I concerti online del Teatro Sociale di Rovigo (2)

Rovigo, Teatro Sociale, “Il Teatro Sociale online”
“SUONA OGNI LABBRO IL MIO NOME”. Gli uomini di Verdi
Basso Giacomo Prestia
Baritono Simone Piazzola
Pianoforte Francesco Rosa
Presentazione Andrea Zanforlin
Regia Ivan Stefanutti
Musiche di Giuseppe Verdi
Rovigo, sabato 28 novembre 2020 – in streaming
“MELODIA E ANIMA”. Bellini e le sue donne
Soprano Claudia Pavone
Pianoforte Francesco Rosa, Andrea Mariani
Presentazione Andrea Zanforlin
Regia Ivan Stefanutti
Musiche di Vincenzo Bellini, Franz Liszt
Rovigo, domenica 29 novembre 2020 – in streaming
Per il secondo fine settimana con i concerti online, il Teatro Sociale di Rovigo prosegue nella sua pregevole rassegna, proponendo due voci maschili che non potrebbero essere più verdiane: il basso Giacomo Prestia e il baritono Simone Piazzola, accompagnati da Francesco Rosa, al pianoforte già nel primo concerto. «O tu Palermo», dai Vespri Siciliani, con Prestia, presenta lo spirito di tutto il concerto, animato dai brani più compresi di passione politica e di dolore personale delle opere verdiane della maturità. Segue «O de’ verd’anni miei», da Ernani, con Piazzola magistrale nei passaggi di registro e nella solidità dell’emissione. Dopo due arie solistiche di rispettiva presentazione, prende avvio una serie di magnifici duetti che è la cifra più originale del concerto. La differenza tra le due voci di Prestia e Piazzola (non solo nel registro, ovviamente, ma nella grana, nel timbro, nella proiezione e nel tipo di fraseggio) contribuisce a un innesto di stili e di interpretazioni che esprime la grandezza drammaturgica di Verdi molto più di quanto potrebbe il canto di una sola voce. «A te l’estremo addio» dal Simon Boccanegra, con il successivo duetto, è un momento di forte suggestione, in cui la maestosità di Prestia si coniuga con la lirica generosità di Piazzola. «M’ardon le tempia», ancora dal Simone, è davvero l’elegiaco congedo di un corsaro in lotta con i fantasmi della sua storia, in cui Piazzola fa sfoggio della duttilità della propria linea di canto. Poi interviene Prestia, anch’egli molto compreso nel personaggio di Fiesco (seppure messo in difficoltà da alcune puntature della tessitura). In questo secondo duetto si apprezza particolarmente la base strumentale di Rosa, capace di ricreare al pianoforte gli accenti di tragico rimpianto e i rintocchi di morte della partitura originale. «Quel vecchio maledivami», da Rigoletto, è altra grande scena in cui si oppongono due uomini corrotti dalla malvagità. La morte di Rodrigo («Felice ancor io son»), dal Don Carlo, è pagina di complessa rappresentazione dell’uomo politico verdiano, affidato alla voce ormai ben riscaldata di Piazzola, che porge le frasi dell’aria «Per me giunto è il dì supremo» con naturalezza, senza alcuna forzatura, per poi fraseggiare in piano il passaggio «Morire io dovevo e tu regnar …». «Restate … O signor, di Fiandra arrivo», ancora dal Don Carlo, è il duetto con cui il concerto si conclude, in un’atmosfera di responsabilità politiche, angosce familiari e aspirazioni libertarie; insomma, la pagina verdiana più adatta per suggellare un concerto improntato alla gravità (del repertorio, ma anche del momento che tutti stiamo vivendo). Ancora una volta la lapidea emissione di Prestia e gli squilli appassionati di Piazzola costruiscono un mosaico di toni e di considerazioni sull’esistenza collettiva. La tragedia incombe, ma almeno la musica si chiude con note positive – come suggerisce una delle ultime frasi intonate dal baritono – di speranza per un futuro imminente: «Inaspettata aurora in ciel appar …».

L’ultimo concerto della serie, “Melodia e anima. Bellini e le sue donne”, è l’unico veramente solistico, in quanto vi compare la sola voce del giovane soprano Claudia Pavone, accompagnata ancora dal pianista Francesco Rosa in un repertorio di arie di grande impegno. «Oh! S’io potessi dissipar le nubi … Col sorriso d’innocenza … O sole», da Il Pirata, apre il recital con una scena di esasperata allucinazione, che il soprano formula efficacemente sin dalle prime battute. La scelta di eseguire tutte e tre le parti di cui si compone il numero permette al soprano di alternare momenti di elegia e di esaltazione, in particolare nella cabaletta finale, in cui è pregevole l’emissione degli acuti. Analoga atmosfera si respira in «O rendetemi la speme … Qui la voce sua soave … Vien, diletto» da I Puritani; anche qui Pavone dà il meglio della sua preparazione vocale nella rappresentazione espressiva del personaggio più che nella resa delle agilità. Quale intermezzo strumentale, Andrea Mariani esegue il Sonetto 104 del Petrarca («Pace non trovo, et non ò da far guerra») di Franz Liszt, da Années de Pèlérinage. Deuxième Année: una riflessione pianistica di grande virtuosismo, perfetta per intervallare la serie di arie belliniane. «Oh! Se una volta sola … Ah! Non credeva mirarti … Ah! Non giunge uman pensiero», da La Sonnambula, è forse il brano più intenso del concerto: il soprano attacca le frasi con grande precisione, in piano o pianissimo, modulando il fiato con naturalezza e spontaneità (in realtà frutto di una tecnica assai perfezionata), con un porgere tanto delicato quanto capace di sostenere il suono (come si apprezza soprattutto nell’impervia cabaletta). Qui la voce della Pavone fa ripensare alla scuola belcantistica italiana più illustre e antica, secondo cui dalla parola e dall’affetto che essa sprigiona dipendono i valori e l’espressività musicale. «Casta Diva … Ah! Bello a me ritorna», da Norma, conclude il concerto in termini di grandezza musicale e interpretativa: al velo di cui si sveste la luna druidica si accompagna la naturale, leggera, velatura della voce di Claudia Pavone, una delle cifre della sua bellezza e delicatezza. Alla fine, agli applausi interni del Teatro Sociale si aggiunge l’ovazione degli spettatori virtuali, che durante tutto il concerto hanno pubblicato numerosi commenti entusiastici, decisamente meritati, per la prova del soprano. Per il futuro imminente, l’augurio di ritornare presto a poter godere di tutte le voci del Teatro Sociale di Rovigo dal vivo, e poter ringraziare gli artisti per la loro professionalità e generosità.