George Frideric Handel (1685–1759): Sonata in sol minore per Viola da Gamba e Basso Continuo, HWV 364b; Sonata in Sol maggiore per Viola da Gamba e Basso Continuo, after HWV 372; Kassel Sonata No. 5 in Re maggiore per Viola da Gamba e Basso Continuo. Sainte-Colombe Le Fils (c. 1660–1720?): Suite in mi minore per viola da gamba (Preludio). George Frideric Handel: Suite No. 4 in mi minore per clavicembalo HWV 429 nella versione di Gottlieb MUFFAT (1690–1770); Prelude in re minore per Viola da Gamba, HWV 437; Suite in re minore per viola da gamba e basso continuo, HWV 437 (Preludio); Suite in re minore per viola da gamba e basso continuo, HWV 448; Sonata in Do maggiore per Viola da Gamba e clavicembalo obbligato (Larghetto-Allegro-Adagio-Allegro). Ibrahim Aziz (viola da gamba). Masumi Yamamoto (clavicembalo). Registrazione: 25-27 ottobre 2019 presso la Chiesa dell’Ascensione, Plumstead, Londra. T. Time: 77′ 26″. 1 CD LC 18236
Strumento particolarmente diffuso in epoca barocca ma già in declino in alcune parti d’Europa all’epoca di Handel che, comunque, ad essa dedicò delle splendide parti nella cantata Le fiamme, nell’oratorio La resurrezione e nell’opera Giulio Cesare, la viola da gamba è protagonista di un interessante Cd nel quale è possibile ascoltare alcuni lavori della meno nota produzione da camera del compositore tedesco naturalizzato inglese. Si tratta di una produzione costituita principalmente da sonate scritte secondo lo schema lento-veloce-lento-veloce, tipico di quelle da chiesa di Corelli e originariamente non destinate alla viola da gamba, ma trascritte per questo strumento secondo una prassi che comunque appartiene al Barocco. Per la Sonata in sol minore HWV 364b, posta ad apertura dell’album e originariamente scritta per violino, l’esecuzione con la viola da gamba è autorizzata dallo stesso Handel che, infatti, nello spazio tra il primo e secondo movimento dell’autografo conservato presso il Fitzwilliam Museum dell’Università di Cambridge, trascrive un’ottava sotto la parte del violino aggiungendo “per la viola da gamba”. Per la successiva Sonata in sol maggiore HWV 372, pubblicata nell’edizione di Estienne Roger delle sonate op. 1 di Handel (1720), per adeguare il brano alla viola, si è dovuto procedere da parte di Ibrahim Aziz, che ne ha curato la trascrizione, al trasporto un tono sotto della parte originariamente scritta per violino, mentre di dubbia attribuzione è la Sonata in re maggiore, testimoniata da un manoscritto, probabilmente di mano di un copista, conservato presso la Biblioteca dell’Università di Kassel, nel quale vi sono altre 6 sonate contenute in un’altra fonte che indica come compositore Johann Jakob Kress (1685–1728). La mancanza di questa sonata in quest’ultima fonte non ha fugato tutti i dubbi sull’attribuzione ad Handel di questo lavoro. Qualche dubbio sulla paternità di Handel sussiste anche per la Sonata in do maggiore per viola da gamba e clavicembalo obbligato nonostante in 10 delle 11 fonti che la riportano sia attribuita ad Handel. Secondo Graham Pont questo lavoro fu scritto molto probabilmente da Handel, quando era ancora giovane, durante il suo soggiorno a Venezia tra il 1706 e il 1707. Completano il programma il preludio della Suite in mi minore per viola da gamba di Sainte-Colombe Le Fils (c. 1660–1720?), la Suite in mi minore per clavicembalo qui eseguita in una versione del 1737 di Gottlieb (Theophile) Muffat, la Suite in re minore HWV 448, il Preludio in re minore HWV 437 e la Suite in re minore HWV 448 nelle trascrizioni per viola da gamba e per viola da gamba e basso continuo di Ibrahim Aziz.
Autentici gioielli del Barocco, questi lavori, benché costituiscano una produzione meno conosciuta e per certi aspetti minore di Handel, sono eseguiti con profondo senso dello stile da Ibrahim Aziz che si avvale di due strumenti, entrambi accordati, come il clavicembalo del resto, al diapason barocco con il la a 415 Hz: uno originale costruito nel 1712 da Barak Norman e una copia di una viola da gamba di Michel Collichon (Parigi, 1683). Dotato di una solida tecnica che gli consente di superare con facilità i passi più impervi, Aziz, esegue con grande espressione i movimenti lenti grazie ad una cavata che gli consente anche di ottenere un suono sensuale nella sarabande delle suite. Particolarmente felice e perfettamente in stile, in quanto in questo modo si mantiene l’alternanza tra danze lente e veloci, è, inoltre, la scelta di eseguire in tempo lento l’Allemanda della Suite in re minore HWV 448. Aziz è accompagnato al clavicembalo da Masumi Yamamoto che, sul suo strumento, una copia di Alan Gotto (2000) di un esemplare di Michael Mietke del 1710, realizza il basso continuo con grande senso dello stile e senza mai appesantire la sua parte.