Pëtr Il’ič Čajkovskij (Voltkinsk, Urali, 1840 – Pietroburgo 1893)
“Romeo e Giulietta”, ouverture-fantasia
Andante non tanto quasi moderato, Allegro giusto, Moderato assai
Era la fine dell’estate del 1869 quando il compositore Balakirev suggerì all’amico Čajkovskij, appena ritornato a Mosca dalle vacanze trascorse a Kamenka, di scrivere un’ouverture ispirata al dramma shakespeariano Romeo e Giulietta dandogli, nel contempo, dei preziosi consigli con un piano dettagliato costituito da un programma extramusicale da seguire e con uno schema delle tonalità. Dall’intenso epistolario intercorso tra i due compositori emerge l’importanza dei consigli dati da Balakirev che in una lettera si soffermò sulla natura dell’amore che legava Romeo e Giulietta:
“Non c’è amore profondo e spirituale, ma soltanto languore fisico: Giulietta e Romeo non sono affatto amanti persiani, ma amanti europei”.
Nonostante i consigli dati da Balakirev, l’ouverture, eseguita per la prima volta a Mosca il 16 marzo 1870 sotto la direzione di Rubinštejn, ebbe un’accoglienza piuttosto fredda da parte del pubblico che, molto probabilmente, aveva intuito come l’opera non avesse ancora raggiunto il livello della perfezione; lo stesso Balakirev, pur lodando alcuni passaggi che avevano fatto esclamare all’ideologo del Gruppo dei Cinque, Vladimir Stasov: «Eravate cinque, adesso siete diventati sei», consigliò Čajkovskij di riscriverla. Il compositore pose mano alla correzione dell’ouverture seguendo i suggerimenti di Balakirev che aveva programmato di dirigerla personalmente. Il progetto, però, non andò in porto perché Balakirev perse l’incarico di direttore della Società Musicale Russa e per quattro anni non si occupò più di musica dal momento che, per vivere, fu costretto ad accettare di lavorare per le ferrovie. In questa seconda versione l’ouverture fu eseguita per la prima volta a San Pietroburgo il 17 febbraio 1872 sotto la direzione di Nápravník, ma Čajkovskij non era ancora del tutto soddisfatto, tanto che, otto anni dopo, apportò altre modifiche alla partitura di cui abbiamo una testimonianza in una lettera indirizzata a Balakirev:
“Penso che la fine adesso sia adeguata. L’introduzione è nuova, lo sviluppo in gran parte nuovo, e la ripresa del secondo tema è stata del tutto riorchestrata”.
In questa versione definitiva, l’ouverture fu eseguita, per la prima volta, a Tiflis il 1° maggio 1886 sotto la direzione di Mikhail Mikhailovič Ippolitov-Ivanov.
Dopo una sezione introduttiva, Andante non tanto quasi moderato, in cui i fagotti e i clarinetti, nell’impasto timbrico tipico della musica sinfonica di Čajkovskij, evocano, con un tema corale, il personaggio di Lorenzo, un passaggio modulante conduce all’Allegro giusto, in forma-sonata; il primo tema, fortemente caratterizzato dal punto di vista ritmico, rappresenta, con sonorità onomatopeiche che ricordano il cozzare delle spade, il drammatico conflitto tra Capuleti e Montecchi, mentre di grande suggestione è il contrastante secondo tema, affidato al corno inglese e alle viole, che rappresenta l’amore tra Giulietta e Romeo. Questo tema, infine, viene ripreso nella coda, Moderato assai, dove, accompagnato dai timpani, sembra tramutarsi in una lugubre marcia funebre.