Johann Sebastian Bach (1685-1750): “Suite per violoncello”

1CD: Cello Suite No. 1 in G Major, BWV 1007; Cello Suite No. 3 in C Major, BWV 1009; Cello Suite No. 6 in D Major, BWV 101.
2 CD: Cello Suite No. 2 in D Minor, BWV 1008; Cello Suite No. 4 in E-flat Major, BWV 1010; Cello Suite No. 5 in C Minor, BWV 1011. Alisa Weilerstein (violoncello). Registrazione: Teldex Studio, Berlin, luglio-settembre 2019 T. Time (1CD): 78′ 43.  (2CD): 82’07” 2CD Pentatone PTC5186751

Ancora oggi non è possibile ricostruire con precisione la genesi delle Suite per violoncello di Bach che, giustamente considerate come l’alfa e l’omega dell’arte violoncellistica, furono presumibilmente composte  tra il 1717 e il 1723 per uno dei violoncellisti che lavoravano alla corte di Köthen dove il compositore ricopriva il ruolo di maestro di cappella. Testimoniate da un manoscritto di pugno della seconda moglie Anna Magdalena, queste 6 suite sono particolarmente innovative innanzitutto per la scelta del violoncello, strumento al quale venivano affidate solitamente parti di accompagnamento, essendo quelle solistiche di pertinenza quasi esclusiva della viola da gamba. La motivazione che spinse Bach a preferire il violoncello alla viola da gamba costituisce ancora oggi una questione aperta dal momento che non basta a spiegarla l’ipotesi secondo la quale il principe Leopoldo, che suonava la viola da gamba, non fosse certo un virtuoso. Cadute per circa due secoli in un inspiegabile oblio, al quale aveva cercato di sottrarle Schumann che aveva scritto per esse un accompagnamento pianistico, queste suite, che furono riscoperte da Pau Casals, costituiscono oggi una delle prove più ardue per ogni violoncellista soprattutto per le difficoltà espressive e tecniche che esse pongono.
Di recente l’etichetta Pentatone ha pubblicato un doppio album nel quale a cimentarsi con questi momumenti del repertorio violoncellistico è la giovane violoncellista statunitense Alisa Weilerstein. Si tratta di una pregevolissima proposta discografica, nella quale l’artista, dotata di una tecnica solidissina e di una cavata particolarmente espressiva, interpreta queste suite con profondo senso dello stile che si esplica in un fraseggio assolutamente curato e in una ricerca di colori che danno grande varietà alla sua interpretazione. Si tratta, in definitiva, di un’esecuzione particolarmente espressiva, nella quale sono sottolineate le note che danno inizio al disegno melodico, e, per questo, per nulla metronomica, ma realizzata con quella libertà ritmica che caratterizza l’intepretazione della musica barocca.