Milano, Teatro alla Scala: Susanna Mälkki dirige Strauss, Ravel e Beethoven

Milano, Teatro alla Scala. Stagione sinfonica
Orchestra del Teatro alla Scala
Direttore Susanna Mälkki
Richard Strauss Serenade per strumenti a fiato op. 7 Maurice Ravel Ma mère l’oye Ludwig van Beethoven Sinfonia n. 1 in do maggiore Op. 21
Milano,  23 aprile 2021 – in streaming
Sebbene poco omogeneo per quanto attiene al programma che andava dalla Serenade op. 7 di Strauss alla Prima sinfonia di Beethoven passando per Ma mère l’oye di Ravel, compositori non certo contigui sia dal punto di vista temporale che per gli stili e i linguaggi, il concerto offerto in streaming dal Teatro alla Scala  è stato di ottimo livello, come del resto sempre accade nel teatro milanese, per quanto attiene all’esecuzione. A dirigerlo è stata la direttrice finlandese Susanna Mälkki che è apparsa, però, molto più a suo agio nelle partiture di Strauss e di Ravel rispetto alla Prima sinfonia di Beethoven. Dotata di un gesto tecnicamente preciso, l’artista ha, infatti, molto ben concertato, facendone risaltare i timbri e i colori, i lavori di Strauss e di Ravel. In particolare in Ma mère l’oye, dove tra l’altro si è distinto per l’esecuzione veramente espressiva l’incantevole a solo della “spalla” in Le jardin féerique, la Mälkki ha trovato delle sonorità delicate e di grande suggestione che hanno ben messo in rilievo i colori della ricca tavolozza orchestrale raveliana. Buona, anche grazie all’altissima professionalità dei professori della Scala, l’esecuzione della Prima sinfonia, nella cui concertazione, almeno nella mia percezione, è mancato però quel quid che potesse renderla personale tranne forse nella scelta di eseguire perfettamente a tempo il disegno di biscrome discendenti che lega l’introduzione (Adagio molto) all’Allegro con brio del primo movimento e non al tempo già dell’Allegro appunto, come alcune volte capita di sentire. Sostanzialmente corretti i tempi degli altri movimenti anche se proprio nell’Allegro con brio è mancata la giusta tensione e il secondo movimento è apparso un po’ lento. Ci saremmo, inoltre, attesi nel terzo movimento quella brillantezza che, invece, ha caratterizzato l’esecuzione del quarto movimento. Buone, comunque le sonorità e buoni i contrasti dinamici ma senza quei dettagli che, in genere, distinguono una buona esecuzione da un’altra dello stesso livello e che mostrano l’impronta del direttore.