Benjamin Britten (1913-1976): “Death in Venice” (Morte a Venezia, 1973)


Opera in due atti su libretto di Myfanwy Piper, da Thomas Mann. Prima rappresentazione: Snape, Festival di Aldeburgh, Inghilterra, il 16 giugno 1973.

Scritta poco dopo l’omonimo lavoro cinematografico di Luchino Visconti è l’ultimo lavoro composto per la voce del tenore Peter Pears le cui caratteristiche vocali unitamente alla resa timbrica particolare impiegata dal compositore contribuivano a fare di “Morte a Venezia, un altro esempio della dimensione cameristica di molta parte della produzione teatrale britteniana.  Britten trasferisce in una simbologia tonale (che si era già affacciata nel “Giro di vite”) alcune riflessioni dei dialoghi platonici che, pur seguendo con molta fedeltà il romanzo di Thomas Mann, trasferiscono il dramma del protagonista in una dimensione quasi mitologica. Si tratta di Aschenbach, che il destino conduce a una morte ambigua e a un inutile ricerca del bello, della giovinezza, dell’illusione di un amore perfetto. Il romanzo di Mann ha trovato così una collocazione anche nell’opera lirica, dopo essere entrato, con le musiche di Mahler, nel mondo cinematografico con il film di Luchino Visconti.
In allegato ulteriori note e il libretto del’opera

 

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