CD 1: Bagatelle op. 33; 11 Bagatelle op. 119; 6 Bagatelle op. 126; 6 Variazioni in fa maggiore op. 34; Rondò a capriccio in sol maggiore op. 129.CD 2: Variazioni su un valzer di Diabelli op. 120 e Variazioni (e fuga) in mi bemolle maggiore op. 35 (“Eroica”). Vincenzo Maltempo (pianoforte). Registrazione: 13-14 giugno 2018 e 19-20 giugno 2019 presso il Castello di Castano, Agazzano (PC), Italia. T. Time: 78′ 02″ (CD 1) e 76′ 18″ (CD 2). 2 CD Piano Classics PCL 10181
Tra le numerose proposte discografiche tendenti a celebrare i 250 anni della nascita di Beethoven va certamente segnalata una dell’etichetta Piano Classics che ha come protagonista il giovane pianista campano Vincenzo Maltempo il quale si cimenta, in un doppio album, nell’esecuzione di brani che, giudicati minori rispetto alla produzione “seria” costituita dalle Sonate, si ascoltano con scarsa frequenza nelle sale da concerto. Si tratta dei 3 cicli di Bagatelle (op. 33, op. 119 e op. 126), delle Sei variazioni in fa maggiore (e non in sol maggiore come è erroneamente indicato nella copertina) op. 34, del Rondò a capriccio in sol maggiore op. 129, delle Variazioni su un valzer di Diabelli op. 120, delle Variazioni (e fuga) in mi bemolle maggiore op. 35 chiamate “Eroica” che, comunque, servono a dare una visione completa del pianismo di Beethoven. Pubblicate dopo la grande stagione delle Sonate, le Bagatelle op. 119, che raccolgono brani composti tra il 1790 e il 1820, e quelle op. 126, risalenti al biennio 1823-1824, sono piccole autentiche gemme musicali nelle quali momenti idillici si alternano a scatti rabbiosi e a passi connotati in senso ironico. Paragonate, invece, alle monumentali Variazioni Goldberg di Bach, quelle su un valzer di Diabelli, composte fra il 1819-1823, sono una testimonianza della straordinaria capacità di Beethoven di lavorare su un tema del quale analizza gli elementi più profondi per svilupparli in brevi brani quasi autonomi. Completano il programma le giovanili Bagatelle op. 33, composte tra il 1801 e il 1802 e pubblicate nel 1803, le Sei variazioni op. 34 e le Variazioni (e fuga) in mi bemolle maggiore op. 35.
Questo programma, di indubbio impegno per la mole, è affrontato dal pianista campano Vincenzo Maltempo con sicurezza. Nonostante qualche asprezza ed un’eccessiva esuberanza giovanile rilevabile soprattutto nell’ultima bagatella dell’op. 33 dove il tema della mano destra appare messo un po’ in ombra dal basso, l’esecuzione di Maltempo è sicuramente buona in quanto sostenuta da un’ottima tecnica che gli consente di eseguire con disinvoltura i passi più impervi. La sua lettura, che, dal punto di vista interpretativo, tende ad accentuare i contrasti, appare condivisibile e si nota nei cantabili una certa cura per il fraseggio.