Johannes Brahms (Amburgo, 1833 – Vienna, 1897)
Sinfonia n. 4 in mi minore op. 98
Allegro non troppo-Andante moderato-Allegro giocoso- Allegro energico e appassionato
Composta nell’estate del 1885 nel villaggio di Mürzzuschlag, in Stiria, dove Brahms stava trascorrendo un soggiorno estivo delizioso, come egli stesso confidò a Clara Schumann, la Sinfonia n. 4 conobbe un successo tanto grande quanto inatteso, nonostante la decisione del compositore di non presentare la sinfonia in pubblico perché poco soddisfatto del lavoro compiuto. Hans Neunzig, uno dei suoi biografi, scrisse a tale proposito:
“Terminata la Quarta Sinfonia e finita l’estate, Brahms rientra a Vienna. Il rituale si ripete: come di consueto tocca a Brahms e a Ignaz Brüll presentare il nuovo lavoro in casa di Ehrbar, fabbricante di pianoforti, ai primi d’ottobre (nella trascrizione per due pianoforti approntata dall’autore): presenti Hanslick, Billroth, Dömpke, il critico Pohl e il direttore d’orchestra Richter. Brahms e Brüll erano ai due pianoforti; Hanslinck e Billroth voltavano le pagine. Le reazioni? Silenzio generale. Alla fine della prova, pare che i presenti si siano messi a parlare di tutto, tranne che della nuova Sinfonia. Gli amici viennesi, scelti tra i più fedeli, rimangono però sconcertati, tanto che Brahms decide di organizzare una seconda audizione. Le cose non sembrano andare meglio. Brahms rimane scosso ed è quasi deciso a non rischiare di presentare al pubblico la nuova Sinfonia. Bülow manifesta il proprio entusiasmo e gli chiede di venire a Meiningen per preparare la prima esecuzione pubblica. Rincuorato, Brahms parte immediatamente per Meiningen, portando con sé i primi movimenti della partitura. […] Il 25 ottobre Brahms, assai inquieto, sale sul podio. Si rende conto che la sinfonia non può essere un fiasco: eppure è lontanissimo dal prevedere il successo che gli verrà riservato. Dopo il primo e dopo il secondo movimento si scatena un’ovazione prolungata ed entusiasta. Dopo il terzo, il pubblico tenta di ottenere il bis, ma Brahms attacca subito il quarto movimento, che culmina in un’autentica apoteosi. La notizia si diffonde nell’intera Europa musicale e tutti i grandi centri si prenotano per presentare il lavoro”.
Il successo fu strepitoso e Brahms, forse troppo geloso del suo lavoro, diresse sempre personalmente in tutta Europa la sua sinfonia senza lasciare nemmeno per una volta il podio a Bülow che sperava di dirigerla a Francoforte. La rottura tra i due musicisti fu immediata quanto irreparabile.
Il primo movimento, Allegro ma non troppo, in forma-sonata si distingue per la straordinaria ricchezza tematica, in quanto ai due temi principali si affiancano quattro idee secondarie per lo più derivate da essi. Il primo tema, basato su un ritmo di ciaccona, domina l’intero movimento mentre il secondo è costituito da una frase melodica di intenso lirismo. Ad esso segue una terza idea tematica affidata agli strumenti a fiato e nello spirito della fanfara. Nello sviluppo emerge la grande perizia contrappuntistica di Brahms che si mescola a una scrittura molto intensa dal punto di vista espressivo che raggiunge toni esasperati nella coda.
Molto semplice dal punto di vista formale è il secondo movimento, Andante moderato, di carattere malinconico il cui tema nobile, affidato prima ai corni e poi ai legni, si distingue per le sue modulazioni arcaizzanti che evocano un clima leggendario di ballata. Questo clima si alterna con un secondo tema di vaga ascendenza beethoveniana e dalla scrittura più lirica e solenne. Tale tema, esposto dagli archi, finisce per permeare di sé anche quello iniziale.
L’energico terzo movimento, Allegro giocoso, che per il suo ritmo in 2/4 si avvicina allo Scherzo, è, dal punto di vista formale, un rondò-sonata con un secondo episodio di carattere lirico.
Il Finale, Allegro energico e appassionato, costituisce una mirabile sintesi dell’intera composizione con le sue ben 36 variazioni su un tema di otto note che ricorda, per la sua struttura, la ciaccona della cantata Meine Tage in den Leiden di Bach. Le variazioni sono disposte in modo da formare dei nuclei ben definiti con le prime dodici che presentano un carattere vigoroso e si contrappongono ad altre espressive. Bella è l’impetuosa coda di questo Finale che si può considerare come una vera e propria apoteosi della variazione, forma nella quale Brahms eccelse e di cui ci lasciò, nella sua produzione pianistica e sinfonica, fulgidi esempi.
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