Sinfonia n. 2 “Resurrezione” in do minore per soprano, contralto, coro misto e orchestra. Versione per due pianoforti di Hermann Behn. Daniela Bechly (soprano). Iris Vermillion (contralto). Christiane Behn e Mathias Weber (pianoforti). Harvestehuder Kammerchor. Claus Bantzer (maestro del coro). Registrazione Live: 17 novembre 2008 presso la Kleine Laeiszhalle di Amburgo. T. Time: 75′ 42″. 1 CD Musicaphon M56915
Estremamente diffuse nell’Ottocento e agli inizi del Novecento, le trascrizioni pianistiche di opere e di lavori sinfonici erano degli strumenti importanti per raggiungere un largo pubblico che spesso non poteva accedere all’esecuzione di questi capolavori nei teatri e con grandi orchestre. Oggi rappresentano delle testimonianze di come la musica venisse fruita all’epoca e molto spesso, essendo state realizzati da grandi compositori e pianisti quali Franz Liszt, sono dei veri e propri capolavori che nulla tolgono all’originale, al quale, invece, danno nuova vita. Questo è anche il caso della trascrizione per due pianoforti della Seconda sinfonia di Gustav Mahler che, realizzata da Hermann Behn, è protagonista di un’interessantissima proposta discografica dell’etichetta Musicaphon, in realtà una ristampa di un’incisione del 2008. Laureato in legge e compositore abbastanza raffinato soprattutto di Lieder, Behn, che aveva studiato composizione con Anton Bruckner a Vienna e Joseph Rheinberger a Monaco, fu non solo amico personale di Mahler, ma anche un suo mecenate dal momento che, insieme con il ricco industriale Wilhelm Berkhan, patrocinò la prima esecuzione, a Berlino il 13 dicembre 1895, proprio della Seconda sinfonia. Mahler, che, da parte sua, aveva sempre guardato con favore alla produzione liederistica di Behn, dopo aver completato la composizione di questa sinfonia, aveva affidato la partitura all’amico che iniziò subito a trascriverla per due pianoforti. Mahler, che non sapeva nulla, rimase favorevolmente sorpreso quando al ritorno dai suoi viaggi, Behn gli presentò questa trascrizione della quale i due amici-musicisti suonarono insieme i primi tre movimenti. Riscoperta dalla pronipote di Behn, la pianista Christiane Behn, questa trascrizione, che è stata eseguita in prima mondiale il 17 novembre 2008 ad Amburgo, è un lavoro estremamente raffinato e, come affermato dallo stesso Mahler una volta esaminatolo, eccellente in quanto nulla si perde, se non nella varietà timbrica che contraddistingue l’orchestra rispetto al pianoforte, del carattere monumentale dell’originale il cui orgamico prevedeva la presenza di 10 corni, 8 trombe e una grandissima varietà di percussioni. La complessa scrittura contrappuntistica è, infatti, ben riprodotta e i temi emergono sempre con chiarezza, mentre i movimenti in cui appare le voce acquistano una dimensione cameristica che finisce per esaltare il carattere intimo del sentimento religioso espresso nei testi.
Splendida l’incisione, che tra l’altro riproduce il live della prima esecuzione, avvenuta il 17 novembre 2008 ad Ambugo, di questa trascrizione. I pianisti Christiane Behn e Mathias Weber riescono a rendere bene la monumentalità della partitura di Mahler al punto da dare l’impressione di ascoltare un unico grande strumento. Grazie a una grande attenzione alle dinamiche che permette loro di esaltare i momenti più drammatici e di forte impatto emotivo della sinfonia, i temi emergono con chiarezza e i movimenti maggiormente marcati dal punto di vista lirico sono eseguiti con espressione dai due pianisti che dimostrano di avere una tecnica solidissima. Di grande suggestione risultano il quarto movimento, nel quale il contralto intona il Lied Urlicht, e il quinto dove intervengono, oltre all’Harvestehuder Kammerchor che, ben preparato e diretto da Claus Bantzer, esegue la famosa ode di Klopstock con grande attenzione ai valori espressivi del testo e agli equilibri sonori, diversi da quelli che si vengono a formare con una compagine orchestrale, i due solisti. Dotato di un bel timbro particolarmente accattivante nel settore grave, il contralto Iris Vermillion, grazie a un fraseggio curato, interpreta con grande partecipazione sia il Lied Urlicht del quale, l’artista, favorita anche dal fatto che è accompagnata dai soli pianoforti, esalta l’intima e, se vogliamo, semplice religiosità. Di pari livello e dotato anche di una voce dal timbro chiaro, il soprano Daniela Bechly non solo “duetta” splendidamente con il contralto nell’ultimo movimento, ma emerge con autorevolezza nelle fasi cadenzali sul coro. Anche la sua interpretazione appare intrisa di quel pathos che questo capolavoro di Mahler richiede. Si tratta in definitiva di un prodotto bello e originale oltreché di grande suggestione.