Gioachino Rossini (1792-1868): “L’Italiana in Algeri” (1813)

Dramma giocoso in due atti. Libretto di Angelo Anelli.
Prima rappresentazione: Venezia, teatro San Benedetto, 22 maggio 1813.
Primi interpreti:
Maria Marcolini (Isabella)
Filippo Galli (Mustafà)
Serafino Gentili (Lindoro)
Paolo Rosich (Taddeo)
Luttgard Annibaldi (Elvira)
Annunziata Berni Chelli (Zulma)
Giuseppe Spirito (Alì)
È uno dei capolavori di Rossini, che però il Maestro solevo a definire modestamente “il mio passatempo”. L’italiana in Algeri ebbe già alla prima un successo straordinario: il pubblico veneziano fece ripetere ai i cantanti quasi tutti i pezzi e Rossini fu accolto da una vera e propria ovazione. il compositore, che credeva di non essere capito,  rimase tanto meravigliato, da esclamare: “Ora sono tranquillo. I veneziani sono più matti di me”. La trama dell’opera fu desunta probabilmente da un fatto di cronaca. Il libretto, commissionato dal Teatro alla Scala ad Angelo Anelli, era destinato a Luigi Mosca, musicista napoletano. L’opera di quest’ultimo fu rappresentata a Milano cinque  anni prima del l’italiana in Algeri di Rossini. Questi, riprendendo il medesimo libretto, con varianti di scarso rilievo, lo musicò nell’estate del 1813 in una ventina di giorni soltanto. La partitura è attualissima e la vitalità di questa farsa è senza precedenti. I personaggi ben sono caratterizzati, soprattutto attraverso il ritmo imposto dealla musica all’azione: vengono dipinti in maniera caricaturale, ma anche con una profondità e finezza psicologica, tale da creare dei tipi luoghi dell’opera comica.
L
‘orchestra rossiniana
(…) “L’orchestra ormai gioca insieme ai cantanti una parte di primo piano, con ogni sorta di lazzi, di piroette, di sberleffi, di tiri umoristici, di sonorità chiassose, di motivetti spassosi, di ironia argute, a getto continuo instancabile, con una originalità di reazioni, un calore fantasioso, una briosità estrosa, Qual  la storia dell’opera buffa non aveva mai conosciuto. Il matrimonio segreto di Cimarosa, Il barbiere di Siviglia di Paisiello, appaiono appena delle “opere comiche”. L’opera “veramente buffa”, accennata da Rossini specialmente ne La cambiale di matrimonio e nel Signor Bruschino, nasce veramente ora con l’italiana in Alger. L’orchestra di Rossini è tutta un fermentare di trovate burlesche., corniche gorgheggiano., violini che saltellano, strillano, cantano, volano., flauti che ridono., fagotti che sbofonchiano. Trombe e tromboni che sghignazzano., clarinetti e oboi che gettano note di malinconia o cachinni sarcastici: tutto serve per ridere in maniera clamorosa. E la prima stupenda risata è nella sinfonia che, dopo l’introduzione patetica, scatta improvvisa e beffarda con giochi strumentali parodistici scintillanti, con fresche oasi canore, e con fervore gioioso che, secondo un sistema caro a Rossini, raggiunge la più esilarante ebbrezza nel triplice “crescendo” che prese appunto il nome di “crescendo rossiniano”.
Da Gino Roncaglia, “Invito all’Opera, Antono Tarantola Editore, Milano 1949.

“L’Italiana in Algeri”
Dramma giocoso di Angelo Anelli
Musica di Gioachino Rossini
Edizione critica Fondazione Rossini/Ricordi, a cura di Azio Corghi
Direttore David Robertson
Mustafà Donato Di Stefano – Elvira Inger Dam-Jensen

Zulma Svetlana Sidorova – Haly Ildebrando D’Arcangelo
Lindoro Markus Schäfer – Isabella Jennifer Larmore
Taddeo Bruno Praticò
Coro Filarmonico di Varsavia – Maestro del Coro Henryk Wojnarowski

Orchestra del Teatro Comunale di Bologna
Pesaro, Teatro Rossini, 11 agosto 1994