Fondazione I Pomeriggi Musicali di Milano, Teatro Dal Verme.
Orchestra dei Pomeriggi Musicali
Direttore: Ryan McAdams
Igor Stravinskij (1882-1971): Concerto in Mi bemolle maggiore; Zoltan Kodály (1882-1967): Nyáry este (Sera d’estate) IZK 28; Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791); Sinfonia n.41 in do maggiore, K551 “Jupiter”
Milano, 4 febbraio 2021 – in streaming
Prosegue l’encomiabile sforzo della Fondazione I Pomeriggi Musicali di Milano che sta continuando ad esibirsi a porte chiuse a causa della pandemia di Covid-19, offrendo così, nonostante le difficoltà, al pubblico online la sua stagione concertistica. Bisogna, però, innanzitutto dire qualcosa sul programma del concerto del 4 febbraio che, sebbene interessante in quanto propone due lavori di Stravinskij e di Kodály di non frequentissimo ascolto, non appare del tutto omogeneo. Se l’accostamento tra Stravinskij e Kodály può, infatti, trovare una giustificazione nella data di nascita dei due compositori, Mozart non sembra avere un rapporto di contiguità con loro. Per la verità sembra anche deboluccia l’argomentazione, riportata nel programma di sala, secondo la quale Mozart e Stravinskij sarebbero accomunati dall’obiettivo comune di svolgere “una riflessione sull’identità culturale della musica europea”, anche perché tutti i grandi musicisti fanno emergere la propria individualità all’interno di una tradizione nei confronti della quale si pongono in modo originale. Passando all’esecuzione, va segnalata l’ottima concertazione, da parte di Ryan McAdams, dei primi due brani in programma: il Concerto in Mi bemolle maggiore “Dumbarton Oak” di Stravinskij e Nyáry este (Sera d’estate) IZK 28 di Kodály. In entrambi i brani il direttore ha messo ben in evidenza i timbri della varia tavolozza orchestrale, scegliendo anche dei tempi corretti. Nel lavoro di Kodály, in particolar modo, McAdams ha trovato inoltre delle sonorità suggestive grazie anche alla splendida forma dei legni, autori di esecuzioni veramente espressive a partire dal bellissimo tema del corno inglese che apre la partitura. Meno convincente e disomogenea per la scelta dei tempi la concertazione della Jupiter di Mozart. Un po’ compassato e, per la verità, non particolarmente brillante nemmeno nelle sonorità, nel complesso corrette, il primo movimento, mentre troppo veloce, nel contesto generale della scelta dei tempi, e, quindi, poco equilibrato con il resto della sinfonia il Menuetto. Se il secondo movimento non va oltre la correttezza, il quarto, Allegro molto, è veramente troppo lento, poco brillante e poco coinvolgente nonostante l’ottima forma dei legni anche qui confermata. Replica sabato 6 febbraio alle ore 17