Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791): Divertimento n. 1 in re maggiore per archi KV 136 e

Wolfgang Amadeus Mozart (Salisburgo 1756 – Vienna 1791)
Divertimento n. 1 in re maggiore per archi KV 136

Allegro-Andante-Presto
Composto a Salisburgo nel 1772 nel periodo compreso tra il secondo ed il terzo viaggio in Italia, il Divertimento in re maggiore KV 136 è una composizione di difficile collocazione formale; il termine divertimento, introdotto per la prima volta nel lessico musicale da Carlo Grossi che intitolò una sua composizione Il divertimento de Grandi: musiche da camera, ò per servizio ti tavola, all’uso delle reggie corti. A due e trè voci pubblicata a Venezia nel 1681, è qui utilizzato da Mozart per designare una composizione da camera per quartetto d’archi in tre movimenti che nel ventennio compreso tra il 1750 e il 1770 poteva prendere anche il nome di notturno, quartetto o sinfonia a quattro, forme con le quali spesso si confondeva. L’impiego generico del termine nella seconda metà del Settecento è testimoniato dal fatto che Haydn stesso lo utilizzò per intitolare alcune sue opere che potevano essere tranquillamente iscritte al genere del quartetto.

Questo lavoro è il primo di tre divertimenti  (KV 136, KV 137 e KV 138) formalmente simili, tutti composti nel 1772, nei quali mancano i movimenti di danza caratteristici della struttura originaria di quel genere che poteva comprendere un numero variabile di brani che andava da un minimo di tre a un massimo di dieci. Sebbene i divertimenti di Mozart si discostino dalla forma originaria, essi non possono essere ascritti nemmeno al genere del quartetto, del quale non presenta la tipica complessità di scrittura; la forma, a cui è possibile accostare questi divertimenti, pur con la differenza rappresentata dal mancato impiego, nell’organico, dei corni e degli oboi, è quella propria della sinfonia italiana sul modello di Giovanni Battista Sammartini che Mozart aveva conosciuto a Milano in occasione del suo primo viaggio in Italia.
Il primo movimento, Allegro, in forma-sonata, si apre con un tema brillante affidato ai primi violini a cui rispondono i secondi che, imitati, due misure dopo, dai primi, con una nuova idea introducono la sezione modulante. Il secondo gruppo tematico si caratterizza nella parte iniziale per una scrittura imitativa con un incipit a canone. Lo sviluppo si apre con il primo tema che, trasportato in mi minore, assume un carattere patetico. Il secondo movimento, Andante, si evidenzia per la felice ispirazione melodica, che caratterizza i tempi lenti della produzione matura di Mozart, sia sinfonica che concertistica. I due motivi, dei quali il primo è esposto dai primi e dai secondi violini a terze, mentre il secondo è intonato dai violini secondi e dalle viole, sono molto affini nella struttura melodica e presentano una grazia tipicamente settecentesca. Il terzo movimento, Presto, è un’ulteriore testimonianza del carattere umoristico di una parte della produzione giovanile mozartiana che, qui, si afferma già nell’incipit costituito da un motto sussurrato di note e pause a cui si contrappone il canto spiegato dei primi violini. Non meno umoristica è la seconda idea tematica esposta dai primi e dai secondi violini che intonano frammenti di scale ascendenti e discendenti acefale. Lo sviluppo si apre con un elegante fugato su una nuova idea tematica derivata dalla principale e si chiude con “ardite” armonie sui gradi alterati che preparano il ritorno dell’idea principale e, quindi, della ripresa.
Divertimento n. 3 in fa maggiore K 138 (K. 125c) per archi
Allegro-Andante-Presto

https://www.youtube.com/watch?v=CijVnFzw4H0

I tre Divertimenti, chiamati anche Sinfonie salisburghesi e identificati nella prima versione del catalogo Köchel con i numeri 136, 137 e 138, hanno posto alcuni interessanti problemi che riguardano, soprattutto, la loro classificazione formale e che non sono stati ancora risolti dalla critica mozartiana. Il titolo, divertimento, scritto da una mano ignota sul frontespizio del manoscritto, risulterebbe inadeguato alla struttura formale di queste composizioni, in quanto la forma del divertimento, in voga nel Settecento, prevedeva la presenza di due minuetti o, almeno, di uno. Queste composizioni, inoltre, non possono nemmeno essere classificate tra i quartetti, come hanno pensato i recenti revisori del catalogo basandosi su alcune caratteristiche di scrittura, come per esempio il portato dei primi violini nel primo movimento e l’uso di un registro molto grave nel basso, soprattutto nel primo divertimento, in quanto l’organico è tipico dell’orchestra d’archi. Il tentativo più valido, sebbene suggestivo, di risolvere questo problema della classificazione formale è stato fatto da Einstein, secondo il quale i tre divertimenti sarebbero tre autentiche sinfonie composte da Mozart prima del terzo viaggio in Italia, dove il compositore era atteso per l’allestimento della sua opera Lucio Silla, che, alla prima rappresentazione, avvenuta al Teatro Regio Ducale, rischiò di incorrere in un fiasco clamoroso dovuto sia al ritardo dell’Arciduca giunto alcune ore dopo rispetto a quella prevista per l’inizio dello spettacolo perché attardatosi a scrivere gli auguri di Natale sia al comportamento dei cantanti, la prima donna De Amicis e il tenore Rauzzini, i quali non trovarono di meglio da fare se non litigare proprio sulla scena. Secondo Einstein Mozart avrebbe scritto queste sinfonie, da completare con l’aggiunta delle parti mancanti, in previsione di eventuali richieste di lavori sinfonici.
Il compositore, molto probabilmente, pensava al viaggio in Italia, come ad un’occasione quanto mai propizia alla sua attività professionale tanto da sperare in successi significativi; la gioia con la quale si accingeva a compiere il viaggio era così grande da sembrare che trasparisse dalla stessa partitura.
Il primo movimento, Allegro, in forma-sonata, che si apre con tre perentori accordi, da cui scaturisce una melodia sinuosa, si distingue per una straordinaria ricchezza melodica, caratterizzata dall’incalzare di nuove idee tematiche che mascherano quasi il secondo tema, cantabile, affidato ai primi violini. Dopo il breve sviluppo, la ripresa presenta, nella variazione dinamica della parte conclusiva del secondo tema, una stravaganza di ascendenza haydniana con le quattro crome, tutte legate nell’esposizione, riproposte con una legatura a due a due. Il secondo movimento, Andante, pur rivelando uno straordinario lavoro di cesello, presenta una melodia che non riesce mai a raggiungere momenti di alto lirismo, mentre carattere quasi d’improvvisazione presenta la seconda parte. Il terzo movimento, Presto, infine, è un rondò nei cui couplets è possibile notare un certa forma di larvato umorismo.