Johann Sebastian Bach (1685 – 1750): “Concerti per clavicembalo”

Johann Sebastian Bach (Eisenach, 31 marzo 1685, – Lipsia , 28  luglio 1750)
A 270 anni dalla morte
I Concerti per clavicembalo, archi e basso continuo
In re minore BWV 1052 (Allegro-Adagio-Allegro) –in mi maggiore BWV 1053 (Allegro-Siciliano-Allegro) – in re maggiore BWV 1054 (Allegro-Adagio e piano sempre-Allegro) – in la maggiore BWV 1055 (Allegro-Larghetto-Allegro ma non tanto) – in fa minore BWV 1056 (Allegro-Largo-Presto) – in fa maggiore per clavicembalo, due flauti dolci, archi e basso continuo BWV 1057 (Allegro-Andante-Allegro assai) – in sol minore BWV 1058  (Allegro-Andante-Allegro assai) –
in do minore per due clavicembali BWV 1060 (Allegro-Adagio-Allegro) – in do maggiore per due clavicembali BWV 1061 (Allegro-Adagio ovvero Largo-Fuga) – in do minore per due clavicembali BWV 1062 (Allegro-Andante-Allegro assai) – in re minore per tre clavicembali BWV 1063 (Allegro-Alla Siciliana-Allegro) –  in do maggiore per tre clavicembali BWV 1064 (Allegro-Adagio-Allegro) – 
in la minore per quattro clavicembali BWV 1065 (Allegro-Largo-Allegro)
La produzione di concerti per clavicembalo, che consta di ben 14 lavori, si concentra nel decennio che va dal 1725 al 1735, quando i figli del compositore, diventati ormai dei virtuosi di questo strumento, avevano bisogno di nuove composizioni per potersi esibire nel «Collegium Musicum» della città di Lipsia, dove il padre ricopriva la carica di Thomaskantor e Direktor musices. Molti di questi concerti sono rielaborazioni di precedenti, andati perduti, nei quali era già presente uno specifico linguaggio cembalistico in funzione concertante. Così degli otto concerti per un solo clavicembalo sono rielaborazioni di precedenti lavori: i BWV 1054, BWV 1058, che traggono spunto dai due concerti per violino rimasti e, rispettivamente, dal BWV 1042 e dal BWV 1041; il BWV 1057, che è una rielaborazione del quarto dei Brandeburghesi; i BWV 1052, il BWV 1053 e il BWV 1055 che sono altrettanti rifacimenti di altri composti nel periodo di Köthen o di Weimar. Infine i concerti BWV 1063 e BWV 1064 per tre clavicembali sono delle rielaborazioni di concerti per tre violini non pervenutici, mentre il BWV 1065 per quattro clavicembali è una trascrizione del Concerto per quattro violini op. 3 n. 10 di Vivaldi. Questi lavori clavicembalistici non si configurano come semplici trascrizioni, in quanto Bach non trascrisse la parte del solista per la mano destra del clavicembalo ma riscrisse intere parti.

Proprio a Vivaldi ha fatto pensare l’ardita scrittura contrappuntistica del Concerto per clavicembalo BWV 1052, forse uno degli ultimi della serie in ordine di composizione, ma che è certamente la rielaborazione di un concerto per violino non pervenutoci dello stesso Bach e non di Vivaldi, come alcuni musicologi hanno ipotizzato. Molto bello è l’inizio del primo movimento Allegro, caratterizzato da un gesto teatrale di grande effetto con tutti gli strumenti che suonano quasi all’unisono, mentre il clavicembalo esegue passi di notevole virtuosismo già nel primo episodio solistico. Due interventi dell’orchestra, posti all’inizio e a conclusione del secondo movimento, Adagio, incastonano un vasto episodio lirico di carattere cantilenante, affidato al solista e tipico della scrittura melodica bachiana. Il virtuosismo emerge con maggiore forza nel terzo e ultimo movimento, Allegro.

Il Concerto in mi maggiore per clavicembalo, archi e basso continuo BWV 1053 è, invece, la trascrizione per clavicembalo di un precedente lavoro di Bach per oboe o oboe d’amore e orchestra in fa maggiore. Il primo movimento, un Allegro, è molto lungo con una sezione centrale nella quale gli elementi tematici vengono rielaborati, mentre il secondo, chiamato in modo insolito Siciliano, è in realtà una Siciliana in  12/8 nella quale grande importanza assume la melodia della mano sinistra che ricorda, per il suo carattere lirico, altre pagine di Bach. Carattere virtuosistico ha, infine, il vivace ultimo movimento.

Una trascrizione da un altro suo concerto per oboe d’amore, composto sempre nel periodo di Köthen,è molto probabilmente il Concerto in la maggiore per clavicembalo, archi e basso continuo BWV 1055 che si inserisce nella solida tradizione italiana di Vivaldi e Corelli. Ciò appare  evidente soprattutto nell’Allegro iniziale nel quale al clavicembalo sono affidati passi di un certo virtuosismo, mentre il secondo movimento, Larghetto, ricorda, nella struttura del basso, alcune caratteristiche della ciaccona o della passacaglia. Nel vivace Allegro ma non tanto conclusivo il solista si abbandona ad una scrittura quasi di carattere improvvisativo.

L’originaria veste violinistica è evidente nel Concerto in fa minore per clavicembalo, archi e basso continuo BWV 1056, del quale Gustav Schrenk tentò una ricostruzione per violino trasportando l’intero lavoro in sol minore. Bach, nel trascrivere per clavicembalo i concerti per violino, li trasportava un tono sotto per mantenerli all’interno della normale estensione dello strumento a tastiera. Il primo movimento, Allegro, presenta un carattere vivace, mentre il Largo, tratto dal movimento centrale della sinfonia con oboe obbligato di una cantata sacra del periodo di Lipsia (BWV 156), è una pagina di intenso lirismo. Carattere spigliato presenta anche l’Allegro conclusivo.
Dei concerti per più clavicembali, i due in do minore BVW 1060 e BWV 1062 sono delle rielaborazioni di opere di Bach, mentre quello in do maggiore BVW 1061 è probabilmente un lavoro originale.

Il Concerto in do minore BVW 1060, il primo per più clavicembali, è molto probabilmente la trascrizione di un precedente Concerto dello stesso Bach composto intorno al 1830 per violino e oboe e orchestra secondo quanto affermato da Scholars che lo ha ricostruito proprio per questi due strumenti solisti. Formalmente il concerto non è diverso dagli altri, in quanto presenta i due movimenti rapidi che incastonano al centro quello lento di intenso lirismo.

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Se il  Concerto in do minore BVW 1062 è la trascrizione realizzata nel 1736 del Concerto BVW 1043 per due violini, le cui parti vengono riprodotte nel rigo della mano destra di ogni strumento solista, il Concerto in do maggiore BVW 1061 appare la rielaborazione di una precedente composizione cembalistica; esistono gli autografi delle due parti solistiche, mentre il manoscritto, nel quale è contenuto l’accompagnamento orchestrale che è un semplice rinforzo delle parti cembalistiche, presenta una scrittura diversa da quella di Bach avvalorando l’ipotesi che sia stata composta più tardi.

La parte orchestrale, come accade spesso nei Concerti per più strumenti a tastiera, assume soltanto una funzione di rinforzo, ma addirittura nell’Adagio centrale tace per lasciare il posto ai due clavicembali che danno vita a un canone dall’andamento di Siciliana. Molto elaborato è il terzo movimento, una fuga di carattere virtuosistico, le cui sezioni vengono marcate dagli interventi dell’orchestra.

È stato ipotizzato, invece, che il Concerto in re minore per tre clavicembali, archi e basso continuo BWV 1063 sia un arrangiamento di un’opera di un altro autore, ma è stato accertato che fu composto da Bach per se stesso e per i suoi due figli maggiori Wihilhelm Friedmann e Carl Philip Emmanuel, tenendo conto delle maggiori difficoltà esecutive che caratterizzano la parte del primo clavicembalo. Come accade spesso nella produzione concertistica di Bach, anche in questo lavoro i due movimenti rapidi esterni incastonano quello lento centrale, Alla siciliana, di carattere lirico. L’importanza attribuita da Bach al primo clavicembalo è testimoniata dal fatto che il compositore assegnò a questo strumento due cadenze.

Un maggiore equilibrio tra i tre strumenti solisti è raggiunto nel Concerto in do maggiore per tre clavicembali, archi e basso continuo BWV 1064, nel quale i tre solisti sono trattati singolarmente. L’Allegro iniziale del concerto, ritenuto dalla critica una rielaborazione di un Concerto per tre violini, è costruito su più temi mentre l’Adagio centrale, di carattere solenne, presenta una melodia malinconica su un basso ostinato. L’ultimo movimento, Allegro, è un fugato nel quale ad ogni strumento è affidata una cadenza.

Il Concerto in la minore per quattro clavicembali, archi e basso continuo BWV 1065, infine, non è una semplice trascrizione del Concerto in si minore n. 10 op. 3 di Vivaldi per quattro violini ma una rielaborazione di questo lavoro del compositore italiano del quale Bach ha sviluppato sia l’aspetto contrappuntistico che i temi costruendo un lavoro di grande livello virtuosistico.