Rovigo, Teatro Sociale, “Il Teatro Sociale online”
“L’ELISIR CHE DESTA AMORE”
Tenore Raffaele Abete
Basso-baritono Domenico Colaianni
Pianoforte Francesco Rosa
Presentazione Andrea Zanforlin
Musiche di Vincenzo Bellini, Nino Rota, Gaetano Donizetti, Jules Massenet, Giacomo Puccini
Rovigo, sabato 21 novembre 2020 – in streaming
“LACRIME ARDENTI”. Le molteplici passioni del teatro
Soprano Michela Bregantin
Tenore Rodrigo Trosino
Baritono Francesco Toso
Basso Michele Zanchi
Violoncello Michele Ballo
Pianoforte Francesco De Poli
Presentazione Andrea Zanforlin
Musiche di Giuseppe Verdi, Francesco Cilea, Jules Massenet, Wolfgang Amadeus Mozart, Gioachino Rossini, Gaetano Donizetti, Umberto Giordano, Stanislao Gastaldon
Rovigo, domenica 22 novembre 2020 – in streaming
Le stagioni o i cicli musicali online sono ormai, più che una realtà, una necessità di teatri grandi e piccoli, unica alternativa al silenzio totale o al continuo differimento di titoli e progetti. Il Teatro Sociale di Rovigo ha programmato quattro concerti pomeridiani con accesso libero e gratuito attraverso le reti sociali, con il fine di promuovere il melodramma e le voci liriche italiane. Ogni concerto ha un titolo, proveniente dal ricco magazzino dei libretti d’opera oppure centrato su un tema specifico: “L’elisir che desta amore” e “Lacrime ardenti. Le molteplici passioni del teatro” sono stati i primi due appuntamenti della rassegna, seguita da centinaia di persone collegate da diverse piattaforme elettroniche. L’occasione di riascoltare, se non dal vivo, almeno in diretta e con un’ottima resa acustica e visuale un gruppo di appassionati professionisti è stata molto godibile; come un augurio di buona speranza, o meglio ancora una testimonianza di fedeltà e di impegno artistico. «A te, o cara», dai Puritani, con la voce generosa e appassionata di Raffaele Abete accompagnato da Francesco Rosa, ha aperto il primo concerto, seguito da «È una cosa incredibile» dal Cappello di paglia di Firenze, con Domenico Colaianni, ottimo nel recitare come se si trovasse, non solo su di una scena perfettamente arredata per la rappresentazione dell’opera, ma anche di fronte a un teatro gremito. Occorre infatti pensare a quanto debba essere difficile per un artista vocale, abituato a percepire la presenza fisica e vitale del pubblico in sala, cantare di fronte al vuoto; l’artista deve essere capace di vincere la desolazione e il silenzio, la mancanza di applausi e di emozione viva che solo la condivisione dello stesso spazio possono garantire. Ma è precisamente questa la sfida dei teatri in tempi di restrizioni e limitazioni; sfida che il Teatro Sociale sta vincendo con esito molto pregevole. Con «Spirto gentil», da La favorita, si toccano i primi 100 spettatori virtuali sulla rete da cui ci siamo collegati (vedi il link in calce); «Udite, udite … o rustici», seguito dal duetto tra Dulcamara e Nemorino è il brano con cui si giunge al cuore del concerto, e da cui proviene anche il suo titolo. Colaianni brilla per una pronuncia chiarissima e un sillabato ben sgranato, mentre di Abete si apprezzano il timbro chiaro e il porgere semplice (presenti anche nella successiva aria «Porquoi me réveiller?», dal Werther di Massenet). L’aria di Tartaglia dalle Maschere di Mascagni («Quella è una strada»), in cui le capacità attoriali di Colaianni sono tutte declinate nel senso della vis comica, è il momento più divertente e originale di tutto il concerto (anche grazie agli ammiccamenti del pianista Rosa). «O Mimì, tu più non torni» dalla Bohème (con la parte introduttiva e gli interventi di Colaianni nella parte di Marcello) conclude il concerto, salutato dagli applausi (veri) all’interno del Teatro Sociale, dal plauso e dalla gratitudine (purtroppo remoti) dei tanti spettatori online.
“Lacrime ardenti. Le molteplici passioni del teatro” si apre con un quartetto vocale – ossia i quattro cantanti protagonisti del concerto – che interpreta «An die Musik» di Schubert, fuori programma iniziale in occasione del giorno in cui la liturgia ricorda Santa Cecilia, patrona dei musici. Quindi il programma previsto si dipana attraverso «Un ignoto tre lune or saranno» dai Masnadieri, eseguita dal basso Michele Zanchi; il lamento di Federico («È la solita storia del pastore») da L’Arlesiana, con il tenore Rodrigo Trosino, dalla bellissima voce, squillante e bene proiettata, abile anche nella modulazione delle mezze tinte (e che impeto nello slancio del finale: il carattere sanguigno del melodramma verista trapela anche in streaming …). «Hai già vinta la causa» dalle Nozze di Figaro, con il baritono Francesco Toso, dalla linea di canto molto sicura e dal bel vibrato, prosegue la rassegna vocale, intervallata poi da un numero cameristico: Une larme, dal IX volume dei Péchés de vieillesse, per violoncello accompagnato dal pianoforte, con Michele Ballo allo strumento solista e l’accompagnamento di Francesco De Poli. Come spesso accade, Rossini elabora un pezzo denso di allusioni teatrali, dai movimenti rapidi come le scene di un melodramma; insomma, un distillato di quelle passioni cui il titolo del concerto si riferisce. La perfezione nella restituzione del suono in questo pezzo porge tutta la vivezza dell’esecuzione e l’intensità con cui il giovane violoncellista la interpreta. Ma bisogna anche elogiare l’ottima regia televisiva e la varietà nella ripresa filmica degli artisti. «Ai perigli della guerra», altro duetto dall’Elisir d’amore, con Trosino e Toso, rispettivamente un buon Nemorino (forse un po’ spericolato nelle puntature) e un eccellente Belcore, è il brano con cui si torna ai numeri vocali. Nella seconda parte si susseguono quindi «Come dal ciel precipita» dal Macbeth, con Zanchi; «Una furtiva lacrima», con Trosino; «Va! Laisse couler mes larmes», dal Werther, unica aria solistica del soprano Michela Bregantin, colta proprio il giorno del concerto da un abbassamento di voce e costretta a modificare il programma dei suoi interventi; «La donna russa» da Fedora, con Toso, decisamente impetuoso e coinvolgente. Musica proibita di Gastaldon, con il quartetto vocale al completo, pone fine al secondo concerto in diretta streaming dal Teatro Sociale di Rovigo; un secondo capitolo certamente tutto “in crescendo”, che lascia il pubblico in attesa dei capitoli successivi, rispettivamente dedicati agli “Uomini di Verdi” e alle “Donne di Bellini”.