Dramma per musica in tre atti su libretto di Nicola Francesco Haym da “Teofane” Stefano Benedetto Pallavicino. Prima rappresentazione: Londra, King’s Theatre in Haymarket, 12 gennaio 1723.
La quarta stagione di Handel al King’s Theater si aprì il 27 ottobre 1722 con le riprese del “pasticcio” Muzio Scevola ( Opera a tre mani , con i tre atti scritti rispettivamente da Filippo Amadei, Giovanni Bononcini e Handel) e Floridante; poi il 12 gennaio 1723, alla presenza del re, si rappresentò per la prima volta Ottone, re di Germania la novità di Handel con Francesca Cuzzoni, nuova primadonna in forza al teatro. Il libretto di Haym, prolisso e complicato, non impedì a Haendel di comporre un’opera capace di mostrare che lui è il vero padrone del Teatro Reale (in quegli anni il compositore era in aperta competizione con Giovanni Bononcini). Il successo fu clamoroso, e ragione, visto che Ottone è un’opera pregevole. Tutti parlavano della “nuova opera di mr. Haendel” e il brano finale della bella overture divenne celebre come “Preludio in do diesis” e venne suonato in tutti i salotti inglesi dove ci fosse un clavicembalo, come dice Burney; veniva suonato anche su “qualsiasi strumento capitasse”.
La parte del protagonista era interpretata da Senesino per il quale Handel aveva scritto alcune meravigliose melodie, fra queste “Ritorna, dolce amore” è una delle più affascinanti; del resto ogni volta che il musicista si ispira alla “siciliana” ottiene ottimi risultati. Splendide arie elegiache come questo sono molte numerose e con esse il tanto ammirato castrato certamente soggiogò il suo pubblico, ma ancora una volta la musica autenticamente drammatica è riservata alle alle donne: Teofane, Matilda e Gismonda. La parte di Teofane fu composta per la Cuzzoni e si mantiene sempre al massimo grado di belcanto: in tal modo la cantante, che era piccola, tozza e di aspetto modesto, riuscì a conquistare fino all’ultimo dei suoi ascoltatori. “Falsa immagine” è una delle più belle arie composte da Handel, arricchita dall’accompagnamento di un violoncello obbligato; Teofane canta anche un’ammaliante “siciliana”, “Affanni del pensier”. Teofane e gentile ingenua, mentre Matilda (Anastasia Robinson), divisa tra la disperazione l’odio, è un tipo di donna del tutto differente, e differente anche la sua parte. La terza donna, Gismonda (Margherita Durastanti), è la matrona imperiosa e la madre affettuosa che troveremo negli oratori. Il Pirata Emireno, interpretato da Giuseppe Boschi, è un ruolo per basso robusto. La struttura di Ottone è finemente polifonica e spesso rivela un cromatismo quasi romantico.