Richard Strauss (Monaco di Baviera, 1864 – Garmisch-Partenkirchen, 1949)
“Vier letzte Lieder” (Ultimi quattro Lieder) per soprano e orchestra
“Frühling” (Primavera, testo di Hermann Hesse)- “September” (Settembre, testo di Hermann Hesse) – “Beim Schlafengehen” (Tempo di dormire, testo di Hermann Hesse) – “Im Abendrot” (Al crepuscolo, testo di Joseph von Eichendorff)
Tra il mese di maggio e il 20 settembre 1948, durante un soggiorno a Montreaux e a Pontresina, Richard Strauss compose Vier letzte Lieder (Ultimi quattro Lieder) per soprano e orchestra. È questo l’ultimo suo lavoro, scritto un anno prima della morte che lo avrebbe colto l’8 settembre 1949 quando ormai il compositore sembrava aver perso la voglia di comporre. Il crollo del regime nazista, con il quale durante la Seconda Guerra Mondiale i rapporti erano diventati più tesi, e la nuova situazione politica determinatasi in Germania avevano costretto il compositore a lasciare il suo paese per rifugiarsi in Svizzera con la moglie, il soprano Pauline de Ahna. Ormai ottantenne e in uno stato di profonda indigenza, Strauss, che dovette subire un processo presso la Corte di Monaco per collaborazionismo con il regime nazista, accusa dalla quale fu assolto, visse ancora un momento di gloria quando fu accolto trionfalmente a Londra dove si era recato per dirigere su invito della Thomas Beecham Concerts Society e della BBC un ciclo di sue composizioni. Subito dopo compose i Vier letzte Lieder (Ultimi quattro Lieder), nei quali si riflettono certamente le condizioni materiali e spirituali vissute in quel drammatico periodo della sua vita. Già nel 1946, infatti, egli aveva scoperto Im Abendrot (Al crepuscolo) del grande poeta lirico Joseph Eichendorff, poesia che gli aveva ispirato la composizione di un lavoro da lui ritenuto idoneo a prepararlo spiritualmente all’estremo passo; da questo primo progetto, momentaneamente accantonato, Strauss maturò l’idea di scrivere un ciclo liederistico soltanto nel 1948, quando gli fu regalata la raccolta completa delle liriche di Hermann Hesse. Nacquero, così, gli Ultimi quattro Lieder, che furono eseguiti postumi il 22 maggio 1950 alla Royal Albert Hall di Londra sotto la direzione del grande Wilhelm Furtwängler con l’interpretazione del soprano Kirsten Flagstad. In quest’occasione i Lieder, per i quali il compositore non aveva stabilito alcun ordine di esecuzione, furono eseguiti in un ordine inverso rispetto a quello di composizione con Im Abendrot, che, pur essendo il primo Lieder composto, fu eseguito per ultimo. Oggi i Lieder sono eseguiti secondo l’ordine in cui sono stati pubblicati da Ernst Roth, amico di Strauss e direttore editoriale della casa editrice Boosey & Hawkes, a cui si deve anche il titolo dell’opera la quale, secondo un’ipotesi non suffragata, tuttavia, da prove, ma basata sull’intenzione del compositore di comporre un quinto Lieder sempre su testo di Hesse, sarebbe rimasta incompiuta.
Come gli altri Lieder di Strauss, anche questi, il cui contenuto esprime una profonda meditazione sulla vita e sulla morte, sentita ormai prossima, sembrano composti per la voce della moglie Pauline nonostante il soprano non potesse più interpretarli a causa dell’età avanzata. Alla fedele compagna di una vita, che morì il 13 maggio 1950, meno di un anno dopo la morte del marito, sembrano, inoltre, dedicati i versi iniziali di Im Abendrot che recitano: Attraverso affanni e gioie / abbiamo camminato mano nella mano; / da questo viaggio riposiamo /ora sulla silente terra.
Nei quattro Lieder una musica evocativa descrive un vero e proprio viaggio interiore che dal miracolo di una primavera ritrovata in Frühling conduce, attraverso la malinconia di September e la contemplazione di un cielo stellato di Beim Schlafengehen, all’ultimo brano Im Abendrot, nel quale la fine di un viaggio inteso come metafora della morte sembra annunciare la prossima fine dei due coniugi, legati indissolubilmente nella vita come nella morte. In quest’ultimo brano, in cui emerge la tragica immagine di due amanti ormai stanchi di vagare e già proiettati nella visione di una pace profonda, Strauss citò un tema del suo poema sinfonico, Morte e trasfigurazione, del quale Im Abendrot condivide l’attesa serena della morte.