Pelléas et Mélisande, suite per orchestra op. 80
Prélude (Quasi adagio)
Fileuse (Andantino, quasi allegretto)
Sicilienne (Allegretto molto moderato)
La mort de Mélisande (Molto adagio)
Ricavata dalle musiche di scena per una rappresentazione inglese del Pelléas et Mélisande del drammaturgo belga Maurice Maeterlinck, la suite, sottoposta a due successive rielaborazioni, è una delle pagine sinfoniche più importanti e famose di Fauré, nonostante le particolari circostanze che portarono alla sua composizione. Quando nel 1899 il Prince of Wales’ Theatre di Londra decise di mettere in scena il Pelléas et Mélisande di Maeterlinck, già rappresentato, per la prima volta, a Parigi nel 1893 con notevole successo, inizialmente si era rivolto per la composizione delle musiche di scena a Debussy e non a Fauré. Era noto, infatti, che il compositore francese, presente alla prima rappresentazione e rimasto affascinato dal dramma dei due infelici amanti, si era assicurato l’esclusiva dello sfruttamento del testo di Maeterlinck per una sua opera musicale alla cui composizione si dedicò tanto lentamente da completarla soltanto nel 1902. Il teatro inglese chiese a Debussy di utilizzare come musiche di scena alcuni brani composti per l’opera, ma egli, consapevole della scarsa idoneità della sua musica a fare da commento ad una rappresentazione in prosa, oppose un netto rifiuto; il teatro inglese si vide allora costretto a rivolgersi a Gabriel Fauré che, recatosi nel mese d’aprile del 1898 nella capitale inglese, accettò l’incarico. In poco tempo Fauré compose le musiche di scena rendendo perfettamente l’atmosfera gravida di tensioni emotive del dramma di amore e morte di Maeterlinck la cui protagonista, Mélisande, dopo aver sposato Golaud, s’innamora del giovane Pelléas, fratellastro di quest’ultimo. La vicenda giunge al suo drammatico epilogo quando Golaud, oppresso dalla gelosia, alla fine uccide Pelléas, mentre Mélisande muore di parto.
Da queste musiche di scena pochi mesi dopo Fauré trasse una suite di tre brani che presentò il 3 febbraio 1901 ai Concerts Lamoureux in una versione interamente rielaborata per la parte relativa all’orchestrazione. Ai tre brani scelti: il Prélude, la Fileuse, intermezzo del secondo atto, e La mort di Mélisande, altro intermezzo, orchestrati originariamente dal suo allievo prediletto Charles Koechlin, fu data una nuova veste strumentale dallo stesso Fauré che nel 1909 aggiunse anche l’intermezzo del primo atto, la Sicilienne, per la quale fu mantenuta l’orchestrazione originale di Koechlin.
In ogni brano della suite la particolare azione scenica è caricata di valori simbolici grazie ad una scrittura evocativa di grande suggestione; nel Prélude la musica sembra evocare la foresta incantata e misteriosa nella quale Golaud incontra Mélisande, mentre nella Fileuse prevale una scrittura galante soprattutto nel movimento in terzine affidato agli archi. Flauto e arpa sono protagonisti della Sicilienne che si sviluppa nel cullante ritmo di 6/8, mentre una cellula ritmica di andamento funebre informa l’ultimo brano, La mort de Mélisande, dove ritorna anche l’atmosfera tetra e misteriosa evocata nel Prélude.