Farsa giocosa per musica – Libretto di Giuseppe Foppa. Edizione della Fondazione Pergolesi Spontini in collaborazione con il Centro di studi per la Musica Fiamminga del Reale Conservatorio di Antwerp. Edizione critica di Federico Agostinelli. Baurzhan Anderzhanov (Pasquale). Carlo Feola (Barone). Michela Antenucci (Costanza). Daniele Adriani (Il Cavaliere / Un sergente). Carolina Lippo (Lisetta). Antonio Garés (Il Marchese). Davide Bartolucci (Frontino). Orchestra Sinfonica G. Rossini. Giuseppe Montesano (direttore). Una coproduzione della Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi e della Fondazione Teatro La Fenice di Venezia. Registrazione: Jesi, Teatro G. B. Pergolesi, 22 settembre 2018. T. Time: 84′ 32″. 1 CD Dynamic CDS7836.02
Del manoscritto delle Metamorfosi di Pasquale, farsa giocosa in un atto di Gaspare Spontini su libretto di Giuseppe Maria Foppa, rappresentata per la prima volta il 16 gennaio del 1802 al teatro Giustiniani in San Moisè di Venezia, si riteneva che si fossero perse le tracce nonostante la testimonianza di Berlioz che in un articolo dedicato al compositore italiano appena scomparso del 12 febbraio 1851 sul «Journal des Débats» del 12 febbraio 1851, aveva scritto:
“Si conosce il titolo di 13 o 14 partiture italiane composte da Spontini nei sei anni che seguirono il suo primo ed effimero successo a Roma. Sono: l’Amor secreto, l’Isola disabitata, l’Eroismo ridicolo, Teseo riconosciuto, la Finta filosofa, la Fuga in maschera, i Quadri Parlanti, il Finto pittore, gli Elisi delusi, il Geloso e l’Audace, le Metamorfosi di Pasquale, Chi più guarda non vede, la Principessa d’Amalfi, Berenice.
Egli aveva conservato nella sua biblioteca i manoscritti e anche i libretti stampati di tutte queste pallide composizioni che mostrava qualche volta ai suoi amici con un sorriso di sdegno, come dei giocattoli della sua infanzia musicale”.
Il manoscritto de Le Metomorfosi di Pasquale insieme a quelli de Il Quadro parlante (Palermo, 1800), Il geloso e l’audace (Roma, 1801) e della cantata L’eccelsa gara (1806) è stato ritrovato di recente nella Biblioteca del castello di Ursel ad Hingene nelle Fiandre, dove era finito per via ereditaria. Secondo quanto ben ricostruito da Vincenzo De Vivo nel suo saggio Spontini ritrovato, contenuto nel booklet dell’incisione dell’opera pubblicata dalla Dynamic, i manoscritti gelosamente custoditi dalla moglie, Céleste Érard, appartenente alla famosa famiglia parigina di costruttori di arpe e pianoforti, alla sua morte, non avendo avuto i coniugi Spontini figli, passarono nelle mani del fratello Orphée Erard che, pur sposato con Camille Fevrier, non avendo avuto nemmeno lui una discendenza diretta, nominò sua erede Marie Eugenie Shaeffer, sua figlia adottiva e figlia naturale di Eugène, che era stato direttore della Manifattura di pianoforti e arpe Érard. I manoscritti, ereditati da Marie Eugenie, finirono nella suddetta biblioteca in quanto portati come dote da Sabine, una sua figlia avuta dal conte Charles Franquet de Franqueville, con il quale si era sposata nel 1868, al duca Robert d’Ursel quando questi divenne suo marito nel 1898.
Basandosi su questo manoscritto, mutilo dell’ouverture e di una parte del Finale, ma contenente altro importante materiale riguardante quest’opera, come l’abbozzo della prima stesura della Cavatina di Pasquale e del Sestetto e la particella canto e basso del medesimo Sestetto preparata per la Sig.ra Conti, che del ruolo di Costanza fu la prima interprete, Federico Agostinelli ha realizzato l’edizione riordinando anche i fascicoli che, nel manoscritto, erano stati rilegati in modo disordinato. Per quanto riguarda la prima lacuna, come affermato dallo stesso Agostinelli nel saggio introduttivo sempre contenuto nel booklet, si è proceduto ad integrare l’ouverture con quella della La fuga in Maschera, che Spontini immancabilmente riproponeva per le opere che avrebbero dovuto essere rappresentate in città diverse, tanto più che nella parte del Finale testimoniata dal manoscritto ne sono riprese alcune sezioni, mentre ben più difficile è stato risolvere il problema legato al Finale, dove, secondo le stime di Agostinelli, mancano circa 87 battute che sono state ricostruite utilizzando «spunti melodici, modelli armonici e stilemi compositivi tipici del linguaggio spontiniano».
Dell’opera, ripresa in prima esecuzione moderna a Venezia al teatro Malibran nel gennaio del 2018 e, poi, nel mese di settembre del 2018 al Teatro G.B. Pergolesi, dove è stata registrata, protagonista è Pasquale, un «avventuriere» che, ritornato alla ricerca della sua Lisetta, una giovane che aveva piantato dopo averle promesso di sposarla, si addormenta nel parco del castello del Barone. Mentre dorme, i suoi abiti vengono sostituiti con quelli del Marchese, che, innamorato ricambiato di Costanza, figlia del Barone, avendo appena sfidato in duello il Cavaliere, suo rivale, che era stato disarcionato dal cavallo, rischiava l’arresto. Pasquale decide di reggere il gioco sperando di poter conquistare la sua Lisetta millantando un titolo che non ha, ma, alla fine, scoperto, deve rinunciare alla donna che ormai si era promessa a Frontino, servo del Marchese. Il lieto fine si compie anche con la celebrazione delle nobili nozze tra Costanza, alla cui mano il Cavaliere ha rinunciato, e il Marchese che, finalmente, viene accettato come genero dal Barone inizialmente ostile.
Pur essendo lontana dai capolavori del periodo francese, Le Metamorfosi di Pasquale, ultima opera scritta in Italia da Spontini, che è possibile ascoltare nella registrazione dal vivo della ripresa jesina di recente pubblicata dall’etichetta Dynamic, rivela una scrittura matura nel genere comico che trova i momenti più interessanti nella cavatina di Pasquale, “Senza un soldo al suo comando” e nell’aria di Lisetta “Ah dov’è chi ha l’ardimento” la cui parte, che si segnala per una vocalità di un certo virtuosismo, fu particolarmente curata dal compositore italiano.
Partitura, non particolarmente complessa, in quest’edizione è, comunque, ben interpretata dall’Orchestra Sinfonica Rossini ben diretta da Giuseppe Montesano che ha trovato tempi e sonorità adeguati e tali da conferire all’esecuzione il brio richiesto. Nel cast si segnala Baurzhan Anderzhanov che presta il suo ottimo mezzo vocale ben proiettato nel registro acuto alla parte di Pasquale da lui interpretata con il giusto brio e una misurata vis comica. Voce dal timbro chiaro, Carolina Lippo, dotata di una solida tecnica che le consente di risolvere con tranquillità le agilità della sua parte, veste bene i panni dell’astuta serva Lisetta grazie anche a un fraseggio e un’intonazione curati. Al suo fianco si segnala la prova vocalmente corretta di Davide Bartolucci, un brioso Frontino. In secondo piano sia dal punto di vista vocale che drammaturgico, l’altra coppia di amanti è stata ben interpretata da Michela Antenucci (Costanza) e da Antonio Garés (Il Marchese) e in ruolo le altre parti di fianco: Carlo Feola (Barone), Daniele Adriani (Il Cavaliere/Un sergente).