita a cui era costretto nella corte salisburghese dall’arcivescovo Colloredo, non poté, nonostante i numerosi impegni contratti nella capitale asburgica, sottrarsi alla pressante e perentoria richiesta del padre Leopold di scrivere una serenata per questa particolare occasione. Mozart, che avrebbe fatto volentieri a meno di scrivere questa serenata, non se la sentì di opporre un netto rifiuto né al padre dal quale, peraltro, attendeva il consenso per le nozze con Konstanze, né, sebbene indirettamente, alla famiglia Haffner, per la quale 6 anni prima aveva scritto un’altra serenata in occasione del matrimonio di Elisabeth Haffner, sorella di Sigmund, con Anton Spaeth. Mozart in pochi giorni stese la partitura scrivendo una serenata strutturata in sei movimenti, con due minuetti, dei quali uno è andato perduto, ed una marcia, che è diventata una pagina indipendente identificata con il numero 408 nel catalogo Köchel. La stesura della serenata avvenne così in fretta che Mozart non si ricordò più di questo suo lavoro, nemmeno quando il padre Leopold, un anno dopo, gli rinviò la partitura della quale rimase talmente soddisfatto che decise di rielaborarla in forma di sinfonia. A tale fine aggiunse all’organico due flauti e due clarinetti, tolse la marcia e uno dei due minuetti, rielaborò l’altro e, infine, decise di presentare la sinfonia come pezzo d’apertura nell’accademia del 22 marzo 1783 durante la quale presentò altre sue composizioni. L’accademia, una forma di concerto in cui venivano eseguiti moltissimi pezzi, si rivelò un vero successo, come è dimostrato dal fatto che anche l’imperatore, presente in quest’occasione, manifestò il suo caloroso apprezzamento. Mozart stesso scrisse in una lettera al padre:
“Più di tutto mi ha fatto piacere che fosse presente anche Sua Maestà l’imperatore e si dimostrasse soddisfatto, elargendomi molti applausi. Egli è solito mandare il denaro alla cassa prima di entrare in teatro, altrimenti avrei avuto buone ragioni di sperare in una somma maggiore [di 25 ducati], poiché la sua soddisfazione non aveva limiti”.
Con questa sinfonia Mozart sembrò seguire la strada tracciata da Haydn, con il quale il Salisburghese aveva intrecciato un rapporto di amicizia, soprattutto nel primo e nel quarto movimento dove si riscontra un certo approfondimento dei contenuti musicali e psicologici.
Il primo movimento, Allegro con spirito, in forma-sonata, si apre con un tema di grande suggestione, che Haydn utilizzò, facendo quasi un omaggio a Mozart, nell’introduzione, in re minore, delle Sette parole di Cristo in Croce, proprio per il suo carattere drammatico. Questo tema principale di carattere doloroso informa tutto il movimento al punto tale che il secondo tema di carattere lirico stenta a venir fuori. Molto elaborato è lo sviluppo, mentre nella coda appare un motivo cromatico ascendente comune allo stile di Haydn che utilizzò in alcuni dei suoi quartetti. Estremamente elegante è il secondo movimento, Andante, che riflette perfettamente l’atmosfera settecentesca attraverso una scrittura piena di galanteria e di sentimento. Il Minuetto, alquanto breve, si apre con un tema che può apparire rude negli accordi secchi; di carattere haydniano è il Trio, che si fonda su una melodia dei violini primi. L’ultimo movimento, Presto, oscilla tra la forma-sonata e quella del rondò per la presenza di una falsa ripresa prima della vera, che fa pensare a questo secondo tipo di struttura formale. In questo movimento, da eseguire, secondo la volontà di Mozart, il più presto possibile, si riscontrano alcuni echi del mondo dell’opera con il tema principale che ricorda quello dell’aria di Osimo, Ach wie will ich triumphieren del terzo atto del Ratto del serraglio.