Verona, Teatro Filarmonico: Concerto di Natale
Orchestra della Fondazione Arena di Verona
Direttore Daniel Oren
Soprani Rosa Feola, María José Siri
Arcangelo Corelli: Concerto grosso n. 8 in sol minore, op. 6 (fatto per la notte di Natale). Georg Friedrich Händel: I know that my Redeemer liveth dal Messiah. Pëtr Il’ič Čajkovskij: Serenata per orchestra d’archi op. 48. Franz Schubert: Ellens Gesang III: Hymne an die Jungfrau n. 6 op. 52, D. 839. Giuseppe Verdi: Ave Maria dall’Otello. César Franck: Panis angelicus. Adolphe Adam: Cantique de Noël.
Il Concerto di Natale della Fondazione Arena di Verona ha visto il ritorno sul podio, a distanza di 21 anni dal suo ultimo appuntamento sinfonico, di Daniel Oren il quale ha diretto un programma che almeno nelle intenzioni avrebbe dovuto celebrare la festa cristiana del Natale. In realtà qualche perplessità desta la scelta dei brani vocali che non possono essere direttamente collegati a questa festa. Nel programma, infatti, oltre ai due lavori esclusivamente strumentali, Concerto grosso n. 8 in sol minore, op. 6 (fatto per la notte di Natale), una delle pagine più famose di Arcangelo Corelli, e la Serenata per orchestra d’archi op. 48 di Pëtr Il’ič Čajkovskij, anche questa, per la verità, poco natalizia, sono stati inseriti l’aria I know that my Redeemer liveth tratta dalla terza parte del Messiah di Händel, che, avendo come tema la Resurrezione, è più adatta alla Pasqua, l’Ave Maria di Schubert, quella dell’Otello verdiano e il Panis Angelicus di Franck più consone quest’ultime a un generico clima religioso che alla festa del Natale, ben rappresentato, invece, dal Cantique de Noël di Adolphe Adam. Curata la concertazione di Daniel Oren che ha interpretato con attenzione ai contrasti dinamici sia il Concerto di Corelli, dove si segnala per la bellezza del suono e per la ricerca espressiva la Pastorale conclusiva, sia la Serenata di Čajkovskij, dove il direttore israeliano ha trovato delle sonorità suggestive soprattutto nel finale dell’Elegia e nell’elegante Valse. Nei brani lirici Oren ha fatto valere la sua grande esperienza nel repertorio lirico, accompagnando le due artiste senza mai soverchiarle e con attenzione alla linea del canto. Ad interpretare quasi tutti i brani con l’unica eccezione dell’Ave Maria dell’Otello di Verdi, eseguita da María José Siri, è stata Rosa Feola la cui prova si è distinta per una certa sensibilità interpretativa e una linea di canto sufficientemente varia. Sensibilmente partecipe l’Ave Maria dall’Otello, cantata da María José Siri anche se con una minore varietà di colori e di sfumature.