Opera in due atti di Gabriele Verdinelli su libretto di Emanuele Floris
Alghero, Teatro Civico, 20 dicembre 2020 – in streaming
Da qui la visione dell’evento
Scrivere un’opera nel terzo millennio, quando ormai i teatri mettono in scena un repertorio consolidato, e soprattutto in questo periodo triste della pandemia, è un’operazione coraggiosa e non certo facile. Eppure proprio il Lockdown di marzo si è tramutato in un’occasione per portare a compimento un progetto la cui prima idea risaliva ad anni prima, come si apprende dalla presentazione dell’opera Ora è buio, chiedete, avvenuta domenica 23 dicembre 2020 al Teatro Civico di Alghero. Ospiti della conduttrice Monica De Murtas, oltre agli autori del progetto (il compositore Gabriele Verdinelli, il regista Gianni Marras e il direttore del Coro Sardo Marco Lambroni, legati da una trentennale amicizia e soci fondatori dell’associazione Laborintus) sono stati anche il librettista Emanuele Floris, il quale, oltre ad illustrare il suo lavoro, ha letto la parte iniziale del primo atto, e due storici, Daniele Sanna e Pino Pecchia, quest’ultimo autore di due saggi sulla strage dei sardi ad Itri avvenuta nel lontano 1911. Evento storico dimenticato e sul quale ancora oggi non si è fatta completamente chiarezza, la strage di Itri, senza entrare nel merito delle questioni di carattere storico ben illustrate nella presentazione da Sanna e da Pecchia, costituisce, infatti, la base della trama dell’opera all’interno della quale si muovono, come spiegato da Emanuele Floris, quattro personaggi inventati che vocalmente richiamano il quartetto classico dell’opera: Antoni (baritono), Maia (soprano), Elia (tenore) e Il Sindaco (basso). Le due comunità, quella sarda e quella itrana, sono rappresentate da due cori e, come si apprende da quanto dichiarato da Verdinelli, da due tradizioni musicali diverse, quella paraliturgica di Castelsardo e una Ninna Nanna cantata da una donna itrana e testimoniata quest’ultima da un video delle Teche Rai, alle quali il compositore si è liberamente ispirato. Dal punto di vista musicale Ora è buio, chiedete, il cui sottotitolo è Sardi a Itri, è un’opera da camera con un organico formato da 15 strumentisti, tutti solisti, che danno vita ad una trama musicale complessa come si può apprezzare nell’esecuzione della parte iniziale del secondo atto proposta in un suggestivo video realizzato a distanza da Angela Carta (flauto), Simone Sassu (tastiere) e dal soprano Marta Raviglia. Di quest’opera breve, dalla durata, infatti, di circa un’ora e un quarto con una struttura delle scene di tipo cinematografico, durante la serata è stato possibile ascoltare due cori: il Miserere, interpretato dal Coro di Uri sotto la direzione di Marco Lambroni, e il Canto delle Itrane, eseguito dalla Polifonica Santa Cecilia. Questi sono stati altri due suggestivi piccoli assaggi dell’opera che si spera possa presto calcare le scene in occasione di un’auspicabile e quanto mai agognata rinascita teatrale dopo questa pandemia.