Interviste d’annata: Fedora Barbieri (1920-2003) a 100 anni dalla nascita

Firenze, settembre 1980
Nove mesi di studio, poi il doppio salto mortale a Firenze… un lunedì del 1940 il matrimonio segreto e il giorno dopo, martedì, Il Trovatore. Tra l’opera di Cimarosa  e il capolavoro verdiano,  la distanza è siderale. Ma con questo miracolo, di voce e di carattere, il mezzosoprano Fedora Barbieri incomincia la sua carriera. Canta, ormai, da 40 anni: siamo all’80 e nella stagione che viene l’artista aprirà gli spettacoli della scala con il Boris Godunov, non c’è dubbio, anche l’Ostessa di Musorgskij sarà sua: ancora una volta torneremo a domandarci se è lei, la Barbieri, a impadronirsi del personaggio che interpreta o se, per occulta magia, è il  personaggio a possederla.
Azucena, Amneris, Quickly: quale volto più vero, quello terribile della zingara e, quello altero della figlia del re, quello ammiccante della vispa madama Verdiana? La cantante era ancora giovanissima, inesperta di teatro, quando la sua insegnante di arte scenica al centro lirico di Firenze, la famosa Giulia Tess, disse: “L’allieva ha superato la maestra “. E davvero per la Barbieri, nata da un onesta e laboriosa famiglia di commercianti triestini, il palcoscenico è un grembo materno. Anche nella vita sta, apparentemente, benissimo, brava ad esporre come un’accorta giocatrice di scacchi le azioni del vivere quotidiano, i sentimenti familiari e il teatro (“A mio marito non faccio mancare nulla: può alzarsi anche la notte e trova tutto pronto “). Ma se la  scruti con un po’ di attenzione, ti accorgi che la gerarchia, ferrea, c’è, che il valore in cima è la musica. Il suo tempo è quello di ieri o quello di oggi? La sua passione per il teatro deve avere appiccato il fuoco alle carte dell’anagrafe: come potrebbe, altrimenti, cantare alla Scala e con Abbado, nel Boris, un’artista che interpretò con Toscanini una memorabile Messa da Requiem di Verdi?
Non facciamoci abbindolare: la Barbieri sa anche essere una deliziosa maestra di inganni. La signora triestina che di là chiacchiera allegramente e ride in cucina, mentre prepara per te, che aspetti in salotto, una cenetta improvvisata è forse un altro personaggio, il più inventato, della grande Fedora. Potresti passare un’allegra serata, parlando dei bengalini, della gatta di casa Barbieri (“La mattina mi alzo e, in camicia e, per prima cosa dò da bere i miei pappagalli”), di piante e di fiori (“Mi piace la rosa vellutata”) se un suo improvviso aggrottar di sopraccigli non bastasse a metterti addosso il terrore: La zingara è là, a un passo da te, ed è la Barbieri.

Qual è stato il suo più grande dolore nella vita è un palcoscenico?
“Nella vita la morte di mia madre. In teatro, il gesto villano di un mio celebre “partner” che nell’ultimo atto del Trovatore in una recita a Buenos Aires, mi diede per invidia una spinta a tale che per poco non finiscono orchestra “.
Soffre di antipatie, o simpatica com’è, ama tutti?
“Qualche volta, vedo una persona e mi capita di dire  fra me e me: “Com’è antipatica…”Mi sbaglio, ma non sempre…… “.
Sono 40 anni che lei è sulla cresta dell’onda. Qual è il suo segreto?
“Lo studio. Ecco, quest’estate mi hanno chiesto se ero disposta a fare l’Aida a Caracalla: io che, grazie al Cielo, ho ancora il  cervello a posto, ho detto di no. Voglio rimanere la grande Fedora Barbieri, la grande Amneris “.
Che cosa pensava di fare, nella vita prima di scoprirsi cantante?
“La commerciante. Mi piaceva un lavoro che mi permettesse di essere sempre a contatto con il pubblico. E poi ho molto senso pratico. Non posso vedere la gente che ciondola…”
Pensa che l’artista abbia più tentazioni di come un comune mortale?
“Sì, indubbiamente”.
Quando, in palcoscenico, interpreta una scena d’amore, che cosa prova?
“Provo amore, intensamente ma dentro di me. Non è che mi innamori dei miei partner. Ecco, Ramon vinay, quando feci con lui Sansone e Dalila, quello sì che ti faceva sentire qualcosa…Quello ti metteva le mani dappertutto mentre cantavi…”.
Finzione scenica?
“Eh, no, lo faceva anche perché gli piaceva. Ma siamo stati buoni colleghi… lui Sansone lo sentiva, soffriva… Rcordo gli urli, il delirio del pubblico della Scala, eravamo con il grande De Sabata…”.
Quando va in tournée sceglie grandi alberghi? Vuole che Tutti capiscono subito che lei è una diva?
“Purtroppo nel mondo attuale bisogna dare la spugna in faccia alla gente punto…”.
Dov’è stata, quest’estate?
“A casa mia, qui a Firenze”.
Non possiede una villa al mare o in montagna?
“No, non le ho mai avute. Mi darebbero troppi pensieri”.
Lei ha spessissimo ospiti, non è  vero ?
“Mi piace avere gente intorno a me. Ma dico subito a tutti: guardate che la cameriera per servire non ce l’ho. Faccio tutto io, cucino, porto in tavola e, sparecchio… “.
Canta mai, in salotto, per i suoi amici?
“Ma vuole scherzare? Mica tutti sono musicisti… vengono pittori, gente varia. Si parla di tante cose, non si può parlare sempre di canto e di musica! “.
Ha un carattere forte?
“Sì, molto forte”.
Di che cosa più paura nella vita?
“Delle persone cattive. Ho subito tante cattiverie. Credo di essere una delle artiste più invidiate, perché sono andata avanti senza l’appoggio di nessuno.Sono stata pugnalata tante volte. Anche la Callas mi ha pugnalato: ma davanti “.
Crede in Dio?
“Non vado mai a letto, la sera, senza dire le mie preghiere “.
Foto Galliano Passerini
Intervista realizzata da Laura Padellaro (1927-2017)