Venezia, Teatro Malibran
Orchestra del Teatro La Fenice
Direttore Markus Stenz
Richard Strauss: Der Bürger als Edelmann (Il borghese gentiluomo); Wolfgang Amadeus Mozart: Sinfonia n. 41 in Do Maggiore, K 551 “Jupiter”
Venezia 30 gennaio in live streaming
Cosa può mai accomunare Richard Strauss e Wolfgang Amadeus Mozart, due grandissimi compositori, ma separati da circa un secolo, essendo nato il primo quasi un secolo dopo il secondo? A prima vista nulla, ma il programma di questo concerto, offerto dall’Orchestra del Teatro La Fenice, che per l’occasione si è esibita sul palco dello storico Teatro Malibran di Venezia, crea tra di loro un sottile fil rouge. Se, in realtà, la scelta di eseguire la suite orchestrale che Strauss trasse da Der Bürger als Edelmann (Il borghese gentiluomo), lavoro teatrale, dal cui fallimento è nata l’Ariadne auf Naxos, si ricollega allo storico teatro veneziano, fondato nel 1678, ben 120 anni prima della Fenice, in quanto l’atmosfera molièriana e, per le citazione tematiche, lulliana di quelle musiche richiama quell’epoca, sembrerebbe del tutto fuori luogo Mozart con la sua Jupiter. In realtà c’è proprio un filo sottile che lega Strauss a questa sinfonia, definita dal compositore bavarese l’opera più bella che avesse mai ascoltato. Inoltre, come ricordato nell’intervallo di questo concerto che si è tenuto in live streaming e non è stato dunque registrato dal sovrintendente e direttore artistico della Fondazione Teatro La Fenice Fortunato Ortombina, l’inserimento nel programma del capolavoro di Mozart è quasi un omaggio al Salisburghese nell’anno in cui ricorre il duecentocinquantesimo anniversario del suo soggiorno veneziano. Ottima la concertazione di entrambi i lavori da parte di Markus Stenz che del Der Bürger als Edelmann ha dato una lettura elegante e, al tempo stesso, ironica perfettamente nello spirito della musica di Strauss facendo risaltare la raffinata orchestrazione di questo autentico gioiello della produzione del compositore bavarese. Del pari convincente la concertazione della Jupiter per la quale il direttore tedesco ha staccato dei tempi leggermente più camminati del solito che gli hanno permesso non solo di conferire ad essa maggiore brillantezza, ma anche di far meglio risaltare le caratteristiche di questa autentica meraviglia del sinfonismo mozartiano. Solare, infatti, è risultato il primo movimento, eleganti il secondo, che non ha perso nulla del suo lirismo, e il terzo, ed eseguito con attenzione alla scrittura contrappuntistica il quarto. Foto Pichini