Gustav Mahler (1860 – 1911): “Sinfonia n. 3 in re minore” (1902)

Gustav Mahler (Kalištĕ, Boemia, 7 luglio 1860 – Vienna, 18 maggio 1911)
A 160 anni dalla nascita
Gustav Mahler
(Kališté, Boemia, 1860 – Vienna 1911)
Sinfonia n. 3 in re minore in sei tempi per contralto, coro femminile, coro di bambini e orchestra
Parte I:
Kräftig.Entschieden (Con forza, Deciso)

Parte II:
Tempo di minuetto: sehr mässig (Tempo di minuetto: molto moderato)

Comodo, Scherzando, Ohne Hast Comodo, Scherzando, Senza fretta)
Sehr langsam, Misterioso “O Mennsch! gib acht” (Molto lento, Misterioso “Uomo sta’ attento”) assolo di contralto da “Also sprach Zarathustra” di F. Nietzsche
Lustig im Tempo und keck im Ausdruck “Es sungen drei Engel” (Allegramente nel ritmo e vivace nell’espressione “Cantarono tre Angeli”) per contralto, coro femminile e coro divoci bianche da “Des Knaben Wunderhorn”
Langsam, Ruhevoll, Empfunden (Lento, Tranquillo, Sentito)

Molto lunga, anche a causa del fatto che Mahler poteva dedicarsi alla composizione solo nei mesi estivi liberi dagli impegni direttoriali, fu la gestazione della Terza sinfonia, che occupò quattro anni, dall’estate del 1893, periodo a cui risalgono i primi abbozzi riguardanti i movimenti centrali, al 6 agosto 1896, giorno nel quale il compositore boemo completò la stesura della partitura mentre si trovava a Steìnbach am Attersee, nelle Alpi del Tirolo. Opera monumentale, dal momento che è la più lunga di tutte le sinfonie di Mahler, la Terza sinfonia dovette attendere ben sei anni per avere la sua prima esecuzione che avvenne il 9 giugno 1902 a Krefeld, Stadttheater (Vereinigte Städtische Bühnen) sotto la direzione dell’autore che stava vivendo un momento particolarmente felice della sua vita. In quell’estate del 1902 la moglie Alma era, infatti, incinta come ricordato nel suo scritto Ricordi e Lettere dalla donna che ci ha lasciato un’interessante testimonianza delle prove e della prima:
“Nel giugno del 1902 ci fu la prima assoluta della Terza sinfonia a Krefeld. Io ero a metà della gravidanza e il viaggio per Colonia ebbe luogo al momento della massima calura estiva. Mahler cercava di farmi passare il tempo con tratti di spirito. Alle mie impazienti domande sull’ora dell’arrivo, rispose tutto il tempo con informazioni false, tanto che quando arrivammo non ci volevo assolutamente credere.
Le prove al Gürzenich furono straordinarie. Dopo ogni tempo Mahler veniva da me. Discutevamo tutti i dettagli. Dopo il primo tempo, che veniva eseguito allora per la prima volta, arrivò ridendo allegramente e mi gridò già da lontano: «E vide che questo era buono!»
Annotavo osservazioni sulla partitura quando mi sembrava che un passo non «risultasse» abbastanza bene. Un ragazzino era seduto dietro a me e guardava al di sopra della mia spalla con estremo interesse. Tenevo perciò la partitura in modo che potesse vederla bene e poco tempo fa il pianista Edwin Fischer mi ringraziò  per questo servizio cortese che avevo reso allora a un ragazzo sconosciuto. […]
L’esecuzione era aspettata con trepidazione, perché già alle prove tutti avevano capito con sempre maggior chiarezza quant’era grande e importante l’opera che si stava affacciando al mondo. Dopo il primo tempo scoppiò una manifestazione entusiastica. Richard Strauss applaudì ostentatamente, tanto che suggellò, per così dire, il successo. E, dopo ogni tempo, gli ascoltatori sembravano più emozionati, anzi, alla fine nel pubblico che si era alzato in massa e premeva verso il podio si scatenò un vero delirio. L’atteggiamento di Strauss diventò sempre più passivo, da ultimo era scomparso.
Io ero seduta tra persone estranee, perché volevo esser sola e avevo rifiutato di prender posto insieme con i miei parenti. La mia eccitazione era al colpo; piangevo e ridevo piano tra me e sentii improvvisamente muoversi la mia prima creatura. Quest’opera cancellò qualsiasi riserva avessi ancora avuto e mi convinse in pieno della grandezza di Mahler, tanto che durante la notte gli dichiarai, piangendo di gioia, di averlo finalmente capito e gli promisi eterno amore e di voler viere soltanto per lui. Da quel momento presi chiara coscienza, e per sempre, di tutto il suo valore, che fino allora avevo soltanto intuito”.
Per la composizione di questa sinfonia Mahler seguì un programma poetico che aveva come tema centrale il rapporto tra l’uomo e la natura, come si evince anche dai diversi titoli a cui inizialmente il compositore aveva pensato per questo suo lavoro. La sinfonia, infatti, avrebbe dovuto intitolarsi Pan, la Gaia scienza con riferimento a Nietzsche, La vita felice o ancora Sogno di una notte di mezza estate con la postilla: “Non da Shakespeare. Nota per i critici e per gli shakespeariani”. La presenza di un programma poetico è testimoniata, inoltre, da una lettera del 1895 all’amico Fritz Löhr, nella quale il compositore indicò anche i sottotitoli dei sette originari movimenti che avrebbero dovuto comporre la sinfonia:
1. “Risveglio di Pan. Irrompe l’estate”. Introduzione, fanfara e marcia giocosa.

2. “Quel che mi raccontano i fiori di campo”.
3. “Quel che mi raccontano gli animali del bosco”.
4. “Quel che mi racconta la notte”. A solo di contralto: “O Mensch! GibtAcht!”.
5. “Quel che mi raccontano le campane del mattino”. Coro di bambini, contralto e coro femminile: “Es sungen drei Engel”.
6. “Quel che mi racconta l’amore”. Motto: “Padre, guarda le mie ferite: non abbandonare alcuna creatura”, dal Des Knaben Wunderborn.
7. “La vita celestiale”. Soprano solo: “Wir geniessen die himmlischen Freuden”.
Nella versione definitiva, insieme all’ultimo movimento che sarebbe diventato il Finale della Quarta, furono eliminati anche i sottotitoli che, modificati comunque durante la composizione come testimoniato da un’altra lettera indirizzata il 6 agosto 1896 a Max Marschalk, non apparvero nemmeno nel programma della prima esecuzione e della successiva pubblicazione.
Opera monumentale non solo per la lunghezza con il primo movimento che, da solo, raggiunge la durata di 40 minuti, ma anche per l’organico orchestrale tale da suscitare l’ironia di Ferruccio Busoni secondo il quale per eseguirla sarebbero stati necessari «i passeggeri dell’Arca di Noè: coccodrilli contralti, tenori e bassi, serpenti cromatici, uccelli del Paradiso a pedale!», la Terza sinfonia si può dividere in due parti delle quali la prima è costituita dal primo movimento, Vigoroso. Risoluto, formalmente ascrivibile alla forma- sonata della quale mantiene la tripartizione in Esposizione, Sviluppo e Ripresa. In esso si possono distinguere ben quattro gruppi tematici dei quali il primo è esposto dai corni, mentre il secondo è assimilabile a un recitativo. Dopo un terzo gruppo di temi appare quello alla Marcia che costituisce la parte centrale del movimento che può essere considerato come una gigantesca marcia nella quale si contrappongono due ritmi diversi, uno di carattere solenne e l’altro funebre. Dopo cinque minuti di pausa, prescritti da Mahler in partitura, inizia la seconda parte della sinfonica, costituita dai restanti cinque movimenti che vengono eseguiti senza soluzione di continuità.  Ultimo movimento ad essere composto e primo ad essere eseguito da solo il 9 novembre 1896 a Berlino sotto la direzione di Arthur Nikisch,  il secondo, Tempo di Menuetto. Molto misurato, è un Minuetto dal sapore quasi mozartiano nel quale si stemperano, anche grazie ad un organico cameristico, le tensioni del primo e sul quale il compositore si espresse così in una lettera a un suo amico:
“Non ho scelta, se desidero essere ascoltato, non posso essere troppo difficile e così que­sto modesto piccolo pezzo mi presenterà senza dubbio al pubblico come il voluttuoso profumato cantore della natura. Che questa natura nasconda in se stessa tutto ciò che è orribile, grande e anche amabile (che è proprio ciò che ho voluto esprimere nell’intero lavoro, in una specie di evolutivo sviluppo) naturalmente nessu­no lo capirà mai”.
Il terzo movimento, Comodo. Scherzando, nel quale la natura è evocata con imitazioni dei versi degli usignoli e dei cucù, è uno Scherzo i cui due temi sono tratti dal Ablösung im Sommer da Des Knaben Wunderhorn. All’interno del movimento si segnala lo splendido e famoso a solo della cornetta del postiglione. Il quarto movimento è costituito dal Lied O Mensch! per mezzosoprano e orchestra il cui testo è tratto da Also sprach Zarathustra di Friedrich Nietzsche. Il quinto movimento, In tempo allegro e impertinente, è anch’esso un Lied (Es sungen drei Engel) che si sviluppa come un dialogo tra l’uomo penitente, a cui dà voce un contralto, e gli angeli, costituiti da un coro di bambini e da un coro femminile. L’ultimo movimento, Lento. Molto tranquillo ma intenso, è una pagina di intenso lirismo della quale è assoluto protagonista il contrappunto in una scrittura che ricorda il preludio all’atto terzo dei Maestri Cantori di Norimberga di Wagner.