“Regine, sante e femmes fatales”. Concerto dei solisti dell’Accademia di perfezionamento per cantanti lirici del Teatro alla Scala

Milano, Teatro alla Scala, Ridotto dei Palchi “Arturo Toscanini”, concerti di canto 2021
CONCERTO DEI SOLISTI DELL’ACCADEMIA DI PERFEZIONAMENTO PER CANTANTI LIRICI DEL TEATRO ALLA SCALA
Jules Massenet: “Cléopâtre”: “J’ai versé le poison”. Forooz Razavi, soprano; Gaetano Donizetti: “Maria Stuarda”: “O nube… Nella pace del mesto riposo”. Francesca Pia Vitale, soprano; Giuseppe Verdi: “Giovanna d’Arco”: “O fatidica foresta”. Clarissa Costanzo, soprano; Gaetano Donizetti: “Caterina Cornaro”: “Vieni, o tu, che ognor io chiamo”. Arianna Giuffrida, soprano; Amilcare Ponchielli: “I promessi sposi”: “In questo loco solitario e mesto”. Martina Serra, mezzosoprano; Carl Maria von Weber: “Oberon”: “Traure, mein Herz”. Forooz Razavi, soprano; Pietro Mascagni: “Lodoletta” : “Ah, il suo nome… Flammen, perdonami”. Francesca Pia Vitale, soprano; Giacomo Puccini: “Le Villi”: “Se come voi piccina”. Clarissa Costanzo, soprano; Jules Massenet: “Hérodiade”: “Il est doux, il est bon”. Arianna Giuffrida, soprano; Aleksandr Porfir’evič Borodin: “Knjaz’Igor”: Cavatina di Končakovna. Martina Serra, mezzosoprano
Saverio Mercadante: “Le due illustri rivali”: “Leggio già nel vostro cor”. Arianna Giuffrida, soprano, Clarissa Costanzo, soprano.
Michele d’Elia (pianoforte)
Milano,  27 marzo 2021 (streaming)

Regine, sante e femmes fatales è il titolo del concerto delle allieve del corso di perfezionamento dell’Accademia del Teatro alla Scala, concerto tutto al femminile che ha presentato un gruppo di voci interessanti e un programma ricco di titoli insoliti, di raro o rarissimo ascolto, una ventata di freschezza nella banalità dei programmi di tanti recital lirici. Le valutazioni tengono ovviamente conto del contesto e della tipologia di esibizione.
Accompagnati al pianoforte da Michele D’Elia, si sono alternati quattro soprani e un mezzosoprano. In realtà, pur presentata come soprano, l’austro-iraniana Forooz Razavi si distingue per una voce ibrida, molto ricca e dal colore scuro e profondo, quasi da soprano Falcon. Una vocalità che si adatta alla perfezione alla splendida “J’ai versé le poison” da la “Cléopâtre” di Massenet in cui mostra anche un non disprezzabile temperamento. Altrettanto buona è la prova nella più lirica “Traure, mein Herz” da “Oberon” di Carl Maria von Weber.
Francesca Pia Vitale è un soprano lirico dalla voce chiara e luminosa, con naturale facilità nel settore acuto e ottimo controllo della linea di canto. Nella prima aria “O nube… Nella pace del mesto riposo” dalla “Maria Stuarda” di Donizetti mostra una notevole facilità di canto, anche se il ruolo è forse un po’ spinto per il suo materiale vocale. L’aria è, comunque, ben cantata e interpretata con gusto sebbene le colorature manchino un poco di naturalezza ma questa verrà acquistata con l’esperienza. La seconda aria “Ah, il suo nome… Flammen, perdonami” la trova impegnata in un tipo di scrittura decisamente più congeniale in cui può far valere sia la pulizia del canto sia un accento efficace senza essere eccessivamente caricato.
Clarissa Costanzo ha voce più piena e ricca e anche una maggior maturità artistica. Il timbro ha un bel colore morbido e vellutato e molto buono è il controllo della linea di canto. Qualità che emergono sia in “O fatidica foresta” dalla “Giovanna d’Arco” verdiana sia in “Se come voi piccina” da “Le Villi”. In entrambi i brani appare anche quello che forse è il maggior difetto della Costanzo, una tendenza a ricercare effetti drammatici con un accento che risulta eccessivamente caricato e artificioso, privo di una naturalezza che non sarebbe sgradita.
Arianna Giuffrida è apparsa la più immatura del gruppo in quanto, pur disponendo di un materiale interessante – soprano lirico dalla voce ricca e di bella sonorità – è apparsa ancora un po’ scolastica e limitata da una pronuncia decisamente migliorabile tanto in italiano quanto in francese. Come Caterina Cornaro (“Vieni, o tu, che ognor io chiamo”) ci è parsa ancora acerba, più a suo agio nel radioso lirismo di “Il est doux, il est bon” da “Hérodiade”, reso  con la giusta freschezza e con un canto attento e curato.
Unico mezzosoprano del gruppo Martina Serra si distingue  nell’aria “In questo loco solitario e mesto” da “I promessi sposi” di Ponchielli dove la voce naturalmente scura si unisce a un’emissione morbida e controllata e ad ottime doti interpretative. Nella cavatina di Konchakovna da “Knjaz’Igor” di Borodin si nota una minor naturalezza stilistica ed espressiva ma le va riconosciuto di affrontare agevolmente una tessitura particolarmente grave.
In chiusura di programma l’unico duetto “Leggio già nel vostro cor” da “Le due illustri rivali” di Saverio Mercadante.  La Costanzo e la Giuffrida lo affrontano con impegno e convinzione confermando di fatto le impressioni avute nelle arie interpretate individualmente.
Sul piano mediatico è dispiaciuto notare l’assenza di  sottotitoli durante la registrazione; trattandosi, infatti, di cantanti non certo  note al grande pubblico e in più impegnate in titoli  particolari. Qualche dettaglio in più  avrebbe aiutato  a seguire meglio la trasmissione.