Wolfgang Amadeus Mozart (1756 – 1791): “Concerto n. 4 in re maggiore KV 218 per violino e orchestra” (1775)

Wolfgang Amadeus Mozart (Salisburgo 1756 – Vienna 1791)
Concerto n. 4 in re maggiore KV 218 per violino e orchestra
Allegro-Andante cantabile- Rondò. Andante grazioso – Allegro ma non troppo
Penultimo dei cinque concerti per violino e orchestra, il Concerto n. 4 in re maggiore KV 218 fu composto da Mozart nel mese di ottobre del 1775, anno in cui si concentrò la sua produzione di concerti per violino e orchestra, in quanto il Salisburghese non avrebbe più utilizzato in seguito il violino come strumento solista eccezion fatta per la Sinfonia concertante per violino, viola e orchestra KV 364, composta quattro anni dopo nel 1779, preferendogli non solo il pianoforte, ma anche il corno, l’arpa, l’oboe e il clarinetto. A prima vista risulta alquanto sorprendente la scelta di Mozart di dedicare solo cinque concerti ad uno strumento, in realtà, da lui tanto amato, come il violino. Un aneddoto, riportato dalle biografie mozartiane per esaltare la precocità del genio, narra della facilità con cui Mozart, all’età di quattro o cinque anni,  suonasse questo strumento. Durante una delle tante serate, in cui il padre Leopold si dilettava a suonare a casa sua insieme con il suo amico Andreas Schachtner, brillante trombettista dell’orchestra di corte di Salisburgo, sembra che il piccolo Mozart abbia chiesto loro di accompagnarli al violino ricevendo un netto quanto brusco rifiuto; essendosi allontanato in lacrime, Wolfgang fu richiamato dal padre a patto che non disturbasse. Il piccolo Wolfgang non solo non disturbò, ma suonò così perfettamente la sua parte da suscitare la meraviglia di Schachtner, che esclamò: qui non c’è più bisogno di me, e la commozione di Leopold che non riuscì a trattenere le lacrime di fronte alla geniale precocità del giovanissimo figlio, le cui doti musicali si rivelavano così promettenti. L’aneddoto, sebbene la sua autenticità sia stata messa in dubbio, adombra un fondo di verità, in quanto sta a dimostrare che Mozart amò effettivamente il violino di cui aveva una conoscenza perfetta. La formazione violinistica di Wolfgang era, infatti, di ottimo livello, in quanto agli insegnamenti del padre, che aveva scritto anche un trattato di esecuzione violinistica e aveva istruito il figlio in modo tale da farlo ben figurare come solista nei concerti di corte, si era aggiunta anche la conoscenza della grande tradizione violinistica e, in particolar modo, delle opere di Vivaldi e Corelli, con le quali il giovane compositore era venuto a contatto durante i suoi viaggi in Italia. Nonostante ciò, le motivazioni, che spinsero Mozart a comporre concerti per violino e orchestra, furono molto probabilmente occasionali, in quanto nel periodo che va dal 1773 al 1777 la corte di Salisburgo era diventata meta di musicisti virtuosi del violino tra i quali è degno di nota il maestro napoletano Antonio Brunetti che ricopriva l’incarico di primo violino dell’orchestra di corte. Nei concerti di corte, inoltre, venivano eseguiti con una certa frequenza Divertimenti e Serenate con parti di rilievo virtuosistico affidate proprio al primo violino.

In forma-sonata, il primo movimento di questo concerto,  Allegro, vive tutto del contrasto tra il marziale primo tema e il secondo tema di carattere lirico, mentre il violino si produce in passi di carattere virtuosistico. Anch’esso in forma-sonata ma senza sviluppo, il secondo movimento, Andante, si segnala per la nobiltà della linea melodica affidata al solista, mentre il terzo movimento è un Rondò, il cui refrain, costituito da un elegante Andante grazioso, si alterna ad episodi di carattere brillante nei quali il solista può fare sfoggio del suo virtuosismo.