Carlos Kleiber, nato Karl Ludwig Kleiber (Berlino, 3 luglio 1930 – Konjšica, 13 luglio 2004)
Figlio del celebre Erich Kleiber, lascio il paese di nascita nel 1935 per i contrasti del padre col regime nazista e si stabilì in Argentina, dove iniziò gli studi musicali nel 1950 interrompendoli allorché la famiglia fece ritorno in Europa. Intraprese quindi il corso di chimica alla scuola Superiore dell’Istruzione Tecnica di Zurigo, ma la vocazione alla musica riappari prepotente sino a far decidere a continuare gli studi trascurati, con la conseguente immissione in carriera. Non è da escludere che ha la scelta decisiva della direzione d’orchestra abbia concorso l’esempio della prestigiosa attività paterna (senza però nessun sostegno da parte sua), ma certo che il giovane Carlos, ha rivelato quasi subito una singolare virtù di trascinatore unita al vigore lucidissimo che fu del padre.
Dopo uno stage presso il teatro della Gärtnerplatz di Monaco, eccolo affrontare la direzione nel 1954 per la prima volta a Postdam e dal 1956 al 1964 consolidare l’esperienza sempre in sedi minori. I primi traguardi arrivano con l’intensa attività presso l’opera di Stato di Stoccarda, dal 1966 in avanti: Wozzeck, Cavaliere della rosa, Elektra, Tristano e Isotta, Otello, Carmen, Franco cacciatore, con una curiosa ripetizione, pressoché esatta, del repertorio operistico del padre. A partire dal 1968 Kleiber ha legato il suo nome all’Opera di Monaco, producendosi contemporaneamente a Vienna, Bayreuth e in altre importanti sedi concertistiche e teatrali internazionali (nel 1976 il debuttto alla Scala Der Rosenkavalier, seguite poi da Otello nel 1977, La Bohème nel 1979; successivamente replicate, oltre a concertazioni di Tristan und Isolde, Carmen, Wozzeck, La Traviata, Falstaff, Elektra, Die Fledermaus, Der Freischütz, e del citato Der Rosenkavalier). Kleiber si è imposto dovunque per il rigore e l’esattezza del fraseggio, temperato e talora contrastato dall”incandescenza del gesto, in una strana e affascinante miscela.
Prima sua presenza in Italia come direttore sinfonico, quella del 1979 all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia in Roma, dove diresse una travolgente Quinta di Beethoven. Anche qui emerse il temperamento appassionato e lucido insieme, che ritroviamo in una Carmen viennese dai sobri ma pregnanti con il mondo discografico dal Franco cacciatore (1973) al Tristan und Isolde (1981 dove si conferma l’attenzione precisa agli equilibri fonici, l’irruenza e l’ampiezza del gesto, peculiarmente ravvisabile alla mano sinistra nell’enunciare i colori vivi e tenebrosi, una sensibilità naturale al ritmo. Nell’incisione del Tristan, Kleiber coglie l’eccitazione sensuale e i languori notturni degli atti primo e terzo, forse un po’ meno la totale atmosfera amorosa dell’atto secondo. Uomo dalla personalità schiva, Kleiber ha sempre più centellinato le sue apparizioni sul podio, annunciando più volte l’abbandono della vita artistica. Il 13 luglio del 2004, l’annuncio della sua scomparsa che, per sua espressa volontà la notizia fu resa nota due giorni dopo la sepoltura, lasciando tutti sgomenti. È sepolto in Konjšica in Slovneia, accanto alla moglie, la ballerina slovena Stanislava Brezovar, morta pochi mesi prima.