Quartetto d’archi in sol maggiore op. 52 n. 3 (1795);Stabat Mater G. 532, per soprano e quintetto d’archi (prima versione, 1781); Quintetto d’archi in fa minore op. 42 n. 1, G. 438 (1789). Dominique Labelle (soprano). Sarasa Ensemble. Elizabeth Blumenstock, Christina Day Martinson (violini), Jenny Stirling (viola), Timothy Merton, Phoebe Carrai (violoncelli). Registrazione: 20-22 novenbre 2014 (quartetto e quintetto), 16-19 settembre 2015 presso la Chapel at West Parish, Andover, Massachusetts, USA. T. Time: 78’47”. 1 CD Naxos 8.573958 – 2019
Considerato giustamente uno dei maggiori compositori di musica strumentale soprattutto da camera, Luigi Boccherini è il protagonista di un interessante Cd pubblicato dall’etichetta Naxos, nel quale sono proposti tre suoi lavori e, in particolar modo, il Quartetto in sol maggiore op. 52 n. 3, la prima delle due versioni dello Stabat Mater e il Quintetto in fa minore op. 42 n. 1, risalenti a periodi diversi della carriera del compositore. Composto nel 1795, il Quartetto op. 52 n. 3 appartiene, infatti, a una raccolta di quattro quartetti, scritti per il re Federico Gugliemo II di Prussia, ottimo violoncellista, per il quale anche Haydn, Mozart e Beethoven avevano scritto lavori cameristici e che aveva attribuito al compositore lucchese una pensione in cambio di nuove composizioni che Boccherini avrebbe dovuto inviargli. Si tratta di un lavoro nel quale il compositore lucchese, brillante violoncellista, che, peraltro, da giovane aveva fondato insieme con i violinisti Filippo Manfredi e Pietro Nardini, e il violista Giuseppe Cambini, il primo quartetto stabile di cui si abbia notizia, tutta la sua padronanza della scrittura quartettistica e anche alcuni interessanti spunti a livello formale, come la scelta di collegare dal punto di vista tematico il primo e il quarto movimento, creando così una struttura a ponte. Al periodo, trascorso in Spagna presso la corte di Don Luigi, fratello del re, risale, invece, la composizione della prima versione dello Stabat Mater (1781), il cui organico, costituito da un quintetto d’archi (due violini, una viola e due violoncelli) e da un soprano solista, forse fu dettato dalla volontà del compositore di scrivere questa parte per la moglie Clementina Pelicho. In questo lavoro, Boccherini, fervente cattolico, infuse tutto il suo sentimento religioso attraverso una scrittura che esalta l’intimità del sentimento di dolore provato dalla Vergine davanti alla Croce. Dei 125 quintetti di Boccherini, di cui ben 113 per due violoncelli e solo 12 per due viole, quello in fa minore op. 42 n. 3, composto nel 1789 e qui proposto, è direttamente collegato allo Stabat Mater, dal momento che parte del materiale tematico fu presa “in prestito” da questo lavoro. Nel primo movimento appare, infatti, il tema di Pro peccatis tuis e nell’Adagio un altro, utilizzato da Boccherini per la parola Lacrimosa nel primo movimento dello Stabat Mater.
Questi lavori sono interpretati con grande senso dello stile dala Sarasa Ensemble, formata da Elizabeth Blumenstock e Christina Day Martinson (violini), da Jenny Stirling (viola), Timothy Merton e Phoebe Carrai (violoncelli). Si tratta di un’ottima esecuzione che evidenzia sia la scrittura contrappuntistica sia la bellezza e la purezza della melodia di queste pagine. Nello Stabat Mater a loro si unisce il soprano Dominique Labelle che, dotata di una voce omogenea e di un’ottima tecnica che le consente di risolvere con facilità le agilità, esibisce un fraseggio e un’intonazione estremamente curati grazie ai quali riesce a interpretare questa pagina di intenso lirismo con partecipazione.