Teatro del Maggio Musicale Fiorentino
Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino
Direttore Zubin Mehta
Pianoforte Rudolf Buchbinder
Fabio Vacchi: Beethoven, e la primavera ritrovata (prima esecuzione assoluta); Wolfgang Amadeus Mozart: “Le nozze di Figaro”, Ouverture; Sinfonia in sol minore K. 550; Concerto in re minore K. 466 per pianoforte e orchestra
Firenze, 10 marzo 2021 – in streaming
Anche il Maggio Musicale Fiorentino approda sul web con due concerti diretti da due grandi bacchette contemporanee e in particolar modo da Zubin Mehta e John Eliot Gardiner. Il primo dei due concerti ha visto protagonista il direttore indiano che al suo ritorno sul podio del prestigioso teatro fiorentino ha diretto Beethoven, e la primavera ritrovata di Fabio Vacchi, eseguita in prima assoluta, e tre popolarissimi capolavori di Mozart, l’Ouverture da Le nozze di Figaro, la Sinfonia in sol minore K. 550 e il Concerto in re minore K. 466 per pianoforte e orchestra, quest’ultimo interpretato da Rudolf Buchbinder in qualità di solista. Composto su commissione del Maggio Musicale Fiorentino, il brano di Vacchi, come affermato dallo stesso compositore nel programma di sala, è stato ispirato dalla lettura delle Lettere dal Carcere di Nelson Mandela nelle quali il grande politico e attivista sudafricano affermava che “le lettere che gli scrivevano amici e famigliari erano in grado […] di far irrompere la primavera nella sua cella”. In Vacchi, sempre come affermato dal compositore “è scattata una profonda associazione immaginifica con l’uscita dal lockdown, dalla paura e dall’ansia, giusto in tempo per ritrovare la primavera, la vita, e forse per cominciare a guardarla in un altro modo”. La primavera ritrovata si materializza in allusioni alla celebre Sonata per violino e pianoforte “La Primavera” di quel Beethoven dalla cui musica Mandela traeva energia. Lavoro, all’ascolto, di grande fascino nel quale l’orchestra sembra effettivamente evocare il risveglio della natura in primavera attraverso una scrittura timbricamente ricca, è stato molto ben concertato da Mehta che ha fatto risaltare con evidenza i colori di questa bella partitura di Vacchi. Per la verità non hanno entusiasmato le esecuzioni mozartiane, nelle quali in generale si è notata una ricerca del bel suono che ha esaltato il carattere settecentesco di queste partiture a discapito dei fremiti dello Sturm und Drang che animano soprattutto la Sinfonia e il Concerto. I tempi, infatti, sono apparsi un po’ lenti e, se l’Ouverture delle Nozze e il quarto movimento della Sinfonia n. 40 sono risultati poco brillanti, nel primo movimento della Sinfonia si sono persi sia il carattere angoscioso del celebre tema sia le tensioni che precorrono alcuni esiti romantici. Corretta, invece, l’esecuzione del Concerto in re minore K. 466, al quale ha contribuito il solista Rudolf Buchbinder, che ha fatto sfoggio della sua ottima tecnica e del suo bel tocco evidente quest’ultimo nel secondo movimento eseguito con espressione nonostante l’accordo di settima di dominante nell’ultima battuta del tema del secondo movimento che precede l’ingresso dell’orchestra sia stata appoggiato in modo esagerato e non con la grazia dovuta. Eseguito con attenzione al fraseggio il primo movimento e corretto il terzo. Alla fine del concerto l’artista ha regalato un bis: l’Improvviso op. 90 n. 2 di Franz Schubert.
Il concerto è qui disponibile fino al 10 aprile.