Gustav Mahler (Kalištĕ, Boemia, 1860 – Vienna, 1911)
Des Knaben Wunderhorn (Il corno magico del fanciullo)
“Revelge” (Sveglia)
“Rheinlegendchen” (Piccola leggenda del Reno)
“Trost im Unglück” (Consolazione nella disgrazia): Duetto
“Verlor’ne Müh’”(La pena perduta)
“Der Schildwache Nachtlied” (Canto notturno di una sentinella): Duetto “Das irdische Leben” (La vita terrena)
“Lied des Verfolgten im Turm” (Canto del prigioniero nella torre): Duetto “Wer hat dies Liedlein erdacht?” (Chi ha inventato la canzoncina)
“Des Antonius von Padua Fischpredigt” (La predica ai pesci di Sant’Antonio da Padova)
“Lob des Hohen Verstandes” (Lode dall’alto intelletto)
“Wo die schönen Trompeten blasen” (Là dove squillano le belle trombe)
“Der Tambourgesell” (Il tamburino)
“Urlicht” (Luce primigenia)
“Mahler non fu, come vuole la tradizione biografica, un grande sinfonista che scrisse anche Lieder. Il Lied è tanto congeniale a Mahler quanto la sinfonia”.
Così si è espresso il musicologo Ugo Duse a proposito della copiosa produzione liederistica di Gustav Mahler che introdusse dei Lieder anche nei suoi lavori sinfonici realizzando una perfetta sintesi e un reciproco interscambio tra queste due forme da lui curate. Nella produzione liederistica di Mahler un posto di rilievo è riservato ai 24 Lieder, di cui 12 per voce e pianoforte e 12 per solisti e orchestra, tratti dalla raccolta di poesie e canti popolari in tre volumi, Des Knaben Wunderhorn, pubblicata da Clemens Brentano e da Achim von Armin dal 1805 al 1808. Mahler, che probabilmente conosceva alcune di queste liriche sin dall’infanzia, entrò direttamente in contatto con questa raccolta nel 1886 mentre si trovava a Lipsia dove era appena diventato maestro sostituto nel locale teatro. Nella città della Sassonia Mahler conobbe Hauptmann von Weber, nipote di Carl Maria von Weber, il quale gli chiese di completare, collegando i frammenti sparsi lasciati dal compositore tedesco, l’opera comica Die drei Pintos rimasta incompiuta. Frequentando la casa di Hauptmann e la moglie di quest’ultimo, con la quale il compositore entrò in una certa intimità nonostante la grande differenza di età, Mahler poté leggere una copia, custodita nella biblioteca di casa Weber, di questa raccolta poetica. Tale lettura gli diede l’idea di mettere in musica alcuni Lieder tratti dalla raccolta, ma la stesura del lavoro durò per oltre un decennio, dal 1888 al 1899, intrecciandosi alla composizione della Seconda e della Terza sinfonia. In particolar modo Mahler compose i 14 Lieder per solisti e orchestra, che originariamente facevano parte della raccolta, tra il 1892 e il 1898, togliendo, in seguito, Urlicht (Luce primigenia) e Es sungen drei Engel (Cantarono tre angeli) che introdusse rispettivamente nella Seconda e nella Terza sinfonia. In questo approfondimento è stato aggiunto all’ultimo posto il Lied Urlicht per ragioni di completezza. Nella composizione di questi Lieder Mahler, come sua abitudine, intervenne direttamente sul testo modificandolo ora con lo spostamento di alcuni versi, ora con la ripetizione di altri.
Alla primavera del 1899, risale la stesura di Revelge (Sveglia), il penultimo in ordine di composizione, oltre che il più lungo, Lied di questo ciclo. Il testo, il cui protagonista è un soldato che marcia verso la morte suonando il tamburo, è realizzato da un passo cadenzato di marcia che sembra descrivere l’ultima sfilata di un reggimento distrutto. Il Lied presenta un carattere macabro che raggiunge il suo punto culminante nel penultimo onomatopeico verso di ogni strofa Tralali, Tralalei, Tralala.
Un’atmosfera poetica, preparata da una dolce melodia degli archi, caratterizza Rheinlegendchen (Piccola leggenda del Reno) in cui è descritta una leggenda tedesca: un uomo getta nel Reno un anello che viene mangiato da un pesce, il quale, a sua volta, finisce sulla tavola di un re. Quest’ultimo, accortosi dell’anello, lo restituisce al suo legittimo proprietario.
Un ritmo marziale contraddistingue Trost im Unglück (Consolazione nella disgrazia), un duetto nel quale un ussaro e la sua amata, che si produce in una melodia patetica, capiscono che non possono vivere l’uno senza l’altra.
Un altro duetto è il Lied Verlor’ne Müh’ (La pena perduta) che rappresenta un ironico litigio in dialetto di una coppia, mentre un gesto perentorio dei timpani introduce Der Schildwache Nachtlied (Canto notturno di una sentinella), formalmente un duetto, nel quale una sentinella si lamenta di dover vegliare la notte mentre tutti dormono. Alla sentinella risponde una voce femminile che gli promette un paradiso incantato.
Di carattere drammatico è il Lied successivo, Das irdische Leben (La vita terrena), nel quale un bambino affamato chiede del pane alla madre che gli dice di aspettare rimandando sempre al giorno dopo per un motivo o per un altro. Alla fine, quando il pane è appena sfornato, il bambino, la cui fame appare come una metafora del desiderio di felicità che attanaglia l’uomo per tutta la vita, muore senza essersi sfamato.
Il Lied des Verfolgten im Turm (Canto del prigioniero nella torre) è un altro duetto nel quale un prigioniero rivendica in modo perentorio la libertà di pensiero. Anche in questo Lied, come nei duetti precedenti, si fronteggiano due stati d’animo diversi, quello del prigioniero insofferente per la sua condizione e quello della fanciulla che gli risponde con una melodia d’intenso lirismo.
Wer hat dies Liedlein erdacht? (Chi ha inventato la canzoncina?) è una tenera canzone d’amore, cantata da una contadina, dalla melodia semplice e affascinante che si conclude con un vocalizzo, mentre in Des Antonius von Padua Fischpredigt (La predica ai pesci di Sant’Antonio da Padova) è descritta, su una melodia che Mahler riprese nel secondo movimento della sua Seconda sinfonia, la predica di Sant’Antonio di Padova ai pesci che, inizialmente colpiti dalle parole del Santo, dimenticano tutto subito dopo.
Un contenuto completamente diverso presenta il Lied successivo, Lob des Hohen Verstandes (Lode dall’alto intelletto), nel quale Mahler, in una scrittura ironica annunciata dal tema iniziale, si prende gioco dei critici musicali impersonati da un asino che funge da arbitro in una gara canora tra un cuculo e un usignolo.
Protagonista del successivo Lied Wo die schönen Trompeten blasen (Là dove squillano le belle trombe) è ancora un soldato che, su un andamento quasi da marcia funebre, fa visita per l’ultima volta alla sua amata prima di partire per la guerra. L’amore è descritto nella sezione centrale con una dolce e languente melodia.
Protagonista di Der Tambours´gsell (Il tamburino), che, completato nell’estate del 1898, è l’ultimo Lied del ciclo in ordine di composizione, è un tamburino il quale, sulle movenze di una mesta marcia funebre, canta il suo tormento per la prossima esecuzione della sua condanna a morte.
Infine Urlicht (Luce primigenia), che Mahler utilizzò nel quarto movimento della Seconda sinfonia, è strutturato su un tema di corale che occupa le prime 14 misure; in esso il protagonista esprime con una semplicità infantile la speranza di trovare un piccolo posto in paradiso. Il testo del Lied, nel quale non mancano immagini di dolore, si conclude, infatti, con l’augurio: L’amato Iddio mi donerà la luce / Che m’illuminerà d’eterna pace, mentre la musica si fa più complessa sviluppandosi in angosciosi movimenti cromatici.