Wolfgang Amadeus Mozart (Salisburgo 1756 – Vienna 1791)
Concerto n. 12 in la maggiore per pianoforte e orchestra KV 414
Allegro-Andante- Allegretto
“I concerti sono una via di mezzo tra il troppo difficile e il troppo facile; sono molto brillanti e piacevoli all’udito, naturalmente senza cadere nella vuotaggine. Qua e là anche i conoscitori possono ricevere una soddisfazione, ma in modo che i non conoscitori devono essere soddisfatti, senza sapere perché”.
Così lo stesso Mozart in una lettera del 28 dicembre 1782 descrisse i tre piccoli concerti (n. 11 KV 413, n. 12 KV 414 e n. 13 KV 415) composti a Vienna, dove il compositore si era trasferito in seguito alla definitiva rottura con l’Arcivescovo di Salisburgo Colloredo. Eseguito per la prima volta al Burgtheater di Vienna il 22 Marzo 1783, il Concerto n. 12 KV 414, contrariamente a quanto farebbe pensare la numerazione del catalogo Köchel, non è il secondo, ma il primo in ordine di composizione della suddetta serie di Concerti, come è stato ipotizzato dal musicologo tedesco naturalizzato americano, Alfred Einstein, cugino del più celebre fisico Albert. Secondo lo studioso, infatti, il Concerto, che figura al primo posto nella prima edizione dei Concerti dell’op. IV pubblicati da Artaria, sarebbe stato composto nel mese di ottobre del 1782, in quanto il 19 ottobre è stato completato il Rondò KV 386 per pianoforte e orchestra che doveva fungere da terzo movimento e che poi sarebbe stato sostituito dall’attuale Allegretto. La critica più recente ha confutato la tesi di Einstein basandosi sull’analisi dell’autografo in cui la parte conclusiva del secondo movimento e quella iniziale del Finale si trovano nello stesso foglio. È stato, inoltre, notato che a differenza del Concerto, il Rondò non può essere eseguito a quattro cioè dal classico quartetto d’archi (violini primi, secondi, viole e violoncelli, raddoppiati quest’ultimi dai contrabbassi), dal momento che i violoncelli e i contrabbassi hanno due linee melodiche diverse.
Particolarmente amato da Mozart che scrisse le cadenze per tutti e tre i movimenti, il Concerto, che, come segnalato dallo stesso compositore può anche essere eseguito con un organico ridotto in cui vengono soppresse le parti dei corni e degli oboi, si distingue per il suo carattere brillante evidente già nel primo movimento, Allegro, in forma-sonata, nel quale al primo tema discorsivo si contrappone il secondo esitante e timido su un leggero pizzicato degli archi. Un omaggio a Johann Christian Bach è il secondo movimento, Andante, che si apre con la citazione dell’attacco dell’ouverture La calamità dei cuori di quest’ultimo. È un tema solenne, esposto sottovoce dagli archi che crea un clima intimo confermato anche dalla seconda idea tematica esposta dai violini primi. L’ultimo movimento, Allegretto, è un brillante Rondò che si segnala per la straordinaria ricchezza tematica e per un clima spensierato.
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