di Benedetta Saglietti con un dialogo tra l’autrice e Riccardo Muti
Donzelli Editore (2020).
Volume di 114 pagine, ISBN: 9788868439415
€ 19,00
Sulla Quinta sinfonia di Beethoven sono stati versati fiumi d’inchiostro, ma mai è stata pubblicata, nella sua forma integrale, la traduzione in italiano della recensione per eccellenza di questo capolavoro del sinfonismo: quella uscita nel 1810 sulla rivista «Allgemeine Musikalische Zeitung» ad opera di E. T. A. Hoffmann che, in seguito, l’avrebbe rielaborata in una forma sintetica nella raccolta Kreisleriana. A colmare questa lacuna ci ha pensato, nell’anno in cui si celebrano i 250 anni dalla nascita di Beethoven, Benedetta Saglietti, storica della musica, che ha dato alle stampe per i tipi di Donzelli Editore l’edizione critica di questa recensione, tradotta dal tedesco dalla studiosa che ha posto a confronto i due testi: quello originario, pubblicato in rivista, e l’altro, contenuto nella raccolta Kreisleriana. Aperto da un’interessante intervista al maestro Riccardo Muti il quale non solo introduce il lettore all’analisi di questa sinfonia ponendola a confronto con quelle che l’hanno preceduta, ma si sofferma anche su alcune questioni riguardanti l’interpretazione, il libro prosegue con il racconto, anche attraverso la citazione di documenti, dell’Accademia del 22 dicembre 1808 durante la quale fu eseguita per la prima volta, e con un commento della recensione di Hoffmann di grande interesse. In esso, infatti, la studiosa contestualizza lo scritto di Hoffmann ponendolo in relazione con le tesi del Romanticismo espresse da Wackenroder e da Tieck. In particolare l’analisi di Benedetta Saglietti si sofferma sull’importante influenza esercitata sulle tesi di Hoffmann da parte di uno dei concetti-chiave del Romanticismo musicale tedesco consistente nella preferenza accordata alla musica strumentale assoluta e tendente all’infinito, in quanto capace di innalzarsi al di sopra delle parole.
Condotta con rigore scientifico è, inoltre, l’edizione critica della recensione di Hoffmann che, sebbene un po’ troppo sbrigativa sul secondo movimento, costituisce, comunque, un testo imprescindibile per la storia della comprensione e della ricezione della Quinta di Beethoven. Alla fine di questo lavoro, a rendere più completo il quadro critico su questa sinfonia, Benedetta Saglietti ha inserito tre interessanti testi: la prima recensione anonima apparsa sull’«Allgemeine Musikalische Zeitung», il 25 gennaio 1809; uno stralcio di una lettera di Johann Friedrich Reichardt, che ci ha lasciato un resoconto dell’Accademia, e il saggio di Hector Berlioz tratto dall’Étude critique des symphonies de Beethoven.
Ottima la presentazione editoriale curata da Donzelli Editore.